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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10062021-173658


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
ANDREOLI, DEBORA
URN
etd-10062021-173658
Titolo
Disturbo Post-Traumatico da stress in un campione di pazienti con Disturbo Bipolare 6 mesi dopo la prima ondata della pandemia da Covid-19: l’impatto del Distress Peritraumatico
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Carmassi, Claudia
Parole chiave
  • covid-19
  • disturbo bipolare
  • pandemia
  • ptsd
Data inizio appello
26/10/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
26/10/2091
Riassunto
Il Disturbo Bipolare fa riferimento ad un insieme di disturbi dell’umore caratterizzati dall’alternarsi di episodi maniacali o ipomaniacali associati o meno ad episodi depressivi. Rappresenta una tra le forme più frequenti di malattia mentale ed è responsabile di una Disability-adjusted life year o DALY (attesa di vita corretta per disabilità) peggiore di qualsiasi forma di neoplasia o delle condizioni neurologiche più gravi (Organization WH, 2002; Crump et al., 2013), soprattutto a causa del suo esordio precoce e dell’andamento cronico. Come emerge da numerosi studi, i pazienti con Disturbo Bipolare possono avere un rischio più elevato di esposizione ad eventi traumatici: sono stati riportati tassi di esposizione al trauma fino al 98% rispetto al 51-61% della popolazione generale (Mueser et al., 1998). Il Disturbo Post-traumatico da Stress (PTSD) è una condizione psicopatologica conseguente all’esposizione del soggetto ad un evento traumatico che metta in pericolo di vita o di gravi lesioni il soggetto stesso o terze persone (APA, 2013) ed ha una frequente comorbidità con il Disturbo Bipolare. Diversi studi hanno evidenziato tassi variabili di prevalenza di PTSD in gruppi di pazienti con Disturbo Bipolare: 7% (McElroy et. al. 2001), 11% (Neria et al. 2002), 19% (Simon et al. 2003), 39% (Kessler et al. 1997), 40% (Mueser et al. 1998). Il termine “Distress Peritraumatico” invece, è definito come un insieme di risposte fisiologiche, emotive e cognitive che si verificano immediatamente dopo l’esposizione ad un trauma. Diversi studi hanno evidenziato che il Distress Peritraumatico può essere utile nel predire la gravità dei sintomi di PTSD oltre che altri sintomi psichiatrici, in soggetti esposti a potenziali eventi traumatici (Thomas et al., 2012; Vance et al., 2018) e che la scala Peritraumatic Distress Inventory (PDI) si dimostra essere un valido strumento per prevedere il rischio di insorgenza di PTSD. (Bui et al., 2010; Jehel et al.,2005; Rybojad & Aftyka, 2018).
La malattia da COVID-19, causata dal virus respiratorio SARS-COV-2 e riscontrata per la prima volta ad Wuhan, in Cina, all’inizio di Dicembre 2019, si è diffusa rapidamente in più di 100 paesi in tutto il mondo. Il 30 gennaio l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale e l’11 Marzo 2020 lo stato di Pandemia. L'epidemia da COVID-19 può aver rappresentato un trauma rilevante non solo per il rischio del contagio ma anche per il severo lockdown e le misure di distanziamento sociale, l'incertezza economica e la limitata possibilità di accedere ai servizi di salute mentale (Carmassi et al., 2020). Alcuni studi confermano che la pandemia da COVID-19 può aver avuto un impatto rilevante sulla popolazione generale (Liu et. al. 2020; Xiong et al., 2020) e psichiatrica (Galletly C. et al., 2020; Zhou et al., 2020; Hao et al., 2020), mentre sono ancora pochi gli studi, specialmente di tipo longitudinale, sull’impatto della pandemia da COVID-19 sui pazienti affetti da Disturbo Bipolare.
Per questo motivo l’obiettivo della mia tesi è quello di valutare la prevalenza del PTSD in un campione di pazienti con Disturbo Bipolare in fase eutimica a 6 mesi dal primo lockdown nazionale per il COVID-19, valutare le caratteristiche psicopatologiche nei pazienti con PTSD e di valutare l’impatto del Distress Peritraumatico durante il lockdown sulla psicopatologia dei soggetti a 6 mesi con particolare attenzione allo sviluppo di PTSD. La popolazione indagata nella presente tesi è composta da 92 pazienti, con diagnosi di Disturbo Bipolare, seguiti presso il servizio psichiatrico ambulatoriale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana. Le valutazioni dello studio sono state condotte in due momenti: T0, dal 1 Aprile al 30 Aprile 2020, durante la prima ondata della pandemia da COVID-19 e il lockdown nazionale tramite una visita telepsichiatrica e T1, dal 1 Ottobre al 30 Ottobre 2020, 6 mesi dopo il T0 nell’ambito di una visita psichiatrica.
Nel nostro studio 13 pazienti con Disturbo Bipolare (14,1%) hanno sviluppato PTSD a 6 mesi dalla fase acuta della pandemia da COVID-19, questo risulta essere in linea con la letteratura: un precedente studio (Carmassi et al., 2020) su pazienti con Disturbo Bipolare durante il lockdown nazionale ha mostrato una percentuale di sintomi di PTSD del 17%. A seguito dell’analisi eseguita tra le variabili sociodemografiche, il “genere femminile” è risultato essere significativamente associato alla presenza di PTSD. Questo è in accordo con la letteratura esistente: il PTSD presenta da un lato tassi di prevalenza fino a circa il doppio nelle femmine rispetto ai maschi e dall'altro un maggior carico sintomatologico nel genere femminile (APA, 2013; Carmassi et al., 2014). Inoltre, il genere femminile è stato identificato come il fattore predittivo più potente per lo sviluppo di PTSD in seguito a pandemie (Liu et al., 2020). Tra le variabili cliniche sono state riscontrate differenze statisticamente significative per l’età del primo episodio ed il numero di episodi maniacali e totali. Questo può significare che l’alto numero di episodi affettivi può determinare una maggiore instabilità dell’umore ed una predisposizione all’insorgenza di PTSD. In numerosi studi è emersa la relazione tra sintomi maniacali e PTSD (Dell’Osso et al., 2014, Pollack et al., 2006, Otto et al., 2004, Pompili et al., 2021). Dallo studio è emersa anche una differenza statisticamente significativa per quanto riguarda il trattamento con benzodiazepine durante il T0; questo è in accordo con la letteratura: essere in terapia con benzodiazepine può essere un fattore di rischio per l’insorgenza di PTSD e può correlare con una peggiore gravità complessiva dei sintomi di PTSD (Guina et al., 2015). Dal confronto tra i punteggi dei questionari GAD-7, HAM-D, YMRS e WSAS al T1 sono stati riscontrati livelli statisticamente significativi più elevati nei pazienti con PTSD in tutte le scale. Queste rappresentano il profilo psicopatologico dei pazienti del campione ed in particolare emerge come i pazienti con Disturbo Bipolare che hanno sviluppato PTSD erano quelli che avevano maggiori sintomi ansiosi, depressivi, maniacali e un peggior funzionamento in ambito sociale e lavorativo. Questo viene confermato in letteratura da numerosi studi nei quali emerge che il PTSD è un fattore di rischio per l’ansia e per la depressione, che a loro volta possono essere considerate come complicanze del PTSD (Ginzburg et al., 2010). Lo stesso vale per i sintomi maniacali: il PTSD può condurre all’esordio di sintomi maniacali (Javidi et al., 2012) e ad un peggioramento del quadro clinico del disturbo bipolare (Otto et al., 2004; Pollack et al., 2006; Quarantini et al., 2013; Cerimele et al., 2017; Carmassi et al., 2020; Pompili et al., 2021). Dal modello di regressione logistica che mostra i fattori predittivi associati allo sviluppo di PTSD a T1 è emerso che il Distress Peritraumatico durante il lockdown predice l’insorgenza di PTSD a 6 mesi. Inoltre, dalle correlazioni tra i punteggi della scala PDI e i punteggi delle scale IES-R, GAD-7, HAM-D, YMRS e WSAS al T1 nei soggetti senza e con PTSD è emersa una correlazione statisticamente significativa per le scale IES-R, GAD-7, HAM-D e WSAS. Questo suggerisce che il Distress Peritraumatico non solo correla con l’insorgenza di PTSD ma è associato allo sviluppo di altre manifestazioni psicopatologiche, come i sintomi ansiosi, depressivi ed in generale un peggioramento del funzionamento sociale e lavorativo. Questo è in linea con uno studio recente dal quale è risultato che il Distress Peritraumatico prediceva, non solo i sintomi del PTSD (45,6%) ma anche quelli depressivi (42,9%) e ansiosi (43,1%) (Megalakaki et al., 2021).
Questi risultati evidenziano l’attenzione clinica che dovrebbe essere prestata al Distress Peritraumatico negli individui esposti alla pandemia da COVID-19. Ulteriori studi su pazienti con Disturbo Bipolare sono necessari per individuare strategie di valutazione precoce e di trattamento efficaci per questa dimensione.
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