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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10062023-102932


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
POIATTI, MIRIAM
URN
etd-10062023-102932
Titolo
La Politica Europea di Vicinato e la domanda di adesione all’UE della Georgia
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
STUDI INTERNAZIONALI
Relatori
relatore Poli, Sara
Parole chiave
  • Accordo di Associazione
  • Georgia
  • guerra in Ucraina
  • Partenariato Orientale
  • Politica Europea di Vicinato
  • richiesta di status di Paese candidato
Data inizio appello
23/10/2023
Consultabilità
Completa
Riassunto
La Politica Europea di Vicinato nasce nel 2004, con il fine di sviluppare rapporti con gli Stati che si trovano ai confini dell’Unione, ma che non dispongono delle capacità di soddisfare i criteri di adesione. Questa Politica nasce successivamente al più esteso allargamento UE (avvenuto fra il 2004 e il 2007) e si sviluppa su due fronti, quello orientale e quello meridionale. Il focus sarà posto sulla prima regione citata, nello specifico sulla Georgia, membro anche del Partenariato Orientale (sviluppato nel 2009).
Nel 2002, venne discusso il progetto per approfondire i rapporti con gli Stati contigui e le rivoluzioni che presero avvio in Georgia e Ucraina (rispettivamente nel 2003 e 2004) funsero da spinta ulteriore per l’avvicinamento all’Europa, e come dimostrazione della forte intenzione di questi paesi ad uniformarsi ai valori dell’Unione Europea. Nel 2011 e successivamente nel 2015, la Politica di Vicinato è stata revisionata, e ciò ha comportato numerose innovazioni e un cambiamento di direzione rispetto alle precedenti disposizioni. Gli ambiti di maggior interesse sono ora la creazione di democrazie consolidate e stabili e lo sviluppo economico sostenibile ed inclusivo.
Permangono comunque delle criticità, fra cui: la mancanza di una sicura prospettiva d’accesso che limita l’impegno dei paesi nell’implementazione di nuove riforme, la condizionalità che definisce la quantità di aiuti e benefici ottenuti dagli stati parte sulla base dei risultati delle politiche attuate e la geometria variabile, che permette all’Unione di instaurare relazioni di grado differente con ognuno degli stati parte.
Nel corso dell’elaborato viene trattato l’Accordo di Associazione fra UE e Georgia, il quale viene firmato nel 2014 ed entra in vigore dal 2016. Ha la forma di un accordo misto, in quanto tocca ambiti di competenza dell’UE e degli stati membri, ed inoltre, è stata necessaria una Decisione che sancisse l’accettazione da parte dell’EURATOM dell’Accordo, in quanto vengono toccati temi di competenza della Comunità.
L’Accordo si concentra maggiormente su: integrazione economica tramite la creazione di un’economia di mercato, dialogo politico più approfondito e omogeneo per arrivare a un elevato grado di associazione e aderenza politica, maggiore stabilità e trasparenza nella statualità, promozione della pace, della risoluzione pacifica delle controversie e della democrazia attiva, rispetto dei diritti umani e dello stato di diritto, inclusione nello Spazio di Libertà, Sicurezza e Giustizia, riforma giudiziaria e armonizzazione legislativa e, infine, creazione di una Zona di Libero Scambio Globale e Approfondito (ZLSGA).

Dall’indipendenza, acquisita nel 1991, la Georgia ha sempre mostrato una forte ambizione ad avvicinarsi all’Unione Europea. Il percorso verso la stabilità statale è stato burrascoso, caratterizzato da frammentazione amministrativa, disunità politica e conflittualit. Si crea un contesto di stallo politico, collasso economico, crisi sociale, crimini e violenza.
Zviad Gamsakhurdia sarà il presidente della Georgia dal 1991 al 1992. Questo primo traguardo, ossia il raggiungimento di un effettivo governo, non combacerà con una nuova stabilità politica. Lotte interne portarono infatti a un colpo di stato, che portò al governo Eduard Shevardnaze (poi riconfermato nelle elezioni nel 1992). Questo nuovo governo però era più incline all’influenza della Russia, grazie al supporto della quale era salito al potere nel ’92. La Georgia, dunque, entrò nella Comunità degli Stati Indipendenti e nuove basi militari russe vennero create in territorio georgiano.
Grazie a politiche indette dall’UE, quali la PEV e il Partenariato Orientale, è stato avviato in Georgia un complesso insieme di riforme che hanno l’obiettivo di creare una nuova statualità stabile e concreta, seguendo le linee guida europee. Queste vengono promosse ed appoggiate dall’Unione Europea, che per favorire l’attuazione di cambiamenti positivi per la creazione di un vicinato pacifico e prospero, conferiscono alla Georgia ingenti fondi da spendere nei diversi settori di collaborazione.

L’ambizione georgiana ad integrarsi maggiormente nel quadro europeo è chiara e riscontrabile sia a livello politico, con decisioni quali la candidatura per lo status di Paese candidato dell’UE, sia dal punto di vista della società civile, ultimo esempio ne sono le proteste di marzo 2023 contro la proposta di legge del Parlamento sulla trasparenza e l’influenza straniera. Le proteste si sono tenute in opposizione al disegno di legge promosso dal primo partito in Georgia, Kartuli Otsneba (Sogno Georgiano). Questo tendenzialmente caratterizzato da un pensiero di stampo conservatore, si è dimostrato favorevole all’integrazione europea, senza però abbandonare le relazioni con la Russia, verso cui mantiene un atteggiamento pragmatico e cooperativo. A seguito di questa proposta i cittadini si sono opposti e sono iniziate le proteste fuori dal palazzo del Parlamento. Il governo ha tentato di sopprimere la rivolta ma senza riuscirvi. Simbolo della disgregazione politica attuale della Georgia è il fatto che il presidente della Georgia, Salomè Zourabichvili ha annunciato di supportare le proteste e che avrebbe posto il veto presidenziale al momento del voto per trasporre in legge la proposta.

A seguito dell’inizio della guerra fra Russia e Ucraina, gli interessi nazionali georgiani sono variati e le conseguenze del conflitto in corso hanno toccato un numero sempre maggiori di ambiti rilevanti per le politica interna e quella estera. La risposta del governo georgiano, nello specifico del primo partito Sogno Georgiano, non è stata quella attesa dalla maggior parte della popolazione. Il partito ha infatti optato per una politica che “non irritasse” il vicino, con cui il divario per capacità militari è immenso. Il fatto che il governo non prenda una posizione decisa in opposizione all’attacco effettuato in territorio ucraino, ma invece cerchi di non inasprire le tensioni con la Russia, creano maggior distacco fra i governi di Kiev e Tbilisi e fra Tbilisi e Bruxelles.

La candidatura è stata effettuata il 3 marzo 2022 a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, firmata dal Primo Ministro Irakli Garibashvili che l’ha definita come “un giorno storico per la Georgia”. Purtroppo, la richiesta non è andata a buon fine e si è conclusa con le Conclusioni del Consiglio Europeo – 23, 24 giugno 2023. Qui viene affermato il riconoscimento della prospettiva europea della Georgia e la volontà di concedere a quest’ultima lo status di candidato, ma solamente quando saranno soddisfatti i criteri indicati nel parere della Commissione riguardo la domanda di adesione della Georgia.
Nel testo emanato dalla Commissione viene valutata l’aderenza della situazione dei tre Stati richiedenti (Ucraina, Moldavia e Georgia) ai (tre) Criteri di Copenaghen. Questi criteri riguardano tre aspetti fondamentali per definire l’idoneità di uno Stato: stabilità istituzionale con il fine di garantire la democrazia, il rispetto dello stato di diritto, dei diritti umani e della tutela dei minori. A questo riguardo, viene segnalato come la Georgia abbia le basi per raggiungere queste condizioni, ma che gli eventi più recenti abbiano causato una recessione democratica nel Paese. Il secondo criterio prevede l’attuazione di politiche macroeconomiche efficienti per la creazione di un contesto economico favorevole ed efficiente, nello specifico di un’economia di mercato funzionante e competitiva. La Commissione riconosce i progressi georgiani, ma non li ritiene sufficienti per ottenere un’economia di mercato stabile. Infine, l’ultimo criterio richiede un crescente livello di armonizzazione della legislazione nazionale con l’acquis communautaire dell’UE. In questo campo la Georgia ha attuato diverse manovre efficienti che possono portare, in futuro, un grado di integrazione ancora superiore.

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