Tesi etd-10142019-105221 |
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Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (4 anni)
Autore
MAGGIORINI, LAVINIA
URN
etd-10142019-105221
Titolo
Prevenzione della MEFN: gestione della donna RhD negativa in gravidanza, appropriatezza ed efficacia dell'immunoprofilassi anti-D nell`esperienza del SIMT di Livorno
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
PATOLOGIA CLINICA E BIOCHIMICA CLINICA
Relatori
relatore Prof.ssa Pellegrini, Silvia
correlatore Dott.ssa Ceretelli, Silvia
correlatore Dott.ssa Ceretelli, Silvia
Parole chiave
- gravidanza
- immunoprofilassi
- malattia emolitica del neonato
- RhD
- SIMT Livorno
Data inizio appello
12/11/2019
Consultabilità
Completa
Riassunto
INTRODUZIONE. Nel presidio ospedaliero di Livorno le donne in gravidanza vengono seguite attraverso un percorso diagnostico-clinico-preventivo che segue le normative regionali e che vede la cooperazione di figure professionali multidisciplinari.In questo percorso il medico trasfusionista ha un ruolo centrale nell’esecuzione dei test di screening e di eventuali approfondimenti che forniscano al ginecologo-ostetrico le informazioni sull’assetto immunoematologico delle pazienti su cui vengono modulate le scelte clinico-terapeutiche. Il 1 marzo 2019 con la delibera 1371 sono entrate in vigore importanti novità introdotte dalla Regione Toscana nel percorso nascita; sono state inserite nuove prestazioni, in particolare alcuni test per determinare il rischio di gravidanza con anomalie cromosomiche e la somministrazione di immunoprofilassi anti-D a partire dalla 28° settimana come procedura di routine. Questo lavoro nasce dall’esigenza di verificare l’appropriatezza e l‘efficacia del percorso dedicato alla donna in gravidanza riguardo la gestione degli esami di screening e della somministrazione di immunoprofilassi.
MATERIALI E METODI. Nello studio sono stati analizzati i campioni delle 970 donne che hanno partorito nell'anno 2018 nel presidio Ospedaliero di Livorno e il percorso diagnostico-preventivo dedicato alla donna in gravidanza è stato valutato considerando due indicatori di monitoraggio tra quelli suggeriti dalle raccomandazioni SIMTI per la prevenzione del MEFN: la percentuale di donne RhD negative non immunizzate che hanno ricevuto la profilassi antenatale a 28 settimane e la percentuale di donne RhD negative on immunizzate che hanno ricevuto Ig anti-D dopo il parto di un neonato Rhd positivo.
RISULTATI. Nel nostro campione delle 68 donne RhD negative che hanno partorito un neonato RhD positivo, 35 donne (51 % ) hanno ricevuto immunoprofilassi alla 28° settimana, previo test di Coombs indiretto negativo,come previsto dalla normativa regionale. Il 100% delle donne che hanno ricevuto immunoprofilassi ha mostrato un regolare decremento del titolo anticorpale nel corso della gravidanza, ad indicare l’assenza di allo-immunizzazione. I valori del nostro indicatore risultano in linea con i dati riportati in letteratura secondo cui i casi di immunizzazione anti-D dopo l’introduzione di immunoprofilassi alla 28 settimana sono scesi allo 0,1-0,3%. Da sottilineare che 33 donne (48%) del nostro campione non hanno effettuato immunoprofilassi alla 28 settimana di EG e le motivazioni di tale scelta non sono pervenute al SIMT. Con l’introduzione delle nuove prestazioni nel Libretto regionale di gravidanza si prevede un incremento dell’adesione al protocollo di prevenzione che verosimilmente sarà applicato a tutte le donne RhD negative con test di Coombs negativo. Il 100 % delle donne, che al momento del parto risultavano non sensibilizzate (titoli anticorpali anti-D < 1.32),ha ricevuto regolare immunoprofilassi (Raccomandazione SIMTI n° 22) ma solo il 10% delle donne ha effettuato il controllo del test di coombs indiretto a 6 mesi dal parto; questa mancanza di aderenza rende difficile valutare l’efficacia della profilassi post-partum e pone l’attenzione sulla necessità di mettere in atto protocolli che assicurino la continuità dei controlli sulle donne a rischio di allo-immunizzazione anche nel periodo post partum.
MATERIALI E METODI. Nello studio sono stati analizzati i campioni delle 970 donne che hanno partorito nell'anno 2018 nel presidio Ospedaliero di Livorno e il percorso diagnostico-preventivo dedicato alla donna in gravidanza è stato valutato considerando due indicatori di monitoraggio tra quelli suggeriti dalle raccomandazioni SIMTI per la prevenzione del MEFN: la percentuale di donne RhD negative non immunizzate che hanno ricevuto la profilassi antenatale a 28 settimane e la percentuale di donne RhD negative on immunizzate che hanno ricevuto Ig anti-D dopo il parto di un neonato Rhd positivo.
RISULTATI. Nel nostro campione delle 68 donne RhD negative che hanno partorito un neonato RhD positivo, 35 donne (51 % ) hanno ricevuto immunoprofilassi alla 28° settimana, previo test di Coombs indiretto negativo,come previsto dalla normativa regionale. Il 100% delle donne che hanno ricevuto immunoprofilassi ha mostrato un regolare decremento del titolo anticorpale nel corso della gravidanza, ad indicare l’assenza di allo-immunizzazione. I valori del nostro indicatore risultano in linea con i dati riportati in letteratura secondo cui i casi di immunizzazione anti-D dopo l’introduzione di immunoprofilassi alla 28 settimana sono scesi allo 0,1-0,3%. Da sottilineare che 33 donne (48%) del nostro campione non hanno effettuato immunoprofilassi alla 28 settimana di EG e le motivazioni di tale scelta non sono pervenute al SIMT. Con l’introduzione delle nuove prestazioni nel Libretto regionale di gravidanza si prevede un incremento dell’adesione al protocollo di prevenzione che verosimilmente sarà applicato a tutte le donne RhD negative con test di Coombs negativo. Il 100 % delle donne, che al momento del parto risultavano non sensibilizzate (titoli anticorpali anti-D < 1.32),ha ricevuto regolare immunoprofilassi (Raccomandazione SIMTI n° 22) ma solo il 10% delle donne ha effettuato il controllo del test di coombs indiretto a 6 mesi dal parto; questa mancanza di aderenza rende difficile valutare l’efficacia della profilassi post-partum e pone l’attenzione sulla necessità di mettere in atto protocolli che assicurino la continuità dei controlli sulle donne a rischio di allo-immunizzazione anche nel periodo post partum.
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