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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10182023-123413


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
DELLA BARTOLA, IRENE
URN
etd-10182023-123413
Titolo
Ruolo della Pancreatic Stone Protein (PSP) nella diagnosi precoce di sepsi in cardiochirurgia
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
ANESTESIA, RIANIMAZIONE, TERAPIA INTENSIVA E DEL DOLORE
Relatori
relatore Prof. Corradi, Francesco
correlatore Dott. Guarracino, Fabio
Parole chiave
  • cardiochirurgia
  • diagnosi preoce di sepsi
  • pancreatic stone protein
  • PSP
Data inizio appello
08/11/2023
Consultabilità
Completa
Riassunto
La diagnosi e il trattamento precoce della sepsi sono elementi chiave per migliorare l’outcome dei pazienti. Nei pazienti sottoposti a cardiochirurgia la risposta infiammatoria sistemica secondaria allo stress chirurgico e alla circolazione extracorporea può rendere più difficoltosa la diagnosi precoce di sepsi.
Un nuovo biomarcatore, la pancreatic stone protein (PSP), si è dimostrato capace di discriminare precocemente la risposta infiammatoria reattiva da un’infezione post-operatoria in diversi studi condotti in ambiti clinici differenti, identificando con alta specificità i pazienti che svilupperanno infezione nei giorni seguenti. La PSP sembra anche avere un valore prognostico, correlando con la gravità della malattia e con la mortalità.
Abbiamo studiato 28 pazienti sottoposti a intervento cardochirurgico con circolazione extracorporea misurando i valori di PSP, PCR e PCT nel preoperatorio, in prima e in seconda giornata post operatoria, allo scopo di evidenziare una differenza nell’andamento dei biomarcatori nel tempo in presenza o assenza di infezione. I risultati hanno confermato che il valore basale di PSP è significativamente più elevato nei pazienti diabetici e nei pazienti con insufficienza renale grave, come già riportato in letteratura. Per quanto riguarda l’andamento nel tempo dei marcatori, si è potuto verificare un lieve aumento post-operatorio della PSP, ma non in maniera significativa. Un aumento significativo si è invece potuto osservare nei livelli di PCR e PCT. Tuttavia, non si è notata una differenza significativa nell’aumento dei biomarcatori tra i pazienti che hanno sviluppato infezione e quelli in cui non si è avuta infezione. Questo dimostra come PCR e PCT siano marcatori aspecifici, in quanto entrambi aumentano nel post-operatorio in maniera significativa anche in assenza di infezione. Inoltre, neppure la PSP è stata in grado di predire la presenza di infezione nella nostra esperienza, avendo mostrato un aumento non significativo anche nei pazienti infetti.
Riteniamo di non poter raccomandare l’analisi di routine della PSP nel paziente cardiochirurgico allo scopo di predire precocemente la sepsi. Sono necessari ulteriori studi con casistica più ampia per confermare il ruolo della PSP come predittore precoce di sepsi in questo contesto clinico.

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