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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-10162019-182446


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (4 anni)
Autore
GENTILESCHI, STEFANO
URN
etd-10162019-182446
Titolo
Il ruolo diagnostico della biopsia delle ghiandole salivari minori nella Sindrome di Sjögren: correlazione tra autoimmunità ed aspetti istopatologici in un'ampia coorte monocentrica
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
REUMATOLOGIA
Relatori
relatore Prof. Frediani, Bruno
Parole chiave
  • minor salivary glands
  • ghiandole salivari minori
  • biopsy
  • biopsia
  • sindrome di Sjögren
  • Sjögren's syndrome
Data inizio appello
04/11/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
04/11/2089
Riassunto
Background: dato il peso rivestito dagli aspetti istopatologici nei criteri classificativi ACR/EULAR, la biopsia delle ghiandole salivari minori è uno strumento particolarmente utile nella diagnosi della Sindrome di Sjögren. L'obiettivo principale dello studio è quello di valutare il ruolo diagnostico della biopsia delle ghiandole salivari minori nei pazienti con sospetto clinico di Sindrome di Sjögren e di evidenziare le correlazioni tra i profili autoimmunitari dei pazienti sottoposti alla procedura ed i rispettivi reperti istopatologici. Secondariamente, si è voluto valutare il livello di concordanza tra i due sistemi di grading attualmente impiegati, ovvero il grado di Chisholm e Mason ed il Focus Score.
Materiali e metodi: abbiamo valutato retrospettivamente i dati istopatologici e bioumorali dei pazienti sottoposti a biopsia delle ghiandole salivari minori nel sospetto di Sindrome di Sjögren dal Marzo 2011 a Dicembre 2018. La tecnica impiegata per il prelievo bioptico è quella proposta da Guevara-Gutierrez et al. che prevede l'impiego di un punch dal diametro di 4 mm e una sutura riassorbibile 4-0. Tutti i prelievi bioptici sono stati valutati dal dipartimento di anatomia patologica di Siena, mediante il grading di Chisholm e Mason ed il Focus Score. Il reperto istologico si considerava positivo se classificato maggiore od uguale a tre secondo Chisholm e Mason, e/o maggiore od uguale a 1 secondo il Focus Score. Venivano inoltre esaminati i dati riguardanti il profilo autoanticorpale dei pazienti e nello specifico degli anticorpi anti-nucleo, degli antigeni nucleari estraibili, degli anticorpi anti double-strand DNA, del fattore reumatoide e degli anticorpi anti peptidi citrullinati ciclici.
Risultati: nel nostro studio sono stati inclusi 1266 pazienti (108 maschi e 1158 femmine). L’età media +/- deviazione Standard dei pazienti all’esecuzione della biopsia era di 55,22 +/- 13,51 anni (range: 15-87). Sono risultati positive, ad una valutazione istopatologica con grado di Chisholm e Mason 614 biopsie su un totale di 1264 (48.57%). In dettaglio, un grado 0 è stato osservato in 132 casi (10.4%), il grado 1 in 376 casi (29.8%), il grado 2 in 141 soggetti (11.2%), il grado 3 in 287 pazienti (22.7%) ed infine il grado 4 in 327 pazienti (25,9%). La valutazione del Focus Score, eseguita in 714 soggetti, ha condotto ai seguenti risultati: un Focus Score 0 in 338 casi (47.3%); un Focus Score 1 in 242 casi (33.9%); un Focus Score 2 in 95 (13.3%); un Focus Score 3 in 23 casi (3.2%); un Focus Score ≥ 4 in 16 soggetti (2.2%). Sono risultati positivi agli ANA (IFI) 447 pazienti, di questi, in 273 (61,07%) soggetti si riscontrava un reperto istologico suggestivo per Sindrome di Sjögren. La valutazione degli ENA tramite tecnica FEIA era positiva in 263 pazienti su 963 (27.3%). In particolare, gli anti-Ro/SSA erano positivi in 186 pazienti, mentre gli anti-La/SSB in 49. Nella nostra coorte, tutti i pazienti positivi per anti-La/SSB, risultavano essere positivi anche per anti-Ro/SSA. L’ENA-blotting ha evidenziato positività ad anti-Ro/SSA e/o anti-La/SSB in 157 pazienti (139 SSA-52/60 kD e 27 SSB-48). Dei pazienti positivi ad SSA e/o SSB al blotting il 46.49% (n=73) presentavano una istologia positiva per Sindrome di Sjögren. Il Fattore Reumatoide è risultato positivo in 87 pazienti su 256 testati (33.98%). Di questi 87 soggetti, 54 (62.06%) presentavano un quadro istologico positivo. Dei 186 pazienti risultati positivi per anti-Ro/SSA, 129 (69.35%) presentavano un profilo istopatologico suggestivo per SSj, mentre i restanti 57 (30.64%) avevano una biopsia negativa. Su 111 pazienti risultati negativi per la ricerca degli anti-Ro/SSA, risultavano istologicamente positivi 61 (54.95%) e negativi 50 (45.04%). Il sottogruppo di pazienti risultati positivi per anti-La/SSB presentavano una positività del reperto istologico nel 89.79% dei casi. Cinquecentodieci pazienti presentavano un profilo anticorpale ANA/ENA negativo, di questi, 202 hanno eseguito un test ENA immunoblotting. Su 202 pazienti testati, 80 (39.60%) sono risultati positivi alla ricerca degli anti-Ro/SSA (52 e 60 kD) e/o anti-La/SSB (48 kD), di questi, 30 (36.25%) mostravano un reperto istolopatologico positivo per SSj. Cento pazienti presentavano un profilo autoanticorpale negativo per ANA/ENA (FEIA) e ENA immunoblotting. Di questi, 43 pazienti (43%) presentavano positività del reperto istologico. Ad una regressione logistica univariata risultavano predittivi positività istologica i seguenti fattori: il titolo ANA (OR=1.317, p<0.0001), il titolo ENA (OR=1.055, p<0.0001), la positività agli anti-Ro/SSA (OR=1.758, p=0.023), il titolo anti-Ro/SSA (OR=1.005, p=0.003), la positività agli anti-La/SSB (OR=5.951, p<0.0001), la positività al FR (OR=1.980, p=0.004), la positività a anti-CCP (OR=2.826, p=0.005). Il test Kendall tau tra i due sistemi di grading istologico era pari a 0.881 (p<0.0001).
Conclusione: i dati emersi nel nostro studio suggeriscono che la positività istologica della biopsia delle ghiandole salivari minori è strettamente correlata ai reperti di laboratorio, così come la presenza di autoanticorpi associati alla Sindrome di Sjögren ed il loro titolo sono in grado di predire in maniera attendibile i reperti istologici. La biopsia delle ghiandole salivari minori si conferma uno strumento fondamentale per la diagnosi di Sindrome di Sjögren, in quei casi in cui una clinica altamente suggestiva non si associ ad una consensuale positività autoanticorpale.
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