Tesi etd-10102012-121811 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BUZZONE, PAOLO
Indirizzo email
paolo.buzzone@gmail.com
URN
etd-10102012-121811
Titolo
Darwin e La Civilta Cattolica.
Visioni del mondo a confronto nella seconda meta del XIX secolo
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Prof. Pogliano, Claudio Sergio
Parole chiave
- Canestrini
- Civiltà Cattolica
- Darwin
- De Filippi
- Herzen
- Lambruscini
- Mantegazza
Data inizio appello
05/11/2012
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
05/11/2052
Riassunto
I risultati del lavoro di Charles Darwin, oltre a rappresentare certamente un passo fondamentale per il progresso della scienza moderna, sono anche, senza dubbio, una delle espressioni più suggestive della riflessione umana sulla vita: il passaggio dal semplice al complesso, l'adattamento all'ambiente, la lotta per la vita, la selezione dei caratteri maggiormente favorevoli e l'insieme delle conseguenze che questi fattori comportano, non sono solamente delle leggi naturali, ma rappresentano anche la descrizione di un processo che non può che affascinare nel suo dicotomico accostamento tra una meccanica dal funzionamento così semplice e dai risultati così vasti e complessi. Per giungere a ipotizzare qualcosa di simile sono necessarie capacità osservative notevoli, certo, ma anche un'eccellente talento intuitivo. Uno degli elementi che più colpisce analizzando la vita di Darwin è sicuramente l'estrema sensibilità e problematicità con cui egli riuscì ad affrontare temi così complessi e delicati; caratteristiche che lo spinsero a riflettere lungamente prima di pubblicare i risultati del proprio lavoro, e che lo resero sempre fortemente irrequieto. I motivi di questa inquietudine furono certamente numerosi, ma più di tutto essi sono probabilmente da ricondurre ad un giustificato timore nei confronti delle reazioni che una teoria tanto sconvolgente poteva in effetti comportare. Darwin non si sbagliava: sebbene infatti il mondo scientifico sembrava prepararsi già da lungo tempo ad una scoperta del genere, i contestatori non furono pochi, e non rimasero circoscritti, come ovvio, agli studiosi del settore. È proprio su questo elemento che affonda le radici questo studio, che vuole essere un fedele resoconto delle reazioni che coinvolsero l'intero mondo intellettuale all'epoca delle maggiori e più sconvolgenti pubblicazioni di Darwin. Di approfondimenti simili, certo, ne esistono già innumerevoli, ed è per questo che si è deciso di restringere il campo ad un settore molto specifico e, ad oggi, ancora inesplorato; cercando di analizzarlo con il massimo rigore permesso dalla ricerca storica. Il settore che si è scelto è quello del mondo intellettuale italiano e, nello specifico, dell'ambiente cattolico. Di studi sulle reazioni della cultura italiana alle innovazioni portate da Darwin, ne esistono già infatti, e pure di molto completi, come ad esempio l'eccellente Darwinismo a Firenze1 di Giovanni Landucci; ma come si è detto, i temi toccati dal naturalista inglese oltrepassano i confini del campo scientifico, comprendendo uno spettro riflessivo ben più ampio, che come si può facilmente intuire, non poté lasciare indifferenti gli ambienti religiosi.
Partendo da questi presupposti si è dunque deciso di scavare quanto più a fondo fosse possibile nel campo in questione, per verificare direttamente le reazioni, le contestazioni e le critiche, che giunsero dal mondo ecclesiastico. In passato, come è noto, la Chiesa era già stata protagonista di episodi di netta opposizione nei confronti delle più coraggiose e sconvolgenti teorie scientifiche, assumendo atteggiamenti e prendendo provvedimenti che è possibile definire quantomeno contestabili: si pensi ad esempio a uno dei casi storici più noti, ovvero quello di Galileo Galilei. La domanda sorge quindi spontanea: come reagì la Chiesa alle teorie proposte da Darwin? Quali provvedimenti prese nei confronti suoi e dei suoi seguaci? Che prove oppose? Come giustificò la propria posizione? A queste e ad altre domande cerca di dare una risposta questo studio.
Si è deciso di suddividere il lavoro in tre parti distinte, ma collegate da un unico filo conduttore: la prima è dedicata alle reazioni del mondo intellettuale italiano, dove vengono sinteticamente presentati i sostenitori e gli oppositori dell'evoluzionismo in campo scientifico, e gli argomenti sui quali fecero leva per sostenere le proprie posizioni. Il capitolo è volutamente sintetico, e ha l'esclusivo scopo di inquadrare brevemente l'ambiente evoluzionista italiano da un punto di vista storico, per poter in tal modo chiarire la base sul quale si muovevano, e a cui facevano riferimento, gli intellettuali cattolici; studi più approfonditi su questi temi, come si è già detto, esistono già, e si è quindi preferito concentrare maggiormente l'attenzione sui temi successivi. La seconda sezione entra nel vivo dell'argomento, presentando una ricostruzione storica delle reazioni della Chiesa alle opere di Darwin e a quelle dei suoi sostenitori. Come si evince chiaramente dalla lettura di questo capitolo, l'espressione più accesa e determinata di questo ambiente, fu rappresentata dal quindicinale divulgativo “La Civiltà Cattolica”, pubblicato ad opera dei gesuiti. Su questa rivista si sono concentrati la maggior parte degli sforzi del presente studio, e nello specifico si è preso in esame il periodo che va dal 1859 al 1874: un lasso di tempo che comprende cioè gli anni di pubblicazione delle opere più importanti di Darwin. Si è quindi passato al setaccio ogni articolo che trattasse l'argomento “evoluzione”, direttamente o indirettamente. Il risultato è stato complessivamente molto interessante: l'attenzione dedicata a questi temi varia notevolmente di anno in anno, passando da pubblicazioni sporadiche o assenti, a decine di articoli scritti a distanza di pochi mesi; un'analisi dei motivi di tali importanti fluttuazioni è proposta parallelamente all'analisi degli articoli stessi. È stato possibile inoltre riscontrare un evidente sforzo argomentativo, che non manca quasi mai d'efficacia, mirando ai punti deboli dell'evoluzionismo darwiniano sempre con estrema precisione.
Dovendo dare un giudizio complessivo alle informazioni raccolte e analizzate, si può dire che capita più di una volta di stupirsi di fronte alle reazioni spesso, ma non sempre, molto meno dure di quanto ci si potesse aspettare. Viene da pensare che forse i tempi di attesa che si impose Darwin, non furono poi così sbagliati, che il riservare la trattazione della questione umana alla pubblicazione del 1871, con The Descent of Man, diede modo e tempo di assimilare le novità introdotte dal suo sistema, e che, in fin dei conti, l'attesa permise di ottenere prove maggiormente determinanti, aiutando la facilità di assimilazione e permettendo oltretutto di ottenere l'appoggio di parte degli scettici.
Partendo da questi presupposti si è dunque deciso di scavare quanto più a fondo fosse possibile nel campo in questione, per verificare direttamente le reazioni, le contestazioni e le critiche, che giunsero dal mondo ecclesiastico. In passato, come è noto, la Chiesa era già stata protagonista di episodi di netta opposizione nei confronti delle più coraggiose e sconvolgenti teorie scientifiche, assumendo atteggiamenti e prendendo provvedimenti che è possibile definire quantomeno contestabili: si pensi ad esempio a uno dei casi storici più noti, ovvero quello di Galileo Galilei. La domanda sorge quindi spontanea: come reagì la Chiesa alle teorie proposte da Darwin? Quali provvedimenti prese nei confronti suoi e dei suoi seguaci? Che prove oppose? Come giustificò la propria posizione? A queste e ad altre domande cerca di dare una risposta questo studio.
Si è deciso di suddividere il lavoro in tre parti distinte, ma collegate da un unico filo conduttore: la prima è dedicata alle reazioni del mondo intellettuale italiano, dove vengono sinteticamente presentati i sostenitori e gli oppositori dell'evoluzionismo in campo scientifico, e gli argomenti sui quali fecero leva per sostenere le proprie posizioni. Il capitolo è volutamente sintetico, e ha l'esclusivo scopo di inquadrare brevemente l'ambiente evoluzionista italiano da un punto di vista storico, per poter in tal modo chiarire la base sul quale si muovevano, e a cui facevano riferimento, gli intellettuali cattolici; studi più approfonditi su questi temi, come si è già detto, esistono già, e si è quindi preferito concentrare maggiormente l'attenzione sui temi successivi. La seconda sezione entra nel vivo dell'argomento, presentando una ricostruzione storica delle reazioni della Chiesa alle opere di Darwin e a quelle dei suoi sostenitori. Come si evince chiaramente dalla lettura di questo capitolo, l'espressione più accesa e determinata di questo ambiente, fu rappresentata dal quindicinale divulgativo “La Civiltà Cattolica”, pubblicato ad opera dei gesuiti. Su questa rivista si sono concentrati la maggior parte degli sforzi del presente studio, e nello specifico si è preso in esame il periodo che va dal 1859 al 1874: un lasso di tempo che comprende cioè gli anni di pubblicazione delle opere più importanti di Darwin. Si è quindi passato al setaccio ogni articolo che trattasse l'argomento “evoluzione”, direttamente o indirettamente. Il risultato è stato complessivamente molto interessante: l'attenzione dedicata a questi temi varia notevolmente di anno in anno, passando da pubblicazioni sporadiche o assenti, a decine di articoli scritti a distanza di pochi mesi; un'analisi dei motivi di tali importanti fluttuazioni è proposta parallelamente all'analisi degli articoli stessi. È stato possibile inoltre riscontrare un evidente sforzo argomentativo, che non manca quasi mai d'efficacia, mirando ai punti deboli dell'evoluzionismo darwiniano sempre con estrema precisione.
Dovendo dare un giudizio complessivo alle informazioni raccolte e analizzate, si può dire che capita più di una volta di stupirsi di fronte alle reazioni spesso, ma non sempre, molto meno dure di quanto ci si potesse aspettare. Viene da pensare che forse i tempi di attesa che si impose Darwin, non furono poi così sbagliati, che il riservare la trattazione della questione umana alla pubblicazione del 1871, con The Descent of Man, diede modo e tempo di assimilare le novità introdotte dal suo sistema, e che, in fin dei conti, l'attesa permise di ottenere prove maggiormente determinanti, aiutando la facilità di assimilazione e permettendo oltretutto di ottenere l'appoggio di parte degli scettici.
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