Tesi etd-10152019-185500 |
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Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (4 anni)
Autore
PELAGATTI, ALESSIO
URN
etd-10152019-185500
Titolo
Revisione della letteratura sull'uso delle vibrazioni focali e studio pilota sul trattamento della spasticità
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA FISICA E RIABILITATIVA
Relatori
relatore Prof. Chisari, Carmelo
Parole chiave
- arto superiore
- meccanismi neurofisiologici
- revisione della letteratura
- scale funzionali
- spasticità
- vibrazioni focali
Data inizio appello
08/11/2019
Consultabilità
Completa
Riassunto
Nel lavoro in oggetto è stata revisionata la letteratura inerente l'uso delle vibrazioni focali in stroke, sclerosi multipla e paralisi cerebrali infantili sia per quanto riguardi la spasticità che la funzionalità di arti superiori e inferiori ed abbiamo eseguito uno studio pilota sul trattamento della spasticità dell’arto superiore negli esiti di ictus.
Nella letteratura le vibrazioni focali sono state associate sia a esoscheletri, che a trattamenti riabilitativi di rinforzo che alla tecnica fisioterapica kabat ed in tutti gli studi esaminati emerge la loro utilità sia per quanto riguardi la riduzione della spasticità che per quanto riguardi il miglioramento della funzionalità.
Nel nostro studio compariamo l'associazione di vibrazioni focali e isocinetica con TENS e isocinetica, valutando i pazienti prima del trattamento e a 1 giorno dalla fine dil trattamento di 10 sedute con scale cliniche inerenti l'arto superiore.
Nel gruppo in cui vengono associate le vibrazioni focali all'isocinetica, oltre a esserci una maggiore riduzione della scala MAS, si ha una riduzione significativa (p=0.05) dei tempi dei task motori della scala Wolf e un trend di miglioramento di tutte le scale cliniche che però non raggiungono la soglia per la significatività.
Il punteggio della scala MAS diminuisce di almeno una unità nei distretti trattati e di una nel distretto a valle.
Nel gruppo TENS si ha un trend di miglioramento riguardo i tempi per svolgere i task motori della Wolf Motor Function ma i miglioramenti non raggiungono la soglia per la significatività statistica in nessuno dei due pazienti.
Con la valutazione strumentale nei pazienti Vibra si è riusciti a aumentare per 3 volte l’aROM in entrambi i distretti trattati mentre in un paziente TENS non è aumentato in nessun distretto e nell’altro è stato possibile aumentarlo tre volte ma in un solo distretto.
Il fatto che in nessuno dei 2 gruppi i pazienti abbiano avuto percezione del miglioramento, fa pensare che serva un trattamento di maggiore durata.
Nella letteratura le vibrazioni focali sono state associate sia a esoscheletri, che a trattamenti riabilitativi di rinforzo che alla tecnica fisioterapica kabat ed in tutti gli studi esaminati emerge la loro utilità sia per quanto riguardi la riduzione della spasticità che per quanto riguardi il miglioramento della funzionalità.
Nel nostro studio compariamo l'associazione di vibrazioni focali e isocinetica con TENS e isocinetica, valutando i pazienti prima del trattamento e a 1 giorno dalla fine dil trattamento di 10 sedute con scale cliniche inerenti l'arto superiore.
Nel gruppo in cui vengono associate le vibrazioni focali all'isocinetica, oltre a esserci una maggiore riduzione della scala MAS, si ha una riduzione significativa (p=0.05) dei tempi dei task motori della scala Wolf e un trend di miglioramento di tutte le scale cliniche che però non raggiungono la soglia per la significatività.
Il punteggio della scala MAS diminuisce di almeno una unità nei distretti trattati e di una nel distretto a valle.
Nel gruppo TENS si ha un trend di miglioramento riguardo i tempi per svolgere i task motori della Wolf Motor Function ma i miglioramenti non raggiungono la soglia per la significatività statistica in nessuno dei due pazienti.
Con la valutazione strumentale nei pazienti Vibra si è riusciti a aumentare per 3 volte l’aROM in entrambi i distretti trattati mentre in un paziente TENS non è aumentato in nessun distretto e nell’altro è stato possibile aumentarlo tre volte ma in un solo distretto.
Il fatto che in nessuno dei 2 gruppi i pazienti abbiano avuto percezione del miglioramento, fa pensare che serva un trattamento di maggiore durata.
File
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