Thesis etd-10182020-173456 |
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Thesis type
Tesi di specializzazione (5 anni)
Author
PIETRANTOZZI, DARIO
URN
etd-10182020-173456
Thesis title
Riorganizzazione del percorso traumatologico ortopedico del paziente anziano con frattura di femore. L'esperienza dell'Ospedale Versilia.
Department
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Course of study
ANESTESIA, RIANIMAZIONE, TERAPIA INTENSIVA E DEL DOLORE
Supervisors
relatore Prof. Forfori, Francesco
relatore Dott. Melai, Ettore
relatore Dott. Melai, Ettore
Keywords
- analgesia
- anestesia
- frattura di femore
- percorso multidisciplinare
Graduation session start date
04/11/2020
Availability
Withheld
Release date
04/11/2090
Summary
Le fratture di femore costituiscono un problema di sanità pubblica significativo.
La patogenesi della frattura di femore è multifattoriale ma i fattori di rischio per questa condizione possono essere grossolanamente suddivisi fra quelli dovuti alla riduzione della bone mineral density (BMD) e quelli da aumentato rischio di caduta.
I fattori che modificano negativamente la BMD possono essere categorizzati in modificabili e non modificabili. Nella prima categoria possiamo includere la predisposizione genetica alla BMD/osteoporosi, età, sesso femminile, storia familiare di osteoporosi/fratture. Fra i fattori modificabili per BMD bassa possiamo includere ridotta introduzione alimentare di calcio, ridotta esposizione solare, malattie infiammatorie, uso di alcune categorie di farmaci (es. cortisone, diuretici), abuso di alcool, disordini alimentari (in particolare l’anoressia nervosa) e ridotto body mass index (BMI).
Gli anziani spesso vanno incontro a frattura di femore in seguito a un trauma minore, come una banale caduta. I fattori di rischio per la caduta possono essere suddivisi in soggettivi (affezioni del soggetto) o oggettivi (dovuti all’ambiente in cui il soggetto vive). Entrambi sono importanti nel predire le cadute e la conseguente frattura.
In ogni caso, la letteratura riguardante i possibili fattori di rischio per frattura di femore è in continua espansione. Ad esempio, è stato osservato come attenersi a un regime dietetico come la dieta mediterranea (ricca in proteine, frutta e verdura), associata ad attività fisica, rappresenta un fattore di rischio non farmacologico modificabile che può migliorare la salute della struttura ossea e conseguentemente ridurre il rischio di frattura di femore. La sarcopenia può avere un ruolo importante in questo frangente, più negli uomini che nelle donne.
Nel 1992, l’International Osteoporosis Foundation (IOF) segnalò che nel mondo le fratture di femore si presentavano per il 18% nelle donne e per il 6% negli uomini. Dati più recenti (2012) hanno mostrato che l’incidenza più alta di frattura di femore si riscontrava in Danimarca (439 su 100.000), mentre la più bassa in Ecuador (55 su 100.000). La sede più comune di frattura è il collo del femore.
Il fattore chiave per predire l’incidenza futura è il progressivo invecchiamento della popolazione, a causa del quale ci si aspetta che il numero delle fratture di femore arrivi a 4,5 milioni entro il 2050.
Numerosi fattori possono influenzare l’epidemiologia della frattura di femore. Fra questi, il sesso sembra essere il più importante. Si stima, infatti, che circa un terzo delle donne che arrivano all’età di 80 anni andrà incontro a frattura di femore. Nel mondo, per quanto riguarda le donne, la più bassa incidenza annuale di frattura è osservata in Nigeria (2:100.000), la più alta in Danimarca (574:100.000). Negli uomini, il rischio di frattura di femore aumenta esponenzialmente dopo i 70 anni e il 17% degli uomini che raggiunge gli 80 anni andrà incontro a questa problematica. Sebbene negli uomini sia meno frequente rispetto alle donne, la frattura di femore sembra essere più pericolosa, perché un terzo degli uomini che va incontro a frattura muore entro un anno.
Anche la razza può determinare differenze significative nell’epidemiologia della frattura di femore. I bianchi che vivono a latitudini più alte mostrano un’incidenza più elevata di fratture di femore. Dopo i 50 anni, le donne bianche hanno un rischio praticamente doppio di frattura rispetto agli uomini con la più alta incidenza annuale dopo gli 80 anni. La letteratura riguardante altre razze è limitata; per esempio, gli asiatici presentano un rischio di frattura di femore intermedio rispetto ai bianchi e ai neri, con il 30% del totale delle fratture di femore mondiali che si verificano in Cina, rendendole un serio problema di salute pubblica.
La patogenesi della frattura di femore è multifattoriale ma i fattori di rischio per questa condizione possono essere grossolanamente suddivisi fra quelli dovuti alla riduzione della bone mineral density (BMD) e quelli da aumentato rischio di caduta.
I fattori che modificano negativamente la BMD possono essere categorizzati in modificabili e non modificabili. Nella prima categoria possiamo includere la predisposizione genetica alla BMD/osteoporosi, età, sesso femminile, storia familiare di osteoporosi/fratture. Fra i fattori modificabili per BMD bassa possiamo includere ridotta introduzione alimentare di calcio, ridotta esposizione solare, malattie infiammatorie, uso di alcune categorie di farmaci (es. cortisone, diuretici), abuso di alcool, disordini alimentari (in particolare l’anoressia nervosa) e ridotto body mass index (BMI).
Gli anziani spesso vanno incontro a frattura di femore in seguito a un trauma minore, come una banale caduta. I fattori di rischio per la caduta possono essere suddivisi in soggettivi (affezioni del soggetto) o oggettivi (dovuti all’ambiente in cui il soggetto vive). Entrambi sono importanti nel predire le cadute e la conseguente frattura.
In ogni caso, la letteratura riguardante i possibili fattori di rischio per frattura di femore è in continua espansione. Ad esempio, è stato osservato come attenersi a un regime dietetico come la dieta mediterranea (ricca in proteine, frutta e verdura), associata ad attività fisica, rappresenta un fattore di rischio non farmacologico modificabile che può migliorare la salute della struttura ossea e conseguentemente ridurre il rischio di frattura di femore. La sarcopenia può avere un ruolo importante in questo frangente, più negli uomini che nelle donne.
Nel 1992, l’International Osteoporosis Foundation (IOF) segnalò che nel mondo le fratture di femore si presentavano per il 18% nelle donne e per il 6% negli uomini. Dati più recenti (2012) hanno mostrato che l’incidenza più alta di frattura di femore si riscontrava in Danimarca (439 su 100.000), mentre la più bassa in Ecuador (55 su 100.000). La sede più comune di frattura è il collo del femore.
Il fattore chiave per predire l’incidenza futura è il progressivo invecchiamento della popolazione, a causa del quale ci si aspetta che il numero delle fratture di femore arrivi a 4,5 milioni entro il 2050.
Numerosi fattori possono influenzare l’epidemiologia della frattura di femore. Fra questi, il sesso sembra essere il più importante. Si stima, infatti, che circa un terzo delle donne che arrivano all’età di 80 anni andrà incontro a frattura di femore. Nel mondo, per quanto riguarda le donne, la più bassa incidenza annuale di frattura è osservata in Nigeria (2:100.000), la più alta in Danimarca (574:100.000). Negli uomini, il rischio di frattura di femore aumenta esponenzialmente dopo i 70 anni e il 17% degli uomini che raggiunge gli 80 anni andrà incontro a questa problematica. Sebbene negli uomini sia meno frequente rispetto alle donne, la frattura di femore sembra essere più pericolosa, perché un terzo degli uomini che va incontro a frattura muore entro un anno.
Anche la razza può determinare differenze significative nell’epidemiologia della frattura di femore. I bianchi che vivono a latitudini più alte mostrano un’incidenza più elevata di fratture di femore. Dopo i 50 anni, le donne bianche hanno un rischio praticamente doppio di frattura rispetto agli uomini con la più alta incidenza annuale dopo gli 80 anni. La letteratura riguardante altre razze è limitata; per esempio, gli asiatici presentano un rischio di frattura di femore intermedio rispetto ai bianchi e ai neri, con il 30% del totale delle fratture di femore mondiali che si verificano in Cina, rendendole un serio problema di salute pubblica.
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