Tesi etd-10132014-104027 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CASINI, MARCELLO
URN
etd-10132014-104027
Titolo
IL CULTO DI ARTEMIDE AD ATENE
LA DOCUMENTAZIONE ARCHEOLOGICA
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
ARCHEOLOGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Massa, Morella
Parole chiave
- Nessuna parola chiave trovata
Data inizio appello
03/11/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il primo capitolo è dedicato all’esame del culto di Artemide con l’epiclesi di Brauronia, con particolare riguardo al suo santuario cittadino. Partendo da una breve analisi topografica e architettonica del complesso, saranno presi in considerazione vari reperti rinvenuti sull’acropoli e attribuiti al contesto artemideo. Non potendo prescindere da un riferimento al santuario “madre” di Brauron, sarà poi analizzato il rito principale del culto della dea in riferimento ad una particolare classe ceramica, soffermandosi ampiamente sul significato delle scene su questa raffigurate. Uno spazio privilegiato nella trattazione avrà la veste color croco, simbolo imprescindibile del rituale, e la figura dell’orsa, animale sacro alla divinità. Da ultimo verrà presa in considerazione la festa all’interno della quale si espletava il culto e venivano celebrati i riti.
Nella trattazione del culto di Artemide Aristoboule, che occupa il secondo capitolo, percorreremo, in primo luogo, la storia degli studi attraverso l’analisi delle varie proposte d’identificazione del sito dello hieron menzionato da Plutarco, passando poi agli elementi architettonici e ai reperti rinvenuti nel 1958 non lontano dall’agora da Threpsiades e successivamente studiati e pubblicati da Vanderpool, e alla discussione scaturita dall’identificazione di questo complesso con il santuario di Artemide Aristoboule. Dopo una breve messa a punto della cronologia del santuario, si cercherà di analizzare le varie ricostruzioni del culto attraverso le affinità che Aristoboule detiene con altre epiclesi riferite ad Artemide, benché l’esiguità dei dati in nostro possesso non permetta di giungere a conclusioni inoppugnabili. Infine, si mostrerà che l’identificazione del santuario rinvenuto nel 1958 con lo hieron di Aristoboule è assai probabile, e benché non sia possibile individuare elementi incontrovertibili che confermino archeologicamente l’iniziativa di Temistocle, tratteremo nell’ultimo paragrafo le plausibili motivazioni che hanno portato questo personaggio ad incentrare la propria propaganda politica sulla figura di questa divinità.
Nel terzo e ultimo capitolo,dedicato ad Artemide Agrotera, dopo un’accurata rassegna delle proposte di localizzazione del tempio della divinità, sarà dedicato un paragrafo al c.d. “Tempietto sull’Ilisso”, quello sul quale convergono le preferenze degli autori moderni riguardo all’identificazione con il naos della divinità. In questo si farà storia degli studi per quanto riguarda l’edificio, la sua cronologia e la sua titolarità, non prima però di aver fornito una descrizione fisica del complesso e del suo fregio. Passeremo poi all’analisi del culto, cercando di ricostruirne i gli elementi principali attraverso l’utilizzo delle fonti letterarie ed epigrafiche, tentando anche un inquadramento cronologico, argomento sul quale le opinioni sono assai discordi. Per finire, ci concentreremo sulla connessione voluta dalla tradizione ateniese tra tale culto e la battaglia di Maratona, mirata essenzialmente all’autocelebrazione della polis.
Nella trattazione del culto di Artemide Aristoboule, che occupa il secondo capitolo, percorreremo, in primo luogo, la storia degli studi attraverso l’analisi delle varie proposte d’identificazione del sito dello hieron menzionato da Plutarco, passando poi agli elementi architettonici e ai reperti rinvenuti nel 1958 non lontano dall’agora da Threpsiades e successivamente studiati e pubblicati da Vanderpool, e alla discussione scaturita dall’identificazione di questo complesso con il santuario di Artemide Aristoboule. Dopo una breve messa a punto della cronologia del santuario, si cercherà di analizzare le varie ricostruzioni del culto attraverso le affinità che Aristoboule detiene con altre epiclesi riferite ad Artemide, benché l’esiguità dei dati in nostro possesso non permetta di giungere a conclusioni inoppugnabili. Infine, si mostrerà che l’identificazione del santuario rinvenuto nel 1958 con lo hieron di Aristoboule è assai probabile, e benché non sia possibile individuare elementi incontrovertibili che confermino archeologicamente l’iniziativa di Temistocle, tratteremo nell’ultimo paragrafo le plausibili motivazioni che hanno portato questo personaggio ad incentrare la propria propaganda politica sulla figura di questa divinità.
Nel terzo e ultimo capitolo,dedicato ad Artemide Agrotera, dopo un’accurata rassegna delle proposte di localizzazione del tempio della divinità, sarà dedicato un paragrafo al c.d. “Tempietto sull’Ilisso”, quello sul quale convergono le preferenze degli autori moderni riguardo all’identificazione con il naos della divinità. In questo si farà storia degli studi per quanto riguarda l’edificio, la sua cronologia e la sua titolarità, non prima però di aver fornito una descrizione fisica del complesso e del suo fregio. Passeremo poi all’analisi del culto, cercando di ricostruirne i gli elementi principali attraverso l’utilizzo delle fonti letterarie ed epigrafiche, tentando anche un inquadramento cronologico, argomento sul quale le opinioni sono assai discordi. Per finire, ci concentreremo sulla connessione voluta dalla tradizione ateniese tra tale culto e la battaglia di Maratona, mirata essenzialmente all’autocelebrazione della polis.
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