Tesi etd-10182010-014348 |
Link copiato negli appunti
Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
NICOLAI, MARIA BIANCA
URN
etd-10182010-014348
Titolo
Finanziamenti privati e pubblici per i teatri d'opera
Dipartimento
LETTERE E FILOSOFIA
Corso di studi
CINEMA TEATRO PRODUZIONE MULTIMEDIALE
Relatori
relatore Prof.ssa Biagi Ravenni, Gabriella
Parole chiave
- "Fondazioni liriche" "crisi" "finanziamenti" "fund
Data inizio appello
08/11/2010
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
08/11/2050
Riassunto
Il presente lavoro si propone di analizzare il contesto legislativo ed economico in cui le quattordici Fondazioni lirico – sinfoniche s’inseriscono e, su questa base, individuare le condizioni e le potenzialità insite nell’attività di fund raising da esse praticata al fine di raggiungere l’equilibrio cercato.
Partendo dalle origini dei teatri di corte, nel primo capitolo viene affrontato il lungo e complicato excursus legislativo e normativo che, con il suo lento processo di tappa in tappa, ha portato alla nascita degli Enti lirici e successivamente alla loro obbligatoria trasformazione in Fondazioni di diritto privato; excursus che fa da sfondo alla particolare e problematica situazione in cui le quattordici Fondazioni lirico – sinfoniche italiane versano. Tale argomento verrà affrontato nel secondo capitolo che si apre proprio con i dati economici delle Fondazioni e con il Decreto Legge recante Disposizioni urgenti in materia di spettacolo e attività culturali, firmato dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, il 30 aprile 2010. Si ricercano le cause principali che hanno scatenato la crisi odierna, si parla dell’importanza del marketing anche in ambito culturale e si pone grande attenzione ai finanziamenti derivanti dall’intervento del settore privato, distinti rispettivamente in interventi di tipo mecenatistico ed interventi di sponsorizzazione.
Una possibilità di miglioramento viene offerta dal fund raising, che negli Stati Uniti e nei Paesi anglosassoni si è sviluppato a tal punto da divenire un elemento strategico e uno schema operativo per tutte le organizzazioni no profit. Il terzo capitolo si concentra esclusivamente sull’intero processo di raccolta fondi intrapreso (o da intraprendere) dalle realtà culturali presenti, analizzandone le varie fasi che lo compongono e descrivendone i singoli aspetti che lo caratterizzano.
Il quarto capitolo si propone, infine, di analizzare brevemente la pratica del fund raising nel contesto lirico internazionale, in particolare negli Stati Uniti d’America e nella Gran Bretagna. La differente mentalità politica e sociale che tali Paesi presentano tra loro e nel confronto con l’Italia si riflette anche nell’organizzazione artistica e culturale che offrono e nella concezione dell’investimento nella cultura. La produzione lirica anglosassone e americana, finanziata quasi esclusivamente dall’apporto dei privati, si riconosce nel ruolo fondamentale che il no profit e la tradizione di volontariato e filantropica ricoprono nell’intera società. Il confronto è immediato, ma troppo differente è la situazione italiana per poterla inserire a pieno in questo modello. La totale privatizzazione dei teatri porterebbe, forse, a dimenticare il ruolo sociale, educativo e formativo che la musica, in quanto bene sociale, ha con fatica conquistato nel lungo cammino iniziato a Venezia nel 1637. I nostri emendamenti devono portare un equilibrio tra finanziamento pubblico e finanziamento privato perché la lirica italiana è sì molto costosa, ma è anche la valorizzazione della nostra lingua e uno dei pochi biglietti da visita che l’Italia possa esibire all’estero con orgoglio.
Nell’ultimo capitolo si analizzano i dati che esprimono la domanda di musica lirica in Italia e il modello produttivo delle Fondazioni lirico-sinfoniche, proponendo alcune personali considerazioni.
Infine le conclusioni interpretano i dati e tentano di fornire nuove prospettive
per il superamento della crisi.
Partendo dalle origini dei teatri di corte, nel primo capitolo viene affrontato il lungo e complicato excursus legislativo e normativo che, con il suo lento processo di tappa in tappa, ha portato alla nascita degli Enti lirici e successivamente alla loro obbligatoria trasformazione in Fondazioni di diritto privato; excursus che fa da sfondo alla particolare e problematica situazione in cui le quattordici Fondazioni lirico – sinfoniche italiane versano. Tale argomento verrà affrontato nel secondo capitolo che si apre proprio con i dati economici delle Fondazioni e con il Decreto Legge recante Disposizioni urgenti in materia di spettacolo e attività culturali, firmato dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, il 30 aprile 2010. Si ricercano le cause principali che hanno scatenato la crisi odierna, si parla dell’importanza del marketing anche in ambito culturale e si pone grande attenzione ai finanziamenti derivanti dall’intervento del settore privato, distinti rispettivamente in interventi di tipo mecenatistico ed interventi di sponsorizzazione.
Una possibilità di miglioramento viene offerta dal fund raising, che negli Stati Uniti e nei Paesi anglosassoni si è sviluppato a tal punto da divenire un elemento strategico e uno schema operativo per tutte le organizzazioni no profit. Il terzo capitolo si concentra esclusivamente sull’intero processo di raccolta fondi intrapreso (o da intraprendere) dalle realtà culturali presenti, analizzandone le varie fasi che lo compongono e descrivendone i singoli aspetti che lo caratterizzano.
Il quarto capitolo si propone, infine, di analizzare brevemente la pratica del fund raising nel contesto lirico internazionale, in particolare negli Stati Uniti d’America e nella Gran Bretagna. La differente mentalità politica e sociale che tali Paesi presentano tra loro e nel confronto con l’Italia si riflette anche nell’organizzazione artistica e culturale che offrono e nella concezione dell’investimento nella cultura. La produzione lirica anglosassone e americana, finanziata quasi esclusivamente dall’apporto dei privati, si riconosce nel ruolo fondamentale che il no profit e la tradizione di volontariato e filantropica ricoprono nell’intera società. Il confronto è immediato, ma troppo differente è la situazione italiana per poterla inserire a pieno in questo modello. La totale privatizzazione dei teatri porterebbe, forse, a dimenticare il ruolo sociale, educativo e formativo che la musica, in quanto bene sociale, ha con fatica conquistato nel lungo cammino iniziato a Venezia nel 1637. I nostri emendamenti devono portare un equilibrio tra finanziamento pubblico e finanziamento privato perché la lirica italiana è sì molto costosa, ma è anche la valorizzazione della nostra lingua e uno dei pochi biglietti da visita che l’Italia possa esibire all’estero con orgoglio.
Nell’ultimo capitolo si analizzano i dati che esprimono la domanda di musica lirica in Italia e il modello produttivo delle Fondazioni lirico-sinfoniche, proponendo alcune personali considerazioni.
Infine le conclusioni interpretano i dati e tentano di fornire nuove prospettive
per il superamento della crisi.
File
Nome file | Dimensione |
---|---|
1_FRONTESPIZIO.pdf | 62.22 Kb |
INDICE.pdf | 176.85 Kb |
1 file non consultabili su richiesta dell’autore. |