Tesi etd-10062016-132711 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DEL MINISTRO, NICCOLO'
URN
etd-10062016-132711
Titolo
Ricerca di inibitori differenziali di origine naturale dell'aldoso reduttasi
Dipartimento
BIOLOGIA
Corso di studi
BIOTECNOLOGIE MOLECOLARI E INDUSTRIALI
Relatori
relatore Prof.ssa Del Corso, Antonella
Parole chiave
- Aldoso reduttasi
- ARDIs
- inibitori naturali
- inibizione differenziale
Data inizio appello
24/10/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’aldoso reduttasi è un enzima, NADPH dipendente, appartenente alla famiglia delle aldo-cheto-reduttasi.
Tale enzima fa parte della così detta via dei polioli nella quale il gluscosio viene dapprima ridotto a sorbitolo dall’aldoso reduttasi e in seguito ossidato a fruttosio dalla sorbitolo deidrogenasi.
In soggetti diabetici, la condizione di iperglicemia porta ad un aumento del flusso di glucosio attraverso la via dei polioli. Ciò determina sia uno squilibrio osmotico conseguente all’accumulo di sorbitolo a livello intracellulare, sia alterazioni dei corretti rapporti dei cofattori piridinici, sia un aumento dei processi glicativi conseguente all’aumento dei livelli di fruttosio. Tutte queste alterazioni sono considerate alla base della insorgenza delle cosi dette complicanze diabetiche. Alla luce di queste considerazioni, l’inibizione dell’aldoso reduttasi è considerata una strategia per contrastare o ritardare l’insorgenza delle suddette complicanze. Tuttavia, nonostante siano stati identificati inibitori dotati di potente attività in vitro, i risultati clinici di tale approccio sono piuttosto controversi.
L’aldoso reduttasi, oltre a ridurre il glucosio e altri aldosi, mostra tuttavia la capacità di ridurre anche aldeidi tossiche quali quelle derivanti dalla perossidazione lipidica, svolgendo sotto questo aspetto un’attività detossificante.
Su queste considerazioni si basa l’approccio dell’”inibizione differenziale” dell’aldoso reduttasi, volto a inibire l’enzima dipendentemente dal substrato che viene trasformato. La ricerca di inibitori differenziali dell’aldoso reduttasi quindi è volta a evidenziare composti capaci di inibire la riduzione del glucosio e degli aldosi in generale, senza influenzare (o comunque con minore influenza) l’azione di riduzione delle aldeide citotossiche.
In questo lavoro di tesi, sono stati analizzati alcuni estratti grezzi ottenuti da specie vegetali (peperone, rosmarino, mirto), al fine di individuare possibili inibitori differenziali.
Sono state utilizzate tecniche di cromatografia su colonna per separare i vari composti presenti negli estratti grezzi; i prodotti della separazione sono stati poi analizzati tramite saggi enzimatici al fine di individuare un’eventuale attività inibente differenziale sull’aldoso reduttasi utilizzando come substrati L-idoso (quale esempio di aldoso) e il 4-idrossi-2-nonenale (quale esempio di aldeide citotossica).
Tale enzima fa parte della così detta via dei polioli nella quale il gluscosio viene dapprima ridotto a sorbitolo dall’aldoso reduttasi e in seguito ossidato a fruttosio dalla sorbitolo deidrogenasi.
In soggetti diabetici, la condizione di iperglicemia porta ad un aumento del flusso di glucosio attraverso la via dei polioli. Ciò determina sia uno squilibrio osmotico conseguente all’accumulo di sorbitolo a livello intracellulare, sia alterazioni dei corretti rapporti dei cofattori piridinici, sia un aumento dei processi glicativi conseguente all’aumento dei livelli di fruttosio. Tutte queste alterazioni sono considerate alla base della insorgenza delle cosi dette complicanze diabetiche. Alla luce di queste considerazioni, l’inibizione dell’aldoso reduttasi è considerata una strategia per contrastare o ritardare l’insorgenza delle suddette complicanze. Tuttavia, nonostante siano stati identificati inibitori dotati di potente attività in vitro, i risultati clinici di tale approccio sono piuttosto controversi.
L’aldoso reduttasi, oltre a ridurre il glucosio e altri aldosi, mostra tuttavia la capacità di ridurre anche aldeidi tossiche quali quelle derivanti dalla perossidazione lipidica, svolgendo sotto questo aspetto un’attività detossificante.
Su queste considerazioni si basa l’approccio dell’”inibizione differenziale” dell’aldoso reduttasi, volto a inibire l’enzima dipendentemente dal substrato che viene trasformato. La ricerca di inibitori differenziali dell’aldoso reduttasi quindi è volta a evidenziare composti capaci di inibire la riduzione del glucosio e degli aldosi in generale, senza influenzare (o comunque con minore influenza) l’azione di riduzione delle aldeide citotossiche.
In questo lavoro di tesi, sono stati analizzati alcuni estratti grezzi ottenuti da specie vegetali (peperone, rosmarino, mirto), al fine di individuare possibili inibitori differenziali.
Sono state utilizzate tecniche di cromatografia su colonna per separare i vari composti presenti negli estratti grezzi; i prodotti della separazione sono stati poi analizzati tramite saggi enzimatici al fine di individuare un’eventuale attività inibente differenziale sull’aldoso reduttasi utilizzando come substrati L-idoso (quale esempio di aldoso) e il 4-idrossi-2-nonenale (quale esempio di aldeide citotossica).
File
Nome file | Dimensione |
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Tesi_Del...itiva.pdf | 1.75 Mb |
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