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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10042023-110833


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
BERTAGNI, CHIARA
URN
etd-10042023-110833
Titolo
Applicazione del feeding tube esofagostomico: fattori di rischio associati alla mortalità.
Dipartimento
SCIENZE VETERINARIE
Corso di studi
MEDICINA VETERINARIA
Relatori
relatore Dott.ssa Lippi, Ilaria
correlatore Prof.ssa Marchetti, Veronica
Parole chiave
  • PT
  • total protein
  • albumin
  • hemoglobin
  • hematocrit
  • red blood cells
  • platelets
  • creatinine
  • urea
  • BCS
  • weight
  • age
  • extra
  • dialysis
  • nephropathic
  • E-tube
  • FT
  • feeding tube
  • oesophagostomy tube
  • cats
  • mortalità dogs
  • neutrofili
  • leucociti
  • MAP
  • PAS
  • fibrinogeno
  • aPTT
  • PT
  • proteine totali
  • albumina
  • emoglobina
  • ematocrito
  • globuli rossi
  • piastrine
  • creatinina
  • urea
  • BCS
  • peso
  • età
  • extra
  • dializzati
  • nefropatici
  • E-tube
  • FT
  • feeding tube
  • sondino esofagostomico
  • gatti
  • cani
  • aPTT
  • fibrinogen
  • PAS
  • MAP
  • leukocytes
  • neutrophils
  • mortality
Data inizio appello
27/10/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
27/10/2093
Riassunto
valutazione retrospettiva di parametri clinici e di laboratorio delle cartelle cliniche di cani e gatti sottoposti ad applicazione di feeding tube esofagostomico presso l’Ospedale Didattico Veterinario “Mario Modenato” tra Gennaio 2019 e Giugno 2023 ed outcome correlato. Obiettivo del presente studio era di valutare se potessero esserci dei fattori di rischio e/o prognostici all’applicazione del sondino esofagostomico in cani e gatti; particolare attenzione, è stata posta ai pazienti nefropatici o sottoposti a trattamento dialitico, per capire se effettivamente la mortalità in questi soggetti critici, fosse più alta rispetto agli altri, grazie alla suddivisione in 3 gruppi: dializzati, nefropatici, altro. I dati clinici comprendevano il rilevamento del peso corporeo, il BCS, la disidratazione e la pressione arteriosa. I dati di laboratorio presi in considerazione erano l’urea, la creatinina, i globuli rossi, l’emoglobina totale, l’ematocrito, l’albumina, le proteine totali, le piastrine, alcuni parametri della coagulazione (PT, aPTT, fibrinogeno), i leucociti e i neutrofili. Il gruppo dei cani (n=61) è risultato composto da 35 maschi (di cui 8 castrati) e da 26 femmine (di cui 12 castrate). I cani appartenenti al gruppo dei dializzati erano 21, quelli appartenenti al gruppo nefropatici erano 30 e i restanti appartenenti al gruppo extra erano 10. Il gruppo dei gatti (n=16) è risultato composto da 9 maschi (di cui 8 castrati) e da 7 femmine (di cui 6 castrate). I gatti appartenenti al gruppo nefropatici erano 10, mentre gli appartenenti al gruppo extra 6. Nessun soggetto di quelli presi in esame è stato sottoposto a dialisi. Nel gruppo dei cani dai risultati è emersa un’associazione statisticamente significativa tra l’età dei cani e dei nefropatici e l’ipoalbuminemia dei dializzati, con la mortalità. Dal confronto tra le medie/mediane è invece emerso che la media dell’urea dei cani vivi era significativamente più alta di quelli morti, le proteine totali dei cani morti erano significativamente più basse di quelli vivi, la media dei BCS dei nefropatici morti era significativamente più bassa di quelli vivi, l’albumina dei dializzati deceduti era significativamente più bassa di quelli vivi e, infine, l’albumina e le proteine totali dei dializzati deceduti erano più basse dei nefropatici morti. Nei gatti è emerso che la media della MAP dei gatti deceduti era significativamente più alta di quelli vivi. Facendo riferimento all’ipotesi iniziale, dai risultati emerge che i pazienti appartenenti al gruppo dei nefropatici e dei dializzati non avevano un rischio di mortalità superiore, rispetto ai soggetti non nefropatici.

retrospective evaluation of clinical and laboratory parameters of the medical records of dogs and cats subjected to esophagostomy feeding tube application at the “Mario Modenato” Veterinary Teaching Hospital between January 2019 and June 2023 and related outcome. The aim of the present study was to evaluate whether there could be risk and/or prognostic factors for the application of the esophagostomy tube in dogs and cats; particular attention was paid to nephropathic patients or those undergoing dialysis treatment, to understand whether mortality in these critically ill subjects was actually higher than in others, thanks to the division into 3 groups: dialysis patients, nephropathic patients, other. Clinical data included body weight, BCS, dehydration, and blood pressure. The laboratory data taken into consideration were urea, creatinine, red blood cells, total hemoglobin, hematocrit, albumin, total proteins, platelets, some coagulation parameters (PT, aPTT, fibrinogen), leukocytes and neutrophils. The group of dogs (n=61) was made up of 35 males (of which 8 were neutered) and 26 females (of which 12 were neutered). The dogs belonging to the dialysis group were 21, those belonging to the nephropathic group were 30 and the remaining belonging to the extra group were 10. The cat group (n=16) was made up of 9 males (of which 8 were neutered) and 7 females (6 of which were neutered). There were 10 cats belonging to the nephropathic group, while there were 6 belonging to the extra group. None of those examined underwent dialysis. In the group of dogs, the results revealed a statistically significant association between the age of dogs and kidney patients and hypoalbuminemia of dialysis patients, with mortality. From the comparison between the means/medians it emerged that the mean urea of the live dogs was significantly higher than the dead ones, the total proteins of the dead dogs were significantly lower than the live ones, the mean BCS of the dead nephropathic dogs was significantly lower than those alive, the albumin of deceased dialysis patients was significantly lower than those alive and, finally, the albumin and total proteins of deceased dialysis patients were lower than those of dead nephropathic patients. In cats, the mean MAP of deceased cats was significantly higher than that of living cats. Referring to the initial hypothesis, the results show that patients belonging to the nephropathic and dialysis groups did not have a higher risk of mortality compared to non-renal patients.
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