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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10182015-171701


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
ZANON, FRANCESCA
URN
etd-10182015-171701
Titolo
Le forze armate italiane e indiane: geopolitica dell'Oceano Indiano e Mediterraneo allargato a confronto.
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
STUDI INTERNAZIONALI
Relatori
relatore Vernassa, Maurizio
Parole chiave
  • forze armate
  • india
  • Italia
Data inizio appello
30/11/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
«L’Unione Europea e l’India, che sono le due più grandi democrazie del mondo…» Questa dichiarazione, contenuta nel comunicato finale del summit UE-India, tenutosi a Marsiglia nel settembre del 2008, rende omaggio alla democrazia indiana, valutata alla pari con quella dell’Unione Europea. Un omaggio meritato, non gratuito, perché l’India non è solamente grande per la sua popolazione ma anche per il radicamento dell’idea e la stabilità della pratica democratica, a poco più di sessanta anni dall’indipendenza del Subcontinente Asiatico. La vittoria del partito nazionalista indù del 2014 pone degli interrogativi sul futuro politica dell’India: non tanto per la continuità della democrazia, quanto, piuttosto, per la posizione geopolitica che il nuovo governo assumerà nello scacchiere afro-asiatico e in quello più globale, dove agiscono tutte le altre grandi potenze.
Questo pone il problema di capire quali possano essere le sue strategie e alleanze economiche, politiche, militari e l’organizzazione degli interscambi commerciali alla luce delle convergenze e delle divergenze di interessi dei diversi stati dei cinque continenti. La situazione internazionale è caratterizzata da un precario equilibrio multipolare che determina una diffusa instabilità, amplificata dalla crescita dei nuovi paesi emergenti e nuove potenze regionali, con conseguenti scontri interni. Il centro di gravità si sta spostando sempre di più verso l'ambiente marittimo: ambiente che assicura il commercio tra paesi geograficamente lontani, il reperimento di materie prime e risorse energetiche via mare.
L'India, come paese emergente, sta investendo sempre di più nel settore della difesa e nell'industria nazionale, cercando di assorbire il know how da altre nazioni per poter costruire in maniera autonoma tutti i mezzi necessari alla difesa nazionale, rendendosi indipendente. Il sistema logistico delle basi navali può contare, oltre a quelle sul territorio nazionale, sulle stazioni di monitoraggio del Madagascar settentrionale, Seyschelles e Mauritius, con diversi progetti di sviluppo in Iran nel porto di Chah Bahar e Campal Bay nelle Nicobare (per il controllo degli stretti di Hormuz e Malacca).
Dopo aver analizzato il contesto politico, storico e socio-culturale dell'India, analizzeremo la struttura della Forza armata indiana, ed in particolare la Marina Indiana: come si sviluppa, analisi e strategie dello Stato in merito all'industria della difesa, ed alleanze strategiche con altri stati.
Sembrerebbe che l'India si stia preparando con la sua Flotta, composta da 160 navi, a contendersi con le altre potenze le risorse dell'Oceano Indiano. E' stato interessante effettuare il confronto con una forza armata della Comunità Europea, la Marina Militare Italiana: confronto di strategie, obiettivi e alleanze all'interno del contesto globale. Per quanto riguarda la Regione Mediterranea la sempre maggiore instabilità politica che caratterizza la sponda sud e mediorientale, la possibilità di sfruttamento del suolo marino, l'aumento del traffico mercantile e gli interessi economici sulle risorse energetiche, rappresentano ragioni più che plausibili per un eventuale scontro tra paesi rivieraschi che potrebbero avere pesanti riscontri sull'assetto politico ed economico italiano.
Per l'Italia è di estrema importanza mantenere, con l’ausilio della sua Flotta, un certo controllo sul Mediterraneo e sugli stretti di Gibilterra e Suez (Mediterraneo allargato), per la crescita del paese e per affermarsi a livello internazionale; altrimenti il traffico mercantile mediterraneo potrebbe spostarsi verso mari più sicuri, come quelli del Nord.
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