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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10122015-191104


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CARDINALI, MARIA LETIZIA
URN
etd-10122015-191104
Titolo
"You shall be mine": vampirismo omoerotico dall'Ottocento ai giorni nostri
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
LINGUE E LETTERATURE MODERNE EUROAMERICANE
Relatori
relatore Prof. Grilli, Alessandro
Parole chiave
  • Anne Rice
  • Byron
  • Dracula
  • gothic literature
  • homosexuality
  • letteratura gotica
  • omosessualità
  • queer
  • vampirism
  • vampirismo
Data inizio appello
09/11/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il vampiro è una delle figure dell’orrore più vive nell’immaginario contemporaneo. Che lo si identifichi con Dracula, con Lestat De Lioncourt o con – più recentemente – Edward Cullen, è chiaro che da due secoli a questa parte il suo fascino è rimasto inalterato.
Questo accade, probabilmente, poiché il vampiro è una figura che ha l’adattamento, per così dire, nel sangue.
In pochi oggi conoscono Lord Ruthven, ma è dal giorno in cui quel primo vampiro fuggì, scampando alla cattura dei suoi inseguitori, che i suoi discendenti di carta, inchiostro e celluloide infestano gli incubi dei comuni mortali.
Il mimetismo del vampiro, la sua capacità intrinseca di modificarsi, il suo vivere assorbendo sangue o energia da altri organismi, queste ed altre caratteristiche lo rendono il candidato ideale a rappresentare il lato oscuro dell’animo umano o di intere epoche. Perché è vero che ogni epoca – ed è il caso di dire ogni uomo – può avere non solo il vampiro che si merita, ma anche il vampiro che desidera.
In particolare, uno dei fili che legano alcune fra le più note opere appartenenti al genere è quello dell’omoerotismo. Vi sono, chiaramente con sfumature diverse, alcuni racconti e romanzi che presentano in maniera più o meno esplicita il vampiro come collegato all’omosessualità.
La tesi si propone di ripercorrere, attraverso l’analisi di alcuni singoli testi, il filo che lega il mondo queer a quello del vampiro.
Le basi di tutto questo le troviamo in The Vampyre, di John William Polidori, che è il racconto preso in esame nel primo capitolo.
Il capitolo ha un incipit quasi narrativo che trasporta il lettore nel giugno del 1816, fino a Villa Diodati, e mostra in che modo è nata la figura del vampiro moderno. Viene poi brevemente analizzata la vicenda narrata in The Vampyre, in modo da mostrare come abbia posto le basi dell’omosocialità maschile nella letteratura di genere. Non si è voluto insistere in maniera troppo esplicita sul legame tra Ruthven e Aubrey, poiché di rapporto omoerotico in senso stretto non si tratta. Tuttavia è un’interessante proiezione del rapporto fra Polidori e Lord Byron, che gli ha ispirato la figura di Ruthven, e offre interessanti spunti di lettura queer.
Il secondo capitolo prende le mosse dall’analisi del poema Christabel, di Samuel Taylor Coleridge, a partire dal quale si passa a parlare di Carmilla che ne è, per tematiche e personaggi, di diretta derivazione.
Dopo queste prime due parti per così dire “tematiche”, vengono ripresi e ampliati alcuni elementi già trattati in precedenza. Il terzo capitolo si riallaccia, infatti, al tema della donna vampiro omoerotica come espressione letteraria dei turbamenti legati alla crescita del femminismo nella società ottocentesca. In seguito il capitolo affronta il medesimo problema, il vampiro omoerotico, dal punto di vista maschile. Ne emerge un punto di vista più intimo, dall’impronta meno sociale, poiché nell’uomo non c’è nessuna donna fatale da distruggere ma un represso da portare alla luce.
Il capitolo si conclude con l’analisi del racconto breve Manor, di Karl Ulrichs, vera e quasi sconosciuta “mosca bianca” della produzione vampiresca (o, se è per questo, di quella omoerotica in generale) del periodo.
Il quarto capitolo prenderà in esame il celeberrimo Dracula, di Bram Stoker, stavolta alla luce di un represso portato in superficie col solo scopo di essere abbattuto. Gli anni sono quelli del processo a Wilde e il vampiro stesso ne risente. Lo dimostra The True Story of the Vampire, di Eric Stenbock, lo dimostra lo stesso Dracula nello stabilire e fissare uno standard di vampiro che resterà predominante almeno fino agli anni ’70. Questo mentre una sottocultura di vampirismo omoerotico a forte componente voyeuristica e pornografica percorre ininterrottamente tutto il secolo fino alla contemporaneità.
Il 1976, con l’uscita di Interview with the Vampire di Anne Rice, segna in qualche modo un nuovo inizio, con vampiri che si allontanano dalla figura di Dracula per avvicinarsi, invece, a quella del byroniano Ruthven. La saga delle Vampire Chronicles conta al momento tredici volumi, di cui l’ultimo uscito nel 2014, e porta definitivamente alla ribalta il vampiro queer.
L’ultimo capitolo prenderà brevemente in esame proprio Interview with the Vampire, mostrando in che modo si ricolleghi alla produzione precedente e abbia condizionato quella successiva, influendo sulla visione stessa che attualmente si ha del vampiro.
La tesi si concluderà con un breve excursus riguardo al vampiro omoerotico in epoca contemporanea, per cercare di comprendere il motivo del suo continuo successo nonostante l’attuale ritorno di un’eteronormatività predominante.
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