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Il censimento ha avuto come oggetto 84 pavimenti, suddivisi nelle tre maggiori città di epoca romana della Sardegna: Nora, Caralis, Turris Libisonis. Si sono analizzati i contesti nei quali quesi pavimenti si ritrovano, dunque l'architettura dell'edificio e la sua destinazione, se pubblica o privata, e si è provveduto ad aggiornare i dati di quei pavimenti che erano carenti di informazioni archeologiche. Si è così potuto vedere come la messa in posa di pavimenti mosaicati, con tesselato, signino o sectile, copra un arco cronologico molto ampio, da almeno il III-II secolo avanti Cristo, sino alla metà del IV secolo dopo Cristo, con una maggiore incidenza nel II e III secolo dopo Cristo. Dove possibile i mosaici sono stati datati seguendo come linea-guida i dati ricavati dai reperti archeologici, che siano essi ceramisti o numismatici, laddove questi dati erano carenti si è preferito seguire una datazione basata su confronti, il più possibile astringenti, con altri pavimenti del Mediterraneo romano, riuscendo così a capire che le maggiori maestranze che lavoravano sul suolo sardo erano effettivamente botteghe africane traslate nell'Isola.