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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-10082015-101214


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MERIMECHE, BADIS
URN
etd-10082015-101214
Titolo
Nord-Mali, une crise au Sahel Origines, développements et enjeux sécuritaires
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
STUDI INTERNAZIONALI
Relatori
relatore Prof. Vernassa, Maurizio
Parole chiave
  • médiation algérienne
  • intervention militaire
  • terrorisme
  • touareg
  • fondements de la crise
  • Sahel
  • Nord-Mali
Data inizio appello
26/10/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Con questo lavoro di tesi si è cercato di comprendere le origini delle problematiche che hanno portato all'attuale crisi in Mali e all'instabilità della regione saharo-saheliana.
Fino alla primavera del 2012 il Mali poteva essere inserito nella lista dei Paesi africani che avevano da tempo intrapreso la strada della democratizzazione. Nel marzo del 2012 questa possibilità è venuta meno a causa di un colpo di Stato che ha messo a repentaglio non solo la democrazia ma l’integrità stessa del Paese. La crisi in Mali è una crisi profonda che dura da più di cinquanta anni. Per comprendere questa crisi, così come per i paesi africani postcoloniali, è necessaria un’analisi del «pouvoir» e delle modalità di trasformazione e di evoluzione avvenute nello Stato africano dalla sua liberazione ad oggi.
A partire dalla sua indipendenza il Mali si è dovuto confrontare con la questione dei Tuareg, una popolazione nomade presente maggiormente nella regione nord del paese. La rivendicazione di un proprio stato autonomo ha dato vita a un conflitto che non ha ancora cessato di essere problematico, alimentando la tensione tra la popolazione e provocando ribellioni da parte della minoranza etnica. L’insurrezione Tuareg ha evidenziato i limiti della democrazia maliana ed è stata la causa scatenante del tentativo del golpe da parte dei militari. A sua volta, all’interno della ribellione Tuareg, la debolezza dei gruppi nazionalisti ha reso possibile l’ascesa e l’affermazione delle milizie radicali islamiche e l’avvento di AQMI (al-Qāʿida nel Maghreb islamico), MUJAO (Movimento per l'Unicità e il Jihad in Africa Occidentale) e “Ansar Eddine” quali forze egemoni nella regione. L’affermazione di questi gruppi radicali armati nel cuore del Sahel rappresentano una profonda minaccia alla stabilità regionale ed internazionale.
Nel gennaio 2013 una forza militare guidata dalla Francia è intervenuta in Mali, iniziando una nuova «guerra al terrore». Ufficialmente è stato dichiarato di combattere il terrorismo, ma per comprendere la realpolitik francese è necessario analizzare l'intervento del gennaio 2013 come parte della storia delle relazioni franco-maliane e degli interventi militari francesi nella regione. Le conseguenze dell’operazione Serval e il rapido deterioramento della situazione in Libia hanno creato un contesto volatile che ha costretto Algeri ad impegnarsi in una nuova strategia. Il «risveglio» della politica regionale algerina e l'attivismo del Ministro degli Affari Esteri, hanno dato a Parigi e Bamako fiducia nella capacità di Algeri di aprire e condurre il dialogo tra i Tuareg e il governo centrale. Algeri continua il suo impegno nella ricerca di una soluzione diplomatica, attualmente la soluzione politica sostenuta dal governo algerino sembra essere una strada incerta e faticosa.
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