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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10052022-122147


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PAGANI, ALESSANDRA
URN
etd-10052022-122147
Titolo
La ricerca di agenti virali nelle acque reflue come indice epidemiologico di rischio: confronti tra metodiche molecolari e criticità nella valutazione dell’infettività
Dipartimento
BIOLOGIA
Corso di studi
BIOLOGIA MOLECOLARE E CELLULARE
Relatori
relatore Prof.ssa Carducci, Annalaura
Parole chiave
  • ricerca di virus ambientali
  • risk assessment
  • wastewater based epidemiology
  • wastewater
  • adenovirus
  • SARS-CoV-2
Data inizio appello
25/10/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
25/10/2092
Riassunto
La WBE è un ottimo tool per la rilevazione virale nelle acque reflue. Un suo impiego è nella ricerca di SARS-CoV-2 e di HAdV presenti nei liquami. I metodi più utilizzati per tale approccio sono quelli molecolari con il limite però di non fornire valori d’infettività. Per un dato completo e applicabile all’analisi del rischio è quindi utile l’uso di metodi colturali.
L’obiettivo del lavoro è di individuare il metodo di estrazione migliore, evidenziare eventuali differenze nella rilevazione virale e nell’infettività tra matrici diverse, e ottenere un coefficiente utile per la stima dell’infettività anche dove non è possibile l’uso di metodi colturali.
Per fare ciò in una prima fase un triplicato di refluo negativo ad HAdV e uno di acqua sono contaminati con quantità note di HAdV e HCoV229E (surrogato di SARS-CoV-2). È poi condotta concentrazione, estrazione e purificazione. Il confronto è tra due metodi di estrazione: biglie di silice magnetica e spin-column.
Dai dati ottenuti per HAdV si osserva una differenza significativa con una maggiore efficienza per il metodo spin-column, mentre non è rilevata alcuna influenza della matrice. Dai dati per HCoV229E non si osservano differenze significative né per metodi di estrazione né per matrici, anche se si nota un’efficienza maggiore per l’estrazione su refluo con biglie. Non si osservano differenze sull’infettività tra matrici per nessuno dei virus.
Nella seconda parte del lavoro è applicata allo studio sul campo l’estrazione migliore: dopo aver identificato le cg di HAdV e di SARS-CoV-2, dal coefficiente ottenuto dalla prima fase si può cercare di risalire alla stima d’infettività anche in campioni ambientali. Il dato ottenuto da questo approccio potrebbe poi essere utile nell’analisi del rischio.
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