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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10112021-231011


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
LIMITONE, LUCA
URN
etd-10112021-231011
Titolo
I crimini di guerra italiani durante l'occupazione dei Balcani (1941-'43) : il caso Roatta
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E CIVILTA
Relatori
relatore Prof. Fulvetti, Gianluca
Parole chiave
  • crimini di guerra fascisti
  • epurazione
  • mancata Norimberga
  • occupazione Balcani
  • processi ai fascisti
  • Roatta
Data inizio appello
15/11/2021
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
La tesi intende affrontare la questione dell'impunità garantita ai criminali di guerra italiani nel dopoguerra per le azioni commesse durante l'occupazione di Balcani tra il 1941 e il 1943. La prima parte è dedicata alle caratteristiche dell'occupazione italiana in Jugoslavia, Albania e Grecia, in particolare le strategie di repressione del movimento resistenziale e la guerra ai civili realizzata attraverso processi sommari, fucilazioni, deportazioni e allestimento di campi di concentramento per civili. Nella seconda parte si descrive la strategia dei governi italiani rispetto alla richiesta di estradizione dei criminali di guerra. Grazie alla nuova congiuntura internazionale scaturita dallo scoppio della Guerra Fredda e alla complicità degli alleati il governo italiano evitò la consegna dei propri criminali di guerra nei paesi che ne avevano fatto richiesta, assicurandone di fatto l'impunità. Nell'ultima parte della tesi si analizza il percorso militare e giudiziario del generale Roatta, uno dei principali indiziati per i crimini di guerra commessi durante l'occupazione dei Balcani. La sua fuga avvenuta il 5 marzo 1945 durante il processo a Roma che lo vedeva accusato per l'omicidio dei fratelli Rosselli, ebbe gravi conseguenze sul piano politico per il governo Bonomi e rivelò tutte le ambiguità e le contraddizioni di un Paese ancora immerso nel delicato processo di transizione democratica.
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