Tesi etd-10062021-184117 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
MAGNESA, ANNA
URN
etd-10062021-184117
Titolo
ADHD nell'adulto: differenze di genere
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Perugi, Giulio
Parole chiave
- ADHD
- adult
- adulto
- Attention-deficit/hyperactivity disorder
- differences
- differenze
- gender
- genere
Data inizio appello
26/10/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
26/10/2091
Riassunto
Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) è uno dei più frequenti disturbi neuropsichiatrici dell’età evolutiva; è caratterizzato da sintomi persistenti di inattenzione, iperattività e/o impulsività, che esordiscono nelle prime fasi dello sviluppo, con compromissione funzionale e pervasiva dell’ambito familiare, sociale e scolastico.
Le ultime ricerche epidemiologiche suggeriscono che l’ADHD nell’adulto interessi ugualmente, in termini di prevalenza, sia il genere maschile che il genere femminile. Ciò non corrisponde alla prevalenza del disturbo nelle casistiche cliniche in età evolutiva, dove il sesso maschile è maggiormente rappresentato e le donne hanno maggiori probabilità di non ricevere un’adeguata diagnosi e minori probabilità di ricevere un trattamento. Lo studio oggetto di tesi è osservazionale, monocentrico e trasversale; e si pone l’obiettivo di contribuire all’approfondimento delle caratteristiche dell’ADHD nelle donne, mettendo in luce le differenze tra i pazienti di sesso maschile e femminile all’interno di una popolazione di pazienti adulti con ADHD
Metodo
La casistica era composta da 222 pazienti adulti con diagnosi di ADHD seguiti presso gli ambulatori dell’U.O. Psichiatria 2 di Pisa, di cui 148 uomini e 74 donne (66,7% vs 33,6%) ed età media di 27.97±10.56 (in particolare, 26.18 ± 9.11 nei maschi e 31.55 ± 12.3 nelle femmine).
Una volta posta diagnosi di ADHD mediante l’intervista strutturata per la diagnosi DIVA sono stati raccolti dati demografici, clinici (riguardanti diagnosi pregresse, attuali, comorbilità), è stata valutata la sintomatologia ADHD (con la CAARS-O:SV e ASRS-V1.1), la sintomatologia affettiva (con la CGI-S e ASRS-V1.1), il funzionamento adattivo (con la scala FAST), il temperamento affettivo (con la TEMPS-M), la disregolazione emotiva (con la RIPoSt-40), l’ impulsività (con la BIS-11) ed il cronotipo (MEQ-SA) dei pazienti; dunque confrontati per genere al fine di metterne in luce differenze significative o meno.
Risultati
La gravità della sintomatologia valutata con la CAARS e la sintomatologia affettiva valutata con la CGI non hanno mostrato differenze significative tra i due gruppi clinici (uomini vs donne). La familiarità evidenziata al colloquio clinico ha visto una prevalenza nel sesso maschile di familiarità con i disturbi d’ansia (17.6% vs 6.8%). Tra le comorbilità nelle donne sono risultati prevalenti i disturbi dell’umore in generale (75.7% vs 55.4%), la ciclotimia (29.7% vs 15.5%), la bulimia nervosa (4.1% vs 0%), il disturbo borderline di personalità lifetime (33.8% vs 12.2%). Indagando i criteri del disturbo borderline ricorrente è emerso inoltre un comportamento suicidario ricorrente maggiore nelle donne (12.2% vs 3.4%). Tra le comorbilità negli uomini sono risultati prevalenti i SUD (62,16% vs 40,54%), in particolare il disturbo da abuso di cannabinoidi (54.7% vs 31.1%) ed il disturbo da uso di cocaina (35.1% vs 18.9%). Il funzionamento adattivo valutato con la FAST è risultato maggiormente compromesso nelle donne, sia in termini di funzionamento cognitivo (8.89 ± 4.5 vs 7.5 ± 4.33), sia in termini di relazioni interpersonali (10.03 ± 3.37 vs 7.97± 3.43), sia in termini di punteggio totale (37.25 ± 13.71 vs 32.63 ± 12.41). La presenza della sintomatologia di ADHD in età adulta e la sua gravità valutata mediante l’ASRS-V1.1 è risultata significativamente maggiore nei soggetti di sesso femminile (49.59 ± 10.44 vs 45.16 ± 12.61). All’HCL-32 non sono emerse differenze significative tra il campione di sesso maschile e femminile. Il temperamento affettivo nei due sottogruppi clinici valutato con il TEMPS-M si è mostrato maggiormente alterato nel sesso femminile in molteplici domini, quali il temperamento depressivo (23.26 ± 6.37 vs 20.38 ± 5.81), il temperamento ciclotimico (24.13 ± 6.59 vs 21.34 ± 7.04) ed il temperamento ansioso; mentre il temperamento ipertimico è risultato maggiormente alterato nel sesso maschile (21.6 ± 6.1 vs 19.33 ± 6.03) (21.01 ± 6.37 vs 16.58 ± 6.3). La valutazione dell’impulsività effettuata con la scala BIS-11 ha rilevato un punteggio significativamente maggiore nel campione di genere femminile in merito al fattore attentivo (22.36 ± 3.1 vs 21.4 ± 2.79). La MEQ non ha evidenziato differenze di genere statisticamente significative. Infine, la scala RIPoSt-40, ha evidenziato differenze statisticamente significative, con punteggi più alti declinati sempre al femminile, in quasi tutti i suoi domini, quali l’instabilità affettiva (45.07 ± 14.15 vs 40.64 ± 12.58), l’emozionalità positiva (42.14 ± 8.24 vs 39.39 ± 8.75), l’emozionalità negativa (43 ± 10.41 vs 37.4 ± 10.17) e la disregolazione dell’emotività negativa (118.69 ± 29.29 vs 106.83 ± 27.09).
Discussione e conclusioni
Nella nostra casistica gli uomini sono prevalenti e le donne hanno un’età più avanzata. Le donne presentano una maggior gravità percepita della sintomatologia dell’ADHD ed una maggiore compromissione funzionale complessiva, in particolare nel funzionamento cognitivo e nelle relazioni interpersonali. Oltre a ciò, le donne sembrano mostrare una maggiore gravità in termini di disregolazione emotiva come testimoniato da punteggi più elevati di impulsività attentiva, instabilità affettiva, emozionalità positiva, emozionalità negativa e disregolazione dell’emotività negativa. In conseguenza di ciò, le donne mostrano anche più frequenti tratti temperamentali di tipo depressivo, ciclotimico ed ansioso, ed una maggiore comorbilità con il disturbo ciclotimico, la bulimia nervosa e il disturbo borderline di personalità e più frequenti comportamenti suicidari ricorrenti. Per contro gli uomini con ADHD presentano una maggiore comorbilità con i disturbi da uso di sostanze (in particolare cannabinoidi e cocaina) ed un temperamento maggiormente ipertimico. Nello studio sono dunque state messe in luce delle differenze di genere significative; ipoteticamente da riferirsi a differenze nella presentazione clinica e nell’evoluzione dell’ADHD.
Le ultime ricerche epidemiologiche suggeriscono che l’ADHD nell’adulto interessi ugualmente, in termini di prevalenza, sia il genere maschile che il genere femminile. Ciò non corrisponde alla prevalenza del disturbo nelle casistiche cliniche in età evolutiva, dove il sesso maschile è maggiormente rappresentato e le donne hanno maggiori probabilità di non ricevere un’adeguata diagnosi e minori probabilità di ricevere un trattamento. Lo studio oggetto di tesi è osservazionale, monocentrico e trasversale; e si pone l’obiettivo di contribuire all’approfondimento delle caratteristiche dell’ADHD nelle donne, mettendo in luce le differenze tra i pazienti di sesso maschile e femminile all’interno di una popolazione di pazienti adulti con ADHD
Metodo
La casistica era composta da 222 pazienti adulti con diagnosi di ADHD seguiti presso gli ambulatori dell’U.O. Psichiatria 2 di Pisa, di cui 148 uomini e 74 donne (66,7% vs 33,6%) ed età media di 27.97±10.56 (in particolare, 26.18 ± 9.11 nei maschi e 31.55 ± 12.3 nelle femmine).
Una volta posta diagnosi di ADHD mediante l’intervista strutturata per la diagnosi DIVA sono stati raccolti dati demografici, clinici (riguardanti diagnosi pregresse, attuali, comorbilità), è stata valutata la sintomatologia ADHD (con la CAARS-O:SV e ASRS-V1.1), la sintomatologia affettiva (con la CGI-S e ASRS-V1.1), il funzionamento adattivo (con la scala FAST), il temperamento affettivo (con la TEMPS-M), la disregolazione emotiva (con la RIPoSt-40), l’ impulsività (con la BIS-11) ed il cronotipo (MEQ-SA) dei pazienti; dunque confrontati per genere al fine di metterne in luce differenze significative o meno.
Risultati
La gravità della sintomatologia valutata con la CAARS e la sintomatologia affettiva valutata con la CGI non hanno mostrato differenze significative tra i due gruppi clinici (uomini vs donne). La familiarità evidenziata al colloquio clinico ha visto una prevalenza nel sesso maschile di familiarità con i disturbi d’ansia (17.6% vs 6.8%). Tra le comorbilità nelle donne sono risultati prevalenti i disturbi dell’umore in generale (75.7% vs 55.4%), la ciclotimia (29.7% vs 15.5%), la bulimia nervosa (4.1% vs 0%), il disturbo borderline di personalità lifetime (33.8% vs 12.2%). Indagando i criteri del disturbo borderline ricorrente è emerso inoltre un comportamento suicidario ricorrente maggiore nelle donne (12.2% vs 3.4%). Tra le comorbilità negli uomini sono risultati prevalenti i SUD (62,16% vs 40,54%), in particolare il disturbo da abuso di cannabinoidi (54.7% vs 31.1%) ed il disturbo da uso di cocaina (35.1% vs 18.9%). Il funzionamento adattivo valutato con la FAST è risultato maggiormente compromesso nelle donne, sia in termini di funzionamento cognitivo (8.89 ± 4.5 vs 7.5 ± 4.33), sia in termini di relazioni interpersonali (10.03 ± 3.37 vs 7.97± 3.43), sia in termini di punteggio totale (37.25 ± 13.71 vs 32.63 ± 12.41). La presenza della sintomatologia di ADHD in età adulta e la sua gravità valutata mediante l’ASRS-V1.1 è risultata significativamente maggiore nei soggetti di sesso femminile (49.59 ± 10.44 vs 45.16 ± 12.61). All’HCL-32 non sono emerse differenze significative tra il campione di sesso maschile e femminile. Il temperamento affettivo nei due sottogruppi clinici valutato con il TEMPS-M si è mostrato maggiormente alterato nel sesso femminile in molteplici domini, quali il temperamento depressivo (23.26 ± 6.37 vs 20.38 ± 5.81), il temperamento ciclotimico (24.13 ± 6.59 vs 21.34 ± 7.04) ed il temperamento ansioso; mentre il temperamento ipertimico è risultato maggiormente alterato nel sesso maschile (21.6 ± 6.1 vs 19.33 ± 6.03) (21.01 ± 6.37 vs 16.58 ± 6.3). La valutazione dell’impulsività effettuata con la scala BIS-11 ha rilevato un punteggio significativamente maggiore nel campione di genere femminile in merito al fattore attentivo (22.36 ± 3.1 vs 21.4 ± 2.79). La MEQ non ha evidenziato differenze di genere statisticamente significative. Infine, la scala RIPoSt-40, ha evidenziato differenze statisticamente significative, con punteggi più alti declinati sempre al femminile, in quasi tutti i suoi domini, quali l’instabilità affettiva (45.07 ± 14.15 vs 40.64 ± 12.58), l’emozionalità positiva (42.14 ± 8.24 vs 39.39 ± 8.75), l’emozionalità negativa (43 ± 10.41 vs 37.4 ± 10.17) e la disregolazione dell’emotività negativa (118.69 ± 29.29 vs 106.83 ± 27.09).
Discussione e conclusioni
Nella nostra casistica gli uomini sono prevalenti e le donne hanno un’età più avanzata. Le donne presentano una maggior gravità percepita della sintomatologia dell’ADHD ed una maggiore compromissione funzionale complessiva, in particolare nel funzionamento cognitivo e nelle relazioni interpersonali. Oltre a ciò, le donne sembrano mostrare una maggiore gravità in termini di disregolazione emotiva come testimoniato da punteggi più elevati di impulsività attentiva, instabilità affettiva, emozionalità positiva, emozionalità negativa e disregolazione dell’emotività negativa. In conseguenza di ciò, le donne mostrano anche più frequenti tratti temperamentali di tipo depressivo, ciclotimico ed ansioso, ed una maggiore comorbilità con il disturbo ciclotimico, la bulimia nervosa e il disturbo borderline di personalità e più frequenti comportamenti suicidari ricorrenti. Per contro gli uomini con ADHD presentano una maggiore comorbilità con i disturbi da uso di sostanze (in particolare cannabinoidi e cocaina) ed un temperamento maggiormente ipertimico. Nello studio sono dunque state messe in luce delle differenze di genere significative; ipoteticamente da riferirsi a differenze nella presentazione clinica e nell’evoluzione dell’ADHD.
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