Tesi etd-10112006-164941 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
Sestini, Sonia
Indirizzo email
sosestin@tin.it
URN
etd-10112006-164941
Titolo
Analisi dell'inquinamento da PM10 nella Provincia di Arezzo
Dipartimento
INGEGNERIA
Corso di studi
INGEGNERIA NUCLEARE
Relatori
Relatore Mazzini, Marino
Relatore Ciucci, Iliano
Relatore Grassi, Carlo
Relatore Ciucci, Iliano
Relatore Grassi, Carlo
Parole chiave
- confronto
- inventario provinciale
- IPPC
- Repubblica
- risultati
- areali
- IRSE
Data inizio appello
27/10/2006
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
27/10/2046
Riassunto
Sommario
L¡¯inquinamento ¨¨ "ogni modificazione della normale composizione o stato fisico dell'aria atmosferica, dovuta alla presenza nella stessa di una o pi¨´ sostanze in quantit¨¤ e con caratteristiche tali da: alterare le normali condizioni ambientali e di salubrit¨¤ dell'aria, costituire pericolo ovvero pregiudizio diretto o indiretto per la salute dell'uomo, compromettere le attivit¨¤ ricreative e gli altri usi legittimi dell'ambiente, alterare le risorse biologiche e gli ecosistemi ed i beni materiali pubblici e privati" (DPR n. 203/1988).
"Particolato": ¨¨ questa la nuova parola d'ordine in tema di inquinamento, la cui corretta definizione scientifica ¨¨ "particelle totali sospese - PTS" o "materiale particolato sospeso ¨C PM (Particulate Matter)". Si tratta di aerosol solidi o liquidi dispersi nell'aria; tolte le polveri di origine naturale, vengono emesse generalmente da sorgenti quali industrie, centrali termoelettriche, cantieri, impianti di riscaldamento, autoveicoli, etc. La frazione pi¨´ fine del particolato, costituita da particelle con diametro aerodinamico inferiore a 10 ¦Ìm, ¨¨ detta PM10 e rappresenta tra le polveri, la classe che pi¨´ preoccupa gli esperti dell'ambiente per i gravi effetti sanitari che ¨¨ in grado di provocare. E¡¯ anche da notare che gli ossidi di azoto e di zolfo, due classi tra i pi¨´ comuni inquinanti, possono trasformarsi anch¡¯essi in aerosol secondario PM10.
Con queste premesse risulta di grande interesse investigare sull¡¯argomento PM10, che rappresenta un inquinante ancora da ¡°scoprire¡±, essendo le serie storiche relative alla sua misure molto recenti. D¡¯altra parte studiarne il comportamento risulta particolarmente complicato in quanto, al contrario degli altri inquinanti principali, il PM10 ha una composizione molto variabile, comprendendo una grande variet¨¤ di composti, organici o inorganici, emessi tal quali o formatisi in atmosfera in seguito a reazioni chimiche (i gi¨¤ citati aerosol secondari). La mancanza di dati storici da una parte e la variet¨¤ di composizione dall¡¯altra implicano, per lo studio della sua dispersione, l¡¯utilizzo di modelli meteodiffusionali relativamente complessi.
Pur essendo lo scenario emissivo l¡¯unico elemento su cui ¨¨ possibile operare per ridurre i fenomeni di inquinamento, la correlazione tra le emissioni e la corrispondente concentrazione in aria non ¨¨ lineare (ad una riduzione delle emissioni non corrisponde in generale una proporzionale riduzione delle concentrazioni).
La modellistica, fornendo relazioni tra emissioni e concentrazioni (o deposizioni) degli inquinanti primari o secondari, tenuto conto dei processi di dispersione, trasporto, trasformazione chimica e rimozione, rappresenta uno strumento conoscitivo fondamentale sia nella fase previsionale che in quella pianificatoria. E¡¯ necessario a tale scopo ricordare che la stessa direttiva quadro 96/62/CE conferisce ai modelli un ruolo di primaria importanza, prevedendo il loro utilizzo a integrazione o addirittura in sostituzione delle misure.
E¡¯ in questo contesto che si inserisce questo lavoro di tesi, svolto nell¡¯ambito di una collaborazione tra il Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Nucleare e della Produzione dell¡¯Universit¨¤ di Pisa e il Dipartimento Provinciale ARPAT di Arezzo. Lo scopo principale ¨¨ quello di analizzare l¡¯inquinamento provocato dal PM10 nella Provincia di Arezzo attraverso l¡¯applicazione di modelli meteodiffusionali, CALMET e CALPUFF, raccomandati da US-EPA..
Il lavoro consiste nel calcolo della concentrazione in aria del PM10, emesso dalle maggiori aziende della Provincia di Arezzo, in seguito alla sua dispersione e successiva ricaduta al suolo.
La simulazione ¨¨ relativa al triennio 2001-2003, su di un dominio di calcolo al cui interno ¨¨ contenuta la provincia di Arezzo, considerando solo le maggiori sorgenti puntuali, per le quali i dati sono pi¨´ facilmente reperibili. Per valutare l¡¯apporto di altre tipologie di sorgenti, ¨¨ stata effettuata una ulteriore simulazione, per il periodo di un mese, con l¡¯utilizzo di sorgenti di tipo diffuso.
Ci¨° ha permesso di valutare la fondatezza dei risultati ottenuti con le precedenti simulazioni e di trarre conclusioni pi¨´ consistenti con la realt¨¤ del fenomeno dell¡¯inquinamento da PM10.
L¡¯inquinamento ¨¨ "ogni modificazione della normale composizione o stato fisico dell'aria atmosferica, dovuta alla presenza nella stessa di una o pi¨´ sostanze in quantit¨¤ e con caratteristiche tali da: alterare le normali condizioni ambientali e di salubrit¨¤ dell'aria, costituire pericolo ovvero pregiudizio diretto o indiretto per la salute dell'uomo, compromettere le attivit¨¤ ricreative e gli altri usi legittimi dell'ambiente, alterare le risorse biologiche e gli ecosistemi ed i beni materiali pubblici e privati" (DPR n. 203/1988).
"Particolato": ¨¨ questa la nuova parola d'ordine in tema di inquinamento, la cui corretta definizione scientifica ¨¨ "particelle totali sospese - PTS" o "materiale particolato sospeso ¨C PM (Particulate Matter)". Si tratta di aerosol solidi o liquidi dispersi nell'aria; tolte le polveri di origine naturale, vengono emesse generalmente da sorgenti quali industrie, centrali termoelettriche, cantieri, impianti di riscaldamento, autoveicoli, etc. La frazione pi¨´ fine del particolato, costituita da particelle con diametro aerodinamico inferiore a 10 ¦Ìm, ¨¨ detta PM10 e rappresenta tra le polveri, la classe che pi¨´ preoccupa gli esperti dell'ambiente per i gravi effetti sanitari che ¨¨ in grado di provocare. E¡¯ anche da notare che gli ossidi di azoto e di zolfo, due classi tra i pi¨´ comuni inquinanti, possono trasformarsi anch¡¯essi in aerosol secondario PM10.
Con queste premesse risulta di grande interesse investigare sull¡¯argomento PM10, che rappresenta un inquinante ancora da ¡°scoprire¡±, essendo le serie storiche relative alla sua misure molto recenti. D¡¯altra parte studiarne il comportamento risulta particolarmente complicato in quanto, al contrario degli altri inquinanti principali, il PM10 ha una composizione molto variabile, comprendendo una grande variet¨¤ di composti, organici o inorganici, emessi tal quali o formatisi in atmosfera in seguito a reazioni chimiche (i gi¨¤ citati aerosol secondari). La mancanza di dati storici da una parte e la variet¨¤ di composizione dall¡¯altra implicano, per lo studio della sua dispersione, l¡¯utilizzo di modelli meteodiffusionali relativamente complessi.
Pur essendo lo scenario emissivo l¡¯unico elemento su cui ¨¨ possibile operare per ridurre i fenomeni di inquinamento, la correlazione tra le emissioni e la corrispondente concentrazione in aria non ¨¨ lineare (ad una riduzione delle emissioni non corrisponde in generale una proporzionale riduzione delle concentrazioni).
La modellistica, fornendo relazioni tra emissioni e concentrazioni (o deposizioni) degli inquinanti primari o secondari, tenuto conto dei processi di dispersione, trasporto, trasformazione chimica e rimozione, rappresenta uno strumento conoscitivo fondamentale sia nella fase previsionale che in quella pianificatoria. E¡¯ necessario a tale scopo ricordare che la stessa direttiva quadro 96/62/CE conferisce ai modelli un ruolo di primaria importanza, prevedendo il loro utilizzo a integrazione o addirittura in sostituzione delle misure.
E¡¯ in questo contesto che si inserisce questo lavoro di tesi, svolto nell¡¯ambito di una collaborazione tra il Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Nucleare e della Produzione dell¡¯Universit¨¤ di Pisa e il Dipartimento Provinciale ARPAT di Arezzo. Lo scopo principale ¨¨ quello di analizzare l¡¯inquinamento provocato dal PM10 nella Provincia di Arezzo attraverso l¡¯applicazione di modelli meteodiffusionali, CALMET e CALPUFF, raccomandati da US-EPA..
Il lavoro consiste nel calcolo della concentrazione in aria del PM10, emesso dalle maggiori aziende della Provincia di Arezzo, in seguito alla sua dispersione e successiva ricaduta al suolo.
La simulazione ¨¨ relativa al triennio 2001-2003, su di un dominio di calcolo al cui interno ¨¨ contenuta la provincia di Arezzo, considerando solo le maggiori sorgenti puntuali, per le quali i dati sono pi¨´ facilmente reperibili. Per valutare l¡¯apporto di altre tipologie di sorgenti, ¨¨ stata effettuata una ulteriore simulazione, per il periodo di un mese, con l¡¯utilizzo di sorgenti di tipo diffuso.
Ci¨° ha permesso di valutare la fondatezza dei risultati ottenuti con le precedenti simulazioni e di trarre conclusioni pi¨´ consistenti con la realt¨¤ del fenomeno dell¡¯inquinamento da PM10.
File
Nome file | Dimensione |
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00Indice.pdf | 49.73 Kb |
02CapitoloDue.pdf | 271.47 Kb |
03CapitoloTre.pdf | 326.02 Kb |
04Capito...attro.pdf | 9.17 Mb |
05CapitoloCinque.pdf | 675.26 Kb |
06CapitoloSei.pdf | 5.71 Mb |
07CapitoloSette.pdf | 1.36 Mb |
08CapitoloOtto.pdf | 460.70 Kb |
10Bibliografia.pdf | 54.13 Kb |
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