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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-10052015-012021


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
SANTORO, VALERIA
URN
etd-10052015-012021
Titolo
Determinazione della mutazione di resistenza acquisita T790M nel DNA circolante di pazienti progrediti dopo trattamento con un inibitore tirosinochinasico di EGFR
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Falcone, Alfredo
Parole chiave
  • TKI
  • NSCLC
  • EGFR
Data inizio appello
20/10/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Nei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule, localmente avanzato o metastatico, la presenza di mutazioni attivanti di EGFR è un fattore predittivo di risposta al trattamento con inibitori tirosinochinasici (TKI). Gefitinib, erlotinib o afatinib sono lo standard di trattamento di prima linea per questi pazienti. Nonostante un tasso del 50-70% di risposte obiettive, i pazienti progrediscono dopo una mediana di 9-13 mesi per l’insorgenza di fenomeni di resistenza acquisita. La seconda mutazione T790M di EGFR si ritrova nel 50% dei pazienti progrediti e determina resistenza al trattamento con TKI in vitro. Recentemente, farmaci inibitori di EGFR di terza generazione (AZD9291 e rociletinib) hanno dimostrato una promettente attività nei pazienti progrediti al trattamento con TKI di prima linea che abbiano sviluppato la mutazione T790M. Tuttavia, l’esecuzione di biopsie al momento della progressione di malattia può essere problematica, causare sofferenza al paziente ed essere associata a possibili complicanze. Pertanto, la determinazione della comparsa della mutazione T790M nel plasma del paziente potrebbe rappresentare un utile biomarcatore di questa tipologia di resistenza acquisita.
La mutazione T790M è stata ricercata nel plasma di 34 pazienti affetti da tumore con mutazione attivante di EGFR (L858R, L747P o Ex19INDEL) e progrediti durante trattamento con TKI. Il 65% dei pazienti aveva sviluppato la mutazione T790M al momento della progressione. Dieci pazienti avevano eseguito una nuova biopsia al momento della progressione: 4 pazienti presentavano la mutazione T790M a livello istologico e nel plasma, 4 erano negativi in entrambi i test e 2 pazienti avevano una biopsia negativa, ma la mutazione T790M riscontrabile nel plasma. I pazienti con mutazione di resistenza acquisita T790M avevano un vantaggio in sopravvivenza rispetto a quelli senza tale mutazione (43 e 25.4 mesi, p=0.002).
Il plasma dei pazienti può rappresentare uno strumento per la determinazione delle mutazioni di resistenza acquisita. I nostri risultati sono in linea con quanto riportato in letteratura per frequenza di mutazione e comportamento clinico. Rimane da indagare il ruolo della biopsia liquida nella predizione della risposta a trattamenti con inibitori tirosinochinasici di terza generazione.
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