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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10112016-181045


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
NICOLINI, CINZIA
URN
etd-10112016-181045
Titolo
IL "REGNO DI PAN" DI LUCA SIGNORELLI. Analisi critica e iconografica di un capolavoro perduto del Rinascimento fiorentino
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof. Farinella, Vincenzo
Parole chiave
  • committenza medicea
  • Firenze
  • Giorgio Vasari
  • iconografia
  • Medici (famiglia)
  • mitologia
  • Quattrocento
Data inizio appello
07/11/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’elaborato analizza, dal punto di vista critico e iconografico, il capolavoro fiorentino di Luca Signorelli: il cosiddetto “Regno di Pan”, presumibilmente realizzato nei primi anni Novanta del Quattrocento. L’opera, riemersa soltanto nella seconda metà dell’Ottocento nella soffitta di un cardinale fiorentino, e da allora conservata alla Kaiser-Friedrich-Museum di Berlino, è andata perduta a causa di un incendio alla fine della Seconda guerra mondiale. Se non fosse stata tragicamente distrutta, oggi sarebbe probabilmente considerata di rilevanza e fascino pari alla Primavera e alla Nascita di Venere di Botticelli, alle quali è associata per dimensione, tema mitologico e struttura della composizione.
Il primo capitolo esamina il dibattito artistico sorto intorno al dipinto, sia per quanto riguarda il suo significato iconografico, ancora oggi non pienamente svelato e certamente affascinante (per il particolare attributo della falce di luna che caratterizza il protagonista del quadro, ma anche per gli enigmatici personaggi rappresentati), sia riguardo la committenza, attribuita dagli studiosi a Lorenzo il Magnifico o a Lorenzo di Pierfrancesco sulla base della testimonianza di Giorgio Vasari e dei pochi documenti esistenti. In merito al significato dell’opera, si sono susseguite interpretazioni in chiave neoplatonica, che hanno giocato sul significato del termine greco “pan”, “tutto”, leggendo nella divinità caprina un’allegoria dell’anima; alcuni hanno dato al dipinto un significato cosmologico, visti anche i particolari attributi della divinità (la falce di luna al posto delle corna e la nebride stellata); altri lo hanno letto in rapporto al Cristianesimo, legandolo al celebre scritto di Plutarco sulla morte di Pan. Riguardo la committenza, la maggior parte della critica attribuisce il dipinto al volere del Magnifico, sia vedendo nel personaggio di Pan un riferimento allo stesso Lorenzo o al nonno Cosimo, sia considerando le parole di Vasari, secondo cui Signorelli donò al magnifico una tela con «alcuni dei ignudi».
Il secondo capitolo analizza le fonti riguardanti l’opera, concentrandosi in particolare sulla Vita di Luca Signorelli di Giorgio Vasari: viste le origini cortonesi dell’artista, e tenendo conto della particolare posizione che la sua biografia ha all’interno del complesso delle Vite vasariane, è necessario pesare e valutare attentamente le notizie fornite dall’aretino, non solo confrontando i dati relativi a Signorelli con quelli riguardanti altri artisti del periodo o di provenienza aretina, ma anche valutando il contesto storico e artistico in cui opera il pittore.
Nel terzo capitolo ci si concentra invece su Pan, protagonista del dipinto, ripercorrendo il mito dalle origini all’età moderna. Ci si sofferma, in particolare, sulla descrizione della divinità proposta dal grammatico Servio nel commento tardo antico alle Bucoliche di Virgilio: l’aspetto del personaggio è interpretato in senso filosofico, richiamando la dottrina neoplatonica e i suoi contenuti religiosi. Leggendo la glossa di Servio alla seconda ecloga della raccolta, sembra davvero avere davanti il dipinto di Signorelli; sulla fonte letteraria da cui è tratto l’aspetto del personaggio è concorde la maggior parte della critica.
L’ultimo capitolo tratta quindi della fortuna dell’opera. L’aspetto bucolico del dipinto, una sorta di Arcadia moderna in cui sono inseriti degli splendidi nudi, ha suscitato grande interesse negli artisti contemporanei: si ricorda ad esempio l’Omaggio a Luca Signorelli di Almada Negreiros, nel quale l’artista portoghese si concentra su due dei nudi femminili che popolano il dipinto. Si analizza inoltre l’affresco voluto dal senese Pandolfo Petrucci, realizzato dallo stesso Signorelli qualche anno dopo: l’opera, della quale oggi resta solo un disegno, presenta un soggetto molto simile a quello della tela fiorentina, a dimostrazione dell’interesse suscitato fin da subito dal dipinto.
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