Tesi etd-10042021-164119 |
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Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
RUSSO, LUISA
URN
etd-10042021-164119
Titolo
Ricerche su di un particolare contenitore da trasporto medievale (VIII-XII secolo): le "anforette" del sito di Vetricella (Scarlino, GR).
Settore scientifico disciplinare
L-ANT/08
Corso di studi
SCIENZE DELL'ANTICHITA' E ARCHEOLOGIA
Relatori
tutor Prof.ssa Bianchi, Giovanna
Parole chiave
- anforette
- archaeometry
- archeometria
- ceramica medievale
- medieval pottery
- small amphorae
- south-west Tuscany
- Toscana sud-occidentale
Data inizio appello
12/10/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
12/10/2061
Riassunto
La ricerca è finalizzata ad accrescere il grado di conoscenza del corredo ceramico acromo diffuso tra VIII e XII secolo nel territorio compreso tra le Colline Metallifere grossetane, la Val di Cornia, la Val di Pecora e la relativa fascia costiera, nell’ambito del progetto ERC nEU-Med (Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali-Università di Siena).
L’oggetto principale è l’anforetta, un contenitore da trasporto impiegato negli scambi via terra a breve e medio raggio. Tale forma è stata attestata nei siti della Toscana meridionale con frequenza piuttosto limitata, mentre trova largo riscontro nel sito di Vetricella (Scarlino, GR), da cui provengono più di 200 esemplari.
Lo studio delle anforette e del resto del materiale ceramico parte da un approccio tradizionale, al quale sono affiancate delle analisi archeometriche. Esami petrografici e chimici hanno consentito di indagare la natura degli impasti e di alcuni campioni di argilla ritenuti adeguati alla produzione ceramica. È stato possibile effettuare, inoltre, analisi mediante gascromatografia per il riconoscimento dei residui organici contenuti ed analisi alla termoluminescenza per affinare le datazioni dei reperti.
La lettura integrata dei dati forniti dal catalogo morfologico e dalle analisi archeometriche ha contribuito ad accrescere e meglio definire il valore artigianale, sociale ed economico di una classe di reperti considerata da sempre fondamentale per lo studio delle dinamiche di frequentazione umana del territorio.
The research aims to increase our knowledge of the uncovered ceramic products documented in this area between the 8th and 12th centuries in the south of Tuscany, between the district of the Colline Metallifere, the Val di Cornia, the Val di Pecora and the adjacent coastal seaboard (ERC nEU-Med project, Department of Historical Sciences and Cultural Heritage-University of Siena).
The so-called small amphora, a transport vessel used for short-to-medium distance overland trade, is the main object. This vessel has been identified in other southern Tuscan sites in rather limited numbers, while its presence seems to be amply attested at the site of Vetricella (Scarlino, Grosseto), from which more than 200 specimens have been documented.
The study of small amphorae as well as the other ceramic finds starts from a traditional approach, implemented by a number of archaeometric analyses.
Petrographic and chemical analyses allowed to investigate the nature of the ceramic bodies and several clay samples considered suitable for ceramic production.
Moreover, both the amphorae and other common ware ceramic have been analyzed by way of gas chromatography in order to recognize organic residues and by thermoluminescence, so as to refine their chronology.
The integrated reading of the data provided by the morphological catalog together with the results of the archaeometric analyses has contributed to increasing and better defining the artisanal, social and economic value of a class of finds that has always been considered of fundamental importance for the study of the settlement dynamics of this territory.
L’oggetto principale è l’anforetta, un contenitore da trasporto impiegato negli scambi via terra a breve e medio raggio. Tale forma è stata attestata nei siti della Toscana meridionale con frequenza piuttosto limitata, mentre trova largo riscontro nel sito di Vetricella (Scarlino, GR), da cui provengono più di 200 esemplari.
Lo studio delle anforette e del resto del materiale ceramico parte da un approccio tradizionale, al quale sono affiancate delle analisi archeometriche. Esami petrografici e chimici hanno consentito di indagare la natura degli impasti e di alcuni campioni di argilla ritenuti adeguati alla produzione ceramica. È stato possibile effettuare, inoltre, analisi mediante gascromatografia per il riconoscimento dei residui organici contenuti ed analisi alla termoluminescenza per affinare le datazioni dei reperti.
La lettura integrata dei dati forniti dal catalogo morfologico e dalle analisi archeometriche ha contribuito ad accrescere e meglio definire il valore artigianale, sociale ed economico di una classe di reperti considerata da sempre fondamentale per lo studio delle dinamiche di frequentazione umana del territorio.
The research aims to increase our knowledge of the uncovered ceramic products documented in this area between the 8th and 12th centuries in the south of Tuscany, between the district of the Colline Metallifere, the Val di Cornia, the Val di Pecora and the adjacent coastal seaboard (ERC nEU-Med project, Department of Historical Sciences and Cultural Heritage-University of Siena).
The so-called small amphora, a transport vessel used for short-to-medium distance overland trade, is the main object. This vessel has been identified in other southern Tuscan sites in rather limited numbers, while its presence seems to be amply attested at the site of Vetricella (Scarlino, Grosseto), from which more than 200 specimens have been documented.
The study of small amphorae as well as the other ceramic finds starts from a traditional approach, implemented by a number of archaeometric analyses.
Petrographic and chemical analyses allowed to investigate the nature of the ceramic bodies and several clay samples considered suitable for ceramic production.
Moreover, both the amphorae and other common ware ceramic have been analyzed by way of gas chromatography in order to recognize organic residues and by thermoluminescence, so as to refine their chronology.
The integrated reading of the data provided by the morphological catalog together with the results of the archaeometric analyses has contributed to increasing and better defining the artisanal, social and economic value of a class of finds that has always been considered of fundamental importance for the study of the settlement dynamics of this territory.
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