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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-10122020-171538


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BELLISSIMO, SIMONA
URN
etd-10122020-171538
Titolo
La decorazione a tarsia lavica della cattedrale di Palermo: origine e diffusione dell'intarsio policromo in Italia meridionale e in Sicilia nell'età normanna.
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof. Ascani, Valerio
Parole chiave
  • Sicilia
  • Normanni
  • Tarsia
Data inizio appello
16/11/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
16/11/2060
Riassunto

La tarsia policroma, ottenuta componendo in un precostituito ordine estetico pietre murarie di diverso colore, è una tecnica artistica già ampiamente diffusa nella tarda antichità e che ha trovato nell’Italia meridionale normanna il suo massimo splendore.
Questo studio si basa su un’analisi storico-artistica della decorazione a tarsia lavica presente nel prospetto orientale della cattedrale di Palermo, realizzata verosimilmente negli anni di fondazione della fabbrica, alla fine del XII secolo, per volere del re Guglielmo II e dell’arcivescovo Gualtiero. L’episodio palermitano è peraltro uno dei capitoli più rilevanti e complessi nel panorama artistico e architettonico medievale normanno, e che ha infatti interessato generazioni di studiosi.
In una prima parte di questa indagine ho ritenuto necessario riesaminare le tematiche emerse dall’analisi di una ricca e varia storia degli studi, con fonti antiche e moderne riguardanti la fondazione e l’edificazione della cattedrale di Palermo; passando poi ad un approfondimento sugli attori principali dell’edificazione della cattedrale quali vescovo e committente. Per tracciare l’evoluzione architettonica, tipologica e formale della cattedrale, nella seconda parte degli studi storici più strettamente incentrati sull’architettura, è stato opportuno eseguire un excursus sulle diverse fasi costruttive susseguitesi fino al XVIII secolo. Nel luogo in cui oggi si erge la cattedrale palermitana, le fonti erudite attestano la presenza di una prima chiesa cristiana già in epoca bizantina, successivamente trasformata in moschea dopo l’occupazione araba di Palermo nell’ 831. L’edificio sarà restituito al culto cristiano in seguito alla conquista normanna dell’isola e la presa di Palermo nel 1072; infine la nuova fabbrica palermitana, realizzata per volere di Guglielmo II è stata consacrata nel 1185 dal vescovo Gualtiero.
La cattedrale di Palermo, così come la vediamo oggi, è un edificio eclettico e stratificato, sintesi di molteplici trasformazioni stilistiche e architettoniche susseguitesi nel corso dei secoli dalla sua fondazione. A conclusione degli studi storici è stato utile soffermarmi sulla questione dei restauri, realizzati tra l’XVIII e il XX secolo. Attraverso l’analisi delle fonti più antiche e le poche pubblicazioni sui lavori più recenti, è stato possibile individuare le parti del paramento murario esterno soggette a modifiche e rifacimenti, in vista della personale mappatura delle tarsie.
Dopo un preliminare studio sulla fondazione, costruzione e restauri della fabbrica palermitana, è stato indispensabile ricercare il luogo primario di nascita e sviluppo della tarsia policroma in epoca normanna, eseguendo quindi un confronto stilistico con i primi episodi ad intarsio nati tra X e XII secolo in Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia. È stato possibile sottolineare, confermando la tesi proposta da Antonio Cadei, che la tarsia policroma, nata in Campania negli edifici salernitani nell’età di Roberto il Guiscardo, sia legata a particolari momenti filopapali della politica degli Altavilla, e che si sia diffusa nel regno tramite gli stessi principi normanni o dai monaci benedettini. La tendenza generale, è stata quella di un progressivo arricchimento del repertorio di motivi decorativi geometrici e dell’estensione delle superfici interessate, oltreché della sempre più frequente associazione delle tarsie agli archi intrecciati. Veri protagonisti dei primi momenti, fino alla seconda metà del XII secolo, sono state le cornici rettilinee a losanghe e i dischi con motivi elementari, evoluti successivamente in geometrie intricate nei monumenti più maturi siciliani.
La tarsia policroma normanna è comparsa per la prima volta in Sicilia orientale nel Val Demone nei primi anni del XII secolo e, presenta legami culturali e stilistici con i più elementari intarsi delle prime costruzioni tirreniche campane e calabre. Nella Sicilia centro occidentale invece, il linguaggio figurativo degli intarsi, comparsi soltanto dopo la seconda metà del XII secolo, è certamente più ricco ed elaborato perché contaminato da influenze islamiche e fatimide.
Dalle più sobrie formulazioni ad intarsio della chiesa di Santo Spirito e del campanile della Martorana, la tecnica dell’intarsio policromo raggiunge il suo massimo splendore nelle esuberanti geometrie delle absidi di Monreale e Palermo, dove la decorazione è diffusa in ogni singolo elemento architettonico della muratura.
La cattedrale palermitana non ha soltanto tenuto conto di tutti i modelli precedenti, ma ha arricchito ulteriormente il linguaggio figurativo dei suoi decori, introducendo una ricca varietà di figure geometriche, intrecci, croci e tralci realizzati con eccellente maestria; certamente influenzate dalla cultura fatimida, ancora presente a Palermo alla fine del XII secolo. È quindi possibile dedurre che i motivi decorativi meridionali, giunti in Sicilia siano stati sapientemente filtrati ed elaborati tenendo conto della cultura e della tradizione locale.
Per completare la trattazione è stata utile una catalogazione topografica e iconografica completa dell’apparato decorativo a tarsia lavica del prospetto orientale della cattedrale di Palermo. Le otto schede che compongono questo catalogo, con una prima parte descrittiva e una di commento, sono accompagnate da un completo repertorio iconografico, dove vengono mostrati tutti i singoli motivi a tarsia a cui si fa riferimento.
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