Tesi etd-10172013-015057 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
GAMBINO, FILIPPO
Indirizzo email
gambino.filippo@gmail.com
URN
etd-10172013-015057
Titolo
Nomen Latinum e socii italici nei tribunati graccani: per una ricostruzione non appianea.
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
SCIENZE DELL'ANTICHITA'
Relatori
relatore Prof. Letta, Cesare
Parole chiave
- ager publicus
- Appiano
- Asinio Pollione
- civitas
- Fregellae
- Gaio Gracco
- Italici
- ius per magistratum
- ius provocationis
- lex Acilia
- lex agraria
- lex de modo agrorum
- Mouritsen
- Nomen Latinum
- peregrini
- rogatio de sociis et Nomine Latino; Fulvio Flacco
- Tiberio Gracco
Data inizio appello
04/11/2013
Consultabilità
Completa
Riassunto
La crisi della nobilitas innescata dal tribunato del 133 a.C. trasmise alle aristocrazie alleate l'ottimistica sensazione di poter rinegoziare i termini del proprio rapporto con Roma, configurando all'interno del mondo alleato una questione latina centrata sull'ambizione alla civitas romana da parte delle aristocrazie Nominis Latini, e non una generica e onnicomprensiva questione italica d'impronta appianea. Dopo la lex Iunia (126 a.C.) i Latini trovarono un valido interprete politico delle proprie istanze nel movimento graccano. Il consolato di Fulvio Flacco (125 a.C.) e i due tribunati di Gaio Gracco (123-122 a.C.) rappresentano, infatti, due tentativi differenti, ma ugualmente fallimentari di approvare un affrancamento di massa del mondo latino, riservando al mondo italico, invece, concessioni molto più limitate (ius provocationis). Le incongruneze della ricostruzione appianea vanno spiegate come esito di una rilettura in senso italico-centrico di tutta la storia della questione della civitas dal 126 al 91 a.C., dovuta all'influenza della propaganda cesariana de civitate sulla fonte italica di Appiano, Asinio Pollione.
File
Nome file | Dimensione |
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CAPITOLO...SIONI.pdf | 1.23 Mb |
INDICE.pdf | 81.82 Kb |
INTRODUZIONE.pdf | 82.42 Kb |
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