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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10072021-211451


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DEL TORTO, CAMILLA
URN
etd-10072021-211451
Titolo
Quantificazione dei diversi metaboliti della vitamina D tramite LC-MS/MS e valutazione del coinvolgimento dello stato della vitamina D sulla morbosità e gravita della sintomatologia della sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2019 (COVID-19)
Dipartimento
BIOLOGIA
Corso di studi
BIOLOGIA MOLECOLARE E CELLULARE
Relatori
relatore Prof. Saba, Alessandro
Parole chiave
  • metaboliti della vitamina D3
  • patologia COVID-19
Data inizio appello
26/10/2021
Consultabilità
Completa
Riassunto
Riassunto
Nell'uomo, la fonte di vitamina D3 è rappresentata prevalentemente dalla sintesi endogena, a livello cutaneo, indotta dalla luce solare; dopo la sintesi questa viene trasportata nel tessuto adiposo, nel quale viene immagazzinata, o nel fegato dove, tramite una reazione di idrossilazione, viene convertita in 25- monoidrossi-vitamina D3 (25-OHD3) che, attraverso ulteriore idrossilazione, prevalentemente a livello dei tubuli prossimali del rene, viene convertita nella forma biologicamente attiva, la 1α,25-diidrossi-vitamina D3 (1,25-(OH)2D3). La via catabolica è incentrata su reazioni di idrossilazione, che hanno luogo a livello renale. La prima tappa è catalizzata da un unico enzima che ha affinità sia per la 1,25-(OH)2D3 che per la 25-OHD3, con formazione di 1,24,25-triidrossi-vitamina D3 (1,24,25-(OH)2D3) e 24,25-diidrossi-vitamina D3 (24,25-(OH)2D3), rispettivamente. Recentemente è stato proposto un ruolo della vitamina D nella regolazione del sistema immunitario, che suggerisce che ci sia una possibile correlazione tra i livelli di vitamina D e i tassi di positività al SARS-CoV2, e gravità della patologia COVID-19. La 25-OHD è considerato il marcatore più indicativo dello stato di vitamina D; tuttavia vi è l’ipotesi che altri marcatori del metabolismo della vitamina D potrebbero riflettere meglio la fisiopatologia e prevederne l’esito clinico con maggiore accuratezza. Nel seguente lavoro è stato messo a punto un metodo analitico specifico basato sulla LC-MS/MS per quantificare simultaneamente quattro metaboliti della vitamina D3 in plasma; il metodo è stato testato su campioni provenienti da pazienti COVID-19, per valutare eventuali differenze tra lo stato di vitamina D in soggetti sani e in pazienti SARS-CoV-2.

Summary
In humans, the source of vitamin D3 is mainly represented by the endogenous synthesis induced by sunlight, taking place in the skin; once synthesized, vitamin D3 is transported to the adipose tissue for its storage, or to the liver where, through hydroxylation reactions, is converted into 25-monohydroxy-vitamin D3 (25-OHD3) and then into the biologically active form, 1α,25-dihydroxy-vitamin D3 (1,25-(OH)2D3). This latter reaction takes place mainly in the proximal tubules of kidney. The catabolic pathway is mainly based on hydroxylation reactions, too, which in the kidney. The first step is catalyzed by a single enzyme with an affinity for both 1,25-(OH)2D3, and for 25-OHD3, with the production of 1,24,25-trihydroxy-vitamin D3 (1,24,25-(OH)2D3) and 24,25-dihydroxy-vitamin D3 (24,25-(OH)2D3), respectively. A possible role of vitamin D in the regulation of the immune system has recently been proposed. Hence, a correlation between the levels of vitamin D and the rates of positivity to SARS-CoV2, as well as the severity of the COVID-19 pathology, could be possible. 25-OHD is usually considered the most sensitive marker of vitamin D status; however, it is possible that different markers in the vitamin D metabolic pathway could better reflect the pathophysiology and predict the clinical outcome with greater accuracy. In the study here described a selective analytical LC-MS/MS-based method for the simultaneous quantification of four metabolites of vitamin D3 in plasma was developed; moreover, this method was tested on samples from COVID-19 patients, to evaluate possible differences between vitamin D status in healthy subjects and in SARS-CoV2 patients.
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