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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10052014-234422


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
TAMMARO, CARMINE
URN
etd-10052014-234422
Titolo
Studio del ruolo che il protozoo Acanthamoeba polyphaga ha nel diffondere e proteggere Adenovirus 5 in ambienti acquatici
Dipartimento
BIOLOGIA
Corso di studi
BIOLOGIA MARINA
Relatori
relatore Dott. Verani, Marco
correlatore Dott.ssa Tavanti, Arianna
correlatore Prof. Di Giuseppe, Graziano
relatore Prof.ssa Carducci, Annalaura
Parole chiave
  • Acanthamoeba polyphaga
  • Adenovirus
  • cloro attivo
  • immunofluorescenza diretta
  • titolazione virale.
Data inizio appello
20/10/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Gli Adenovirus sono responsabili di un'ampia gamma di patologie, tra cui: infezioni all'apparato respiratorio, gastrointestinale e urinario. Vengono escreti con le feci e sono stati trovati in numerosi ambienti acquatici come il mare, i fiumi ed anche in riserve d'acqua potabile trattate con disinfettanti. Vista la loro grande diffusione, la presenza di Adenovirus può essere utilizzata come indicatore di contaminazioni virali e dell'efficienza dei trattamenti per l'eliminazione dei virus dalle acque reflue.
Il genere Acanthamoeba comprende specie ubiquitarie a vita libera che possono causare cheratiti oppure, in individui affetti da immunodeficienza, encefalite granulomatosa. Il loro ciclo vitale comprende uno stadio di trofozoite, in cui l'organismo si riproduce e si nutre, e uno stadio di cisti, in cui si forma una doppia parete che determina un'alta resistenza a condizioni ambientali avverse e a trattamenti di disinfezione.
Diversi lavori hanno dimostrato che le amebe possono funzionare come veicolo per altri microrganismi, i quali non riescono ad essere digeriti in seguito alla fagocitosi e diventano endocitobionti. Inoltre, sono stati riportati pazienti con co-infezioni oculari dovute ad Acanthamoeba e virus, inclusi alcuni Adenovirus.
L'obiettivo di questo studio è quello d'indagare i fattori che portano all'internalizzazione di Adenovirus 5 (HAdV5) ed evidenziare la possibilità che il virus può acquisire lo stesso grado di resistenza dell'Acanthamoeba polyphaga (AP) alla disinfezione con ipoclorito di sodio.
Il ceppo di Acanthamoeba è stato coltivato in condizioni asettiche nel terreno di crescita PYG, mentre il virus è stato replicato su colture cellulari HeLa.
La prima parte degli esperimenti è stata eseguita con la finalità di standardizzare un protocollo per la fagocitosi del virus da parte dell'ameba in acqua.
La localizzazione del virus all'interno dei trofozoiti è stata rilevata con la tecnica di immunofluorescenza diretta (kit: 17-020, Argene, France).
Nella seconda parte dello studio è stata testata l'efficacia dell'ipoclorito di sodio contro l'ameba e il virus, sia presi singolarmente che in seguito all'internalizzazione, ad una concentrazione di Cl libero pari a: 1-2,5-5 mg/l per 24 ore.
I dati ottenuti dimostrano che HAdV 5 non viene incorporato dall'AP se vengono rimossi i detriti cellulari e le cellule sulle quali era stato replicato, confermando che questi protozoi hanno una taglia preferenziale di cattura e che il virus liberamente sospeso non riesce a penetrare la membrana citoplasmatica dell'ameba.
Nei test di disinfezione AP è risultata resistente a tutte le concentrazioni di Cl2 sperimentate, mentre HAdV 5 (con una concentrazione di 103 TCID50/ml) perde la sua infettività a partire da una concentrazione di Cl attivo di 5 mg/l.
Nelle prove effettuate su co-culture di virus e ameba è stato rilevato virus all'interno del citoplasma ameboide, grazie alla tecnica d'immunofluorescenza, a tutte le concentrazioni di Cl attivo sperimentate.
La valutazione dell'infettività di HAdV5, per mezzo di titolazione virale DCP50, ha mostrato come un'aliquota di virus rimane intatto e virulento in seguito alla fagocitosi da parte dei trofozoiti ed ai trattamenti con il Cl.
I risultati di questo studio sottolineano quanto può essere importante il ruolo che ha Acanthamoeba plyphaga nel proteggere Adenovirus, ed altri virus enterici che si trovano nel suo stesso habitat, da condizioni ambientali avverse.
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