• I viaggi la morte
• Carlo Emilio Gadda
• Saggio
• Come lavoro
• Montale
• Emilio e Narcisso
• Egoista
• Tendo al mio fine
• Apologia manzoniana
• Meditazione breve circa il dire e il fare
• Meditazione milanese

Obiettivo di questo studio, diviso in tre capitoli, è quello penetrare e decodificare le molteplici forme del saggio gaddiano. Il primo capitolo, bipartito, si concentra in un primo momento sul problema della «bella prosa» generatosi dall’approccio critico di Gianfranco Contini; approccio che, legato soprattutto alle due categorie di frammentismo e di espressionismo, non ha fatto che influenzare negativamente gli studi critici su Gadda, considerato per molto tempo un virtuoso della forma. Nella seconda parte del primo capitolo, partendo dall’ibridismo intrinseco al genere saggistico, l’attenzione si sposta sulla "Meditazione milanese" che, oltre a essere il manifesto del complesso pensiero gaddiano, diventa per Gadda la sede privilegiata in cui esporre i caratteri peculiari della sua scrittura che continuamente ibrida narrazione, descrizione e speculazione. Il secondo capitolo ripercorre l’esordio saggistico di Gadda su «Solaria» avvenuto fra 1927 e 1931, periodo di pubblicazione sulla rivista di "Apologia manzoniana", dei "Viaggi, la morte", delle "Belle lettere e i contributi espressivi delle tecniche" e di "Tendo al mio fine". I quattro saggi vengono analizzati anche alla luce della "Meditazione" per mettere in evidenza sia la forte connessione, formale e tematica, che i testi intrattengono tra loro, sia quanto l’ibridismo agisca in essi. Il terzo capitolo, anch’esso bipartito, si concentra sul problema della storia editoriale dei "Viaggi la morte" (1958) e sul problema dell’edizione "Divagazioni e garbuglio" (2019). Segue l’analisi di molti saggi gaddiani divisi per tipologia tematica (recensioni, saggi di poetica, saggi sulla questione della lingua, saggi sulla psicanalisi).