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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-10062017-015956


Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
MACRINA, DANIELA
URN
etd-10062017-015956
Titolo
Tra l'arte e il sacro: Giuseppe Macrì
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
CONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI
Relatori
relatore Patti, Mattia
Parole chiave
  • arte sacra
  • seconda metà del novecento
Data inizio appello
06/11/2017
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
06/11/2087
Riassunto
In un primo momento – fase propedeutica di natura compilativa e teorica intesa ad evidenziare alcuni specifici aspetti del periodo storico trattato – la presente tesi pone l’accento sui due fattori che hanno portato ad una svolta profondamente significativa nella relazione tra l’arte della seconda metà del Novecento e la Chiesa Cattolica: la riforma del rito promossa dal Concilio Ecumenico Vaticano II e l’elezione al soglio pontificio di Giovanni Battista Montini, Papa Paolo VI. A questo ne segue un secondo di impegnativa ricerca volta a delineare nella maniera più esaustiva possibile la biografia dello scultore Giuseppe Macrì, grazie anche all’ausilio di un cospicuo numero di documenti inediti. L’artista si va formando a Reggio Calabria dalla prima metà degli anni trenta, nell’interessante ambiente che orbita intorno alla figura di Alfonso Frangipane: storico dell’arte, fondatore di diverse scuole, presidente dell’Associazione Mattia Preti Comitato degli amici dei monumenti e dell’Arte, direttore della rivista Brutium e organizzatore di mostre d’arte collettive a cadenza biennale. Successivamente Macrì, trasferitosi a Roma, rimane per lungo tempo sotto la guida dello scultore Pericle Fazzini. Nel dopoguerra si trasferisce nell’America del sud, lavorando anche a importanti commissioni, come la scultura di Evita Peron per l’ambasciata italiana in Argentina. Nel cinquanta torna a Roma presso lo studio di Pericle Fazzini e inizia a esporre in gallerie legate ai circuiti internazionali sperimentali, come l’Obelisco e La Tartaruga. Dalla fine degli anni cinquanta fino alla morte lavora tra America e Italia. È particolarmente legato all’ambienta del Vaticano negli anni del pontificato di Paolo VI, riuscendo a coniugare la lezione dei classici e un fermento nuovo di modernità e di movimento ad un autentico sentimento di religiosità e una forte capacità persuasiva nella rappresentazione del sacro. Per ultimo uno spazio interamente dedicato all’analisi critica dell’opera di Macrì da un punto di vista stilistico e iconografico.
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