Tesi etd-10182009-234426 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
FRIULI, SILVIA
URN
etd-10182009-234426
Titolo
Rimodellamento osseo periimplantare negli innesti di apposizione mandibolari
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
ODONTOIATRIA E PROTESI DENTARIA
Relatori
relatore Prof. Sbordone, Ludovico
Parole chiave
- apposizione
- impianti
- innesti
- mandibola
- rimodellamento
Data inizio appello
13/11/2009
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
13/11/2049
Riassunto
È stata valutata la sopravvivenza di impianti posizionati sia in osso nativo che in aree mandibolari atrofiche ricostruite mediante innesti ossei autologhi non vascolarizzati prelevati dalla cresta iliaca e inseriti per apposizione. In un secondo momento è stato valutato e confrontato il rimodellamento osseo periimplantare.
Nei 7 pazienti esaminati sono stati posizionati, 3-6 mesi dopo la chirurgia ricostruttiva (procedura two-stage), 39 impianti con superficie ruvida, cilindrici a vite, con connessione ad esagono esterno, di cui 21 in osso innestato e 18 in osso nativo.
Il tasso cumulativo di sopravvivenza (CSR) a un anno è risultato pari al 100% in entrambi i gruppi.
Le misurazioni lineari del rimodellamento osseo periimplantare sono state calcolate su scansioni TC usando SimPlant Pro 10.01 (Materialise Dental) e confrontate mediante il test dei ranghi con segno di Wilcoxon. Il riassorbimento medio è risultato pari a 3.9 ± 1.7 mm buccalmente e 2.8 ± 1.4 mm lingualmente nelle aree mandibolari ricostruite con innesti di apposizione, a 4.0 ± 1.1 mm buccalmente e 2.4 ± 0.5 lingualmente in osso nativo: non sono emerse differenze significative all’analisi statistica.
In pieno accordo con letteratura internazionale, è stato possibile affermare che la chirurgia ricostruttiva con innesti ossei non vascolarizzati prelevati dalla cresta iliaca costituisce una metodica valida e predicibile per il posizionamento e la sopravvivenza di impianti dentari endossei al fine di una riabilitazione protesica di tipo fisso in pazienti che presentano severe atrofie mandibolari.
Nei 7 pazienti esaminati sono stati posizionati, 3-6 mesi dopo la chirurgia ricostruttiva (procedura two-stage), 39 impianti con superficie ruvida, cilindrici a vite, con connessione ad esagono esterno, di cui 21 in osso innestato e 18 in osso nativo.
Il tasso cumulativo di sopravvivenza (CSR) a un anno è risultato pari al 100% in entrambi i gruppi.
Le misurazioni lineari del rimodellamento osseo periimplantare sono state calcolate su scansioni TC usando SimPlant Pro 10.01 (Materialise Dental) e confrontate mediante il test dei ranghi con segno di Wilcoxon. Il riassorbimento medio è risultato pari a 3.9 ± 1.7 mm buccalmente e 2.8 ± 1.4 mm lingualmente nelle aree mandibolari ricostruite con innesti di apposizione, a 4.0 ± 1.1 mm buccalmente e 2.4 ± 0.5 lingualmente in osso nativo: non sono emerse differenze significative all’analisi statistica.
In pieno accordo con letteratura internazionale, è stato possibile affermare che la chirurgia ricostruttiva con innesti ossei non vascolarizzati prelevati dalla cresta iliaca costituisce una metodica valida e predicibile per il posizionamento e la sopravvivenza di impianti dentari endossei al fine di una riabilitazione protesica di tipo fisso in pazienti che presentano severe atrofie mandibolari.
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