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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10132020-223749


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
LOLLINI, DIEGO
URN
etd-10132020-223749
Titolo
Mespere Life Science Solution CO Monitoring: validazione di un nuovo metodo non invasivo per la misurazione di parametri emodinamici.
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
ANESTESIA, RIANIMAZIONE, TERAPIA INTENSIVA E DEL DOLORE
Relatori
relatore Prof. Forfori, Francesco
relatore Dott. Roncucci, Paolo
Parole chiave
  • monitoraggio emodinamico
  • portata cardiaca
  • cardiac output
Data inizio appello
04/11/2020
Consultabilità
Completa
Riassunto
I pazienti critici richiedono spesso un monitoraggio emodinamico stretto, che permetta di amministrare fluidi con parsimonia, aggiustare le dosi di farmaci inotropi e vasoattivi quando necessario. Inoltre, risulta indispensabile per raggiungere un'efficace rianimazione rilevare e monitorare la funzione cardiaca. La spinta a misurare il cardiac output (CO) deriva dal fatto che condizioni di bassa portata sono gravate da un alto tasso di mortalità. Le cause che possono portare a questo sono molteplici: inadeguato volume di riempimento, eccessivo post-carico, ridotta contrattilità, funzione diastolica alterata, problemi valvolari, aritmie. Avere monitor che aiutino a indirizzare l’intensivista a capire le cause di shock risulta pertanto essenziale per riuscire a calcolare la delivery dell'ossigeno (DO) e ottimizzare questo valore. Ben sapendo che l'utilizzo di metodi invasivi come il catetere di Swan-Ganz sono considerati il gold standard, numerose problematiche inficiano il suo utilizzo e i metodi non invasivi hanno acquistato rilevanza perché associati a minori complicanze. Sono inoltre caratterizzati da una buona attendibilità visto l'incremento di accuratezza e precisione con lo svilupparsi di nuovi software.
Con questo studio ci siamo approcciati alla valutazione di un nuovo metodo non invasivo per la misurazione del CO e della saturazione venosa centrale. L'obiettivo principale di questo lavoro è stato mettere a confronto il valore di cardiac output (CO) e stroke volume (SV) calcolati, da una parte attraverso l'ossimetria della vena giugulare interna destra mediante il dispositivo Mespere e il suo modello algoritmico (basato sul principio di Fick), e dall'altra la stima ecocardiografica del CO attraverso il metodo VTI (Time Velocity Index). Quest'ultimo metodo correla bene con i risultati di CO ottenuti con la termodiluizione. I dati ecocardiografici sono raccolti al tratto di efflusso del ventricolo sinistro (LVOT: Left Ventricular Outflow tract). Questo metodo è basato sul prodotto tra un integrale dell'onda pulsata del flusso al tratto di efflusso aortico (misurato in una proiezione apicale in cinque camere) e l'area della valvola aortica misurata in asse lungo parasternale. Lo scopo è stato quello di dimostrare l'equivalenza o la non inferiorità nella misurazione del CO con il dispositivo Mespere rispetto al metodo VTI con ecografia transtoracica; il processo ha richiesto continua revisione dei dati e ottimizzazione degli algoritmi.
Sono stati sottoposti a monitoraggio con Mespere 22 pazienti ricoverati presso la U.O. di Anestesia e Rianimazione degli Spedali Riuniti di Livorno, dopo raccolta del consenso informato ed ecocardiografia transtoracica.
Di questi pazienti è stato studiato lo Stroke Volume e il Cardiac Output.
I parametri analizzati ottenuti con le due tecniche sono quindi stati posti a confronto. L’analisi statistica, che ha utilizzato il metodo Bland-Altman eseguita sui risultati ottenuti circa la misurazione del CO e dello SV ha dimostrato che le due metodiche forniscono risultati non del tutto congruenti.

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