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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10152023-133455


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
VIGNINI, ANDREA
URN
etd-10152023-133455
Titolo
Risoluzione e tutela dei depositi nell’Unione Europea. Criticità e prospettive di riforma
Settore scientifico disciplinare
IUS/10
Corso di studi
SCIENZE GIURIDICHE
Relatori
tutor Prof. Fioritto, Alfredo
Parole chiave
  • EDIS
  • SRM
  • sistemi di garanzia dei depositi
  • Tercas
  • Banca d'Italia
  • FDIC
  • Unione Bancaria Europea
  • deposit protection
  • resolution
Data inizio appello
17/10/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
17/10/2093
Riassunto
La tesi di dottorato qui presentata discute le innovazioni, i significativi progressi, nonché le criticità persistenti nella costruzione di un’Unione Bancaria solida e integrata, con uno sguardo attento al futuro del Single Resolution Mechanism e al suo auspicato, progressivo rafforzamento nel quadro dell’Eurozona. Il tema, esplorato a fondo dalla letteratura nazionale, europea e internazionale negli anni successivi alla crisi dei debiti sovrani in Unione Europea, è tornato di stringente attualità a causa dell’impatto della crisi pandemica, dell’instabilità geopolitica internazionale, degli elevati tassi di inflazione sofferti nell’Eurozona, nonché dalla sostenuta volatilità dei mercati finanziari provocata dal fallimento di importanti banche regionali nella primavera del 2023 negli Stati Uniti. Proprio sulla scorta della crisi delle banche regionali US, nonché dello shotgun wedding tra Credit Suisse e UBS, promosso dalla FINMA per scongiurare un potenziale collasso dei mercati finanziari globali, la Commissione Europea ha emanato un pacchetto di riforme in tema di crisis management and deposit insurance (CMDI) framework, volte ad agevolare la gestione delle crisi delle mid-size banks nell’Unione Europea, evidenziatesi come anello debole della disciplina in materia di risoluzione introdotta nel 2014.
Nell’UE la creazione del Single Resolution Mechanism da parte del legislatore europeo, successiva alla crisi dei debiti sovrani, ha avuto come obiettivi prefissati la centralizzazione degli strumenti di bank crisis management nell’Eurozona, la protezione della stabilità finanziaria, la responsabilizzazione degli investitori, nonché il contenimento dell’intervento pubblico a favore degli istituti di credito in difficoltà, al fine di prevenire le potenziali distorsioni nel mercato unico derivanti dalle diverse capacità finanziarie degli Stati membri e per promuovere il level playing field tra gli operatori del mercato. Alla data di conclusione del lavoro, la pressoché nulla attivazione della risoluzione come procedura di gestione delle crisi, pur in presenza di alcuni rilevanti casi di distress di singoli istituti, ha confermato i timori di chi riconosce nella resolution, così come disegnata dalla BRRD e dal SRMR, uno strumento “for the few, not for the many”. Inoltre, il quadro normativo in materia di gestione delle crisi è stato ulteriormente complicato dalle incertezze normative sui margini di intervento dei fondi nazionali di garanzia dei depositi, generate dalla Commissione Europea con la decisione adottata nel caso Tercas, successivamente annullata dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea nel 2021, ma nel frattempo capace di scoraggiare fortemente il ruolo dei DGS, anche di natura privata, a sostegno degli istituti di credito. In questo senso, ai limiti nella operatività degli strumenti di risoluzione e di intervento alternativo dei DGS si è aggiunta la persistente, marcata frammentazione del mercato bancario dell’Eurozona in tema di tutela dei depositi, sia a livello nazionale che europeo. Nonostante gli sforzi compiuti negli ultimi anni dalla Presidenza dell’Eurogruppo per finalizzare l’introduzione di un European Deposit Guarantee Scheme (EDIS), il progetto è naufragato in ragione della vigorosa resistenza opposta da numerosi Stati membri. In particolare, alcuni Paesi sostengono che nessun tipo di passo avanti nella realizzazione di un EDIS possa e debba essere compiuto senza un processo di riduzione del rischio di alcuni dei sistemi bancari nazionali considerati più instabili e a rischio default. La preoccupazione maggiore di alcune cancellerie europee rispetto alla realizzazione di un fully-fledged EDIS risiede nel timore che i sistemi bancari che godono di maggiore solidità (e, di conseguenza, i loro contribuenti) debbano trovarsi a sopportare gli oneri finanziari derivanti dalle crisi di istituti di credito di Paesi che non abbiano realizzato le riforme necessarie, tese a garantire un elevato grado di stabilità finanziaria. Per queste ragioni, il presente lavoro di ricerca mette in luce le significative interrelazioni fra resolution e deposit protection nel quadro dell’Unione Bancaria, nonché le posizioni assunte dagli Stati membri nel negoziare l’introduzione del suo terzo pilastro. Partendo dalla proposta di creazione di EDIS avanzata dalla Commissione nel 2015, i cui livelli di integrazione amministrativa e armonizzazione normativa sono stati ritenuti precoci e troppo approfonditi da alcuni stati membri, il lavoro di ricerca discute il rafforzamento del SRM guardando al suo potenziale sviluppo secondo il modello di un European Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC). Numerosi sono stati, infatti, sia a livello italiano che internazionale, gli appelli e le proposte normative volte a elaborare un nuovo SRM framework nel solco dell’esperienza maturata dalla FDIC, il sistema di garanzia dei depositi statunitense introdotto con successo negli anni della Grande Depressione negli USA, a seguito della crisi finanziaria del 1929.
Nelle conclusioni, anche in ragione del negoziato in corso a livello europeo per la definizione di nuove regole in materia di bank crisis management, il lavoro indica le modalità con cui gli attori istituzionali europei possono convergere su un quadro normativo capace di ridurre la frammentazione del mercato bancario europeo, in particolare attraverso la condivisione e l’ulteriore centralizzazione a livello dell’Eurozona delle risorse e dei poteri di intervento delle autorità europee in materia di crisi.

The doctoral dissertation presented here discusses the innovations, significant progress, as well as persistent critical issues in the development of a robust and integrated European Banking Union, taking a close look at the future of the Single Resolution Mechanism and advocating its progressive strengthening within the European Monetary Union. The topic had been extensively explored in the national, European, and international literature in the years following the sovereign debt crisis, and has become topical again in the academic and political debate in light of the threats to economic instability caused to the Eurozone by the pandemic turmoil, the international geopolitical uncertainty, the high inflation rates, as well as the sustained volatility of financial markets determined by the failure of major regional banks in the US in the spring of 2023. In the wake of the US financial turmoil of 2023, and as a response to the shotgun wedding between Credit Suisse and UBS promoted by FINMA to avert a potential collapse of global financial markets, the European Commission proposed a new crisis management and deposit insurance (CMDI) package, specifically aimed at reforming crisis management for mid-sized banks, for which the current resolution framework has proven particularly challenging to apply.
In the EU, the creation of the Single Resolution Mechanism by the European legislator, in the aftermath of the sovereign debt crisis, had among its objectives the centralization of bank crisis management tools at the Eurozone level, the protection of financial stability, the empowerment of investors, and the containment of public intervention in favor of distressed credit institutions. At the same time, the SRM aimed at preventing potential distortions to the European single market arising from the different budgetary capacities of Member States (MSs), and to promote the level playing field among market participants. At the date of the conclusion of this dissertation, the almost non-existent activation of resolution as a crisis management procedure, despite the emergence in the past years of specific relevant cases of distress of individual institutions, confirmed the concerns of those who consider the resolution in the SRM as a tool suitable “for the few, not for the many”. In addition, bank crisis management has been further complicated by the regulatory uncertainties surrounding the scope of intervention of national deposit guarantee schemes, resulting from the European Commission’s decision in the Tercas case, which had strongly discouraged the use of DGS in support of credit institutions in distress, including those private in nature, before being annulled by the Court of Justice of the European Union in a landmark case on the matter in 2021. In this sense, the limitations in the operability of resolution and DGSs’ alternative intervention tools have been compounded by the persistent, marked fragmentation of the Eurozone banking market in terms of deposit protection, both at the national and European levels. Despite the efforts in recent years by the Eurogroup presidency to promote the introduction of a European Deposit Guarantee Scheme (EDIS), the project has foundered due to vigorous resistance opposed by many MSs. Several countries argue that it is undesirable to move forward with the EDIS project without having MSs more exposed to default embarking in a thorough de-risking of their national banking sectors. These European chancelleries fear that, with the implementation of a fully-fledged EDIS, more stable banking systems (and consequently, their taxpayers) would bear the costs potentially resulting from the collapse of financial institutions incorporated in countries that have not yet carried out the necessary reforms aimed at ensuring a higher degree of financial stability. For these reasons, the dissertation dwells extensively on the relations between resolution and deposit protection within the Banking Union, and the national stance taken by MSs in negotiating the implementation of its third Pillar. Starting with the Commission’s 2015 proposal for the creation of EDIS, whose levels of administrative integration and regulatory harmonization were deemed to be too premature and extensive by some MSs, the dissertation discusses the strengthening of SRM by looking at its potential development along the lines of a European Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC). Indeed, there have been several proposals from academia, think tanks, and institutions advocating for the design of a new SRM framework, modeled on the successful experience offered by the FDIC, the U.S. deposit guarantee scheme introduced in the U.S. during the Great Depression in the aftermath of the 1929 financial crisis.
In the conclusions, considering the ongoing negotiation at the European level of the new bank crisis management rules, the dissertation urges the European institutions to converge on a regulatory framework capable of reducing the European banking market’s fragmentation, through the sharing and further centralization at the Eurozone level of the resources and powers of intervention of European authorities.
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