Tesi etd-10042017-053826 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
ARZE ALEGRIA, ALEJANDRO
URN
etd-10042017-053826
Titolo
I meccanismi di persistenza e riproduzione delle disuguaglianze sociali delle lavoratrici domestiche di La Paz, Bolivia
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SOCIOLOGIA E MANAGEMENT DEI SERVIZI SOCIALI
Relatori
relatore Tomei, Gabriele
Parole chiave
- Bolivia
- Differenziazione sociale
- Divisione sessuale del lavoro riproduttivo
- Lavoro domestico
- Lavoro emotivo
- Riproduzione delle inuguaglianze
- Violenza simbolica
Data inizio appello
23/10/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il lavoro stipendiato domestico è uno dei settori lavorativi più vulneranti in Bolivia. Manifestazione pratica del passato, questa occupazione predominantemente femminile dispone condizioni che occasionalmente ricordano il periodo coloniale: aberranti pratiche di sfruttamento, discriminazione e maltrattamenti sono parte costitutiva delle esperienze di molte di queste donne.
Il dibattito pubblico attorno a questa questione sociale non è recente. La formazione di organizzazioni che si rivolgono alle lavoratrici domestiche ha segnato un punto di svolta fondamentale nel conseguimento dei diritti storicamente negati. Tuttavia, le disuguaglianze presenti nella normativa e la reticenza della società ad attuare le nuove tutele, derivano in uno scenario nel quale sussistono diverse forme di precarietà lavorativa.
La seguente ricerca analizza questo stato della situazione. Più nello specifico, fornisce spiegazioni plausibili sui motivi della persistenza e della riproduzione di queste condizioni critiche.
La tesi si inquadra come una ricerca sperimentale di tipo qualitativo. L'analisi svolta si basa sui dati ottenuti attraverso la realizzazione di interviste in profondità a lavoratrici domestiche e a datori di lavoro della città di La Paz. A partire dell'uso di metodi di analisi di contenuto, i dati sono stati sistematizzati in codici e categorie che rispecchiano i connotati delle partecipanti.
Per studiare i processi che si trovano all'origine della persistenza di queste condizioni, si è fatto ricorso all'opera di Pierre Bourdieu e di Arlie Hochschild. Si assume, da un lato, che i concetti di campo, capitale habitus e violenza simbolica della teoria buordessiana permettano di mettere in luce le oscurate pratiche di dominazione che sono alla base della particolare situazione in cui vertono le lavoratici. D’altro canto, l'utilizzo della teoria sociologica delle emozioni di Hochschild aiuta a comprendere con maggiore chiarezza alcune delle relazioni che si instaurano fra i membri della famiglia dei datori lavoro e la lavoratrice.
In concreto, i risultati evidenziano che nel corso della vita delle partecipanti operano una serie di meccanismi che mantengono e riproducono le condizioni di inuguaglianza sociale e della precarietà lavorativa. Per rendere più comprensibili questi processi si è deciso di ripartirli in due periodi analitici. La distinzione fra le due tappe si riferisce agli elementi comuni presenti nella progressione temporale dei relati.
Il primo periodo corrisponde agli eventi in relazione ai quali si procedette all'elezione delle partecipanti per questa occupazione e alle prime esperienze di socializzazione con il lavoro. Si evidenzia, per esempio, come la possessione di uno scarso volume globale di capitale (economico, culturale, sociale e simbolico) da parte della lavoratrice e della propria famiglia determina la loro pronta uscita del nucleo familiare e la loro inserzione in un lavoro che riprodurrà questa stessa condizione. Nello stesso senso, l'analisi dell'insegnamento delle faccende domestica alle lavoratrici rivela come dietro a questa pratica apparentemente innocua si nasconde un atto di socializzazione delle differenze simboliche che naturalizzano la divisione sessuale, generazionale e razziale del lavoro produttivo, e con ciò, determinano le posizioni di dominante e dominato all'interno del campo domestico.
Il secondo periodo copre eventi più recenti. Si studia la consolidazione della relazione fra la lavoratrice e il datore di lavoro e, in particolare, si descrive come la costruzione di forti legami emotivi possa comportare effetti positivi o negativi. Si presenta, anche, come la violenza psicologica e fisica, messa in atto attraverso pratiche di discriminazione e disprezzo, si manifestino come la modalità più crudeli della socializzazione simbolica della distinzione. Aldilà di ciò, la stesura include l'analisi di come l'azione dei sindacati e l'incremento delle capacità di agency delle lavoratici provochino mutamenti significativi nelle condizioni lavorative e sociali delle suddette.
I diversi nodi messi a comparazione rendono questo un campo d’indagine complesso. La persistenza di inuguaglianze tra le lavoratici domestiche, nonostante i cambiamenti, avverte della necessità di creare un dibattito pubblico attorno alla formalizzazione delle condizioni lavorative dell’impiego domestico, sul ruolo dello Stato, sul perdurare di una mentalità coloniale e, in generale, sull'inesistente divisione equitativa delle attività di cura fra uomini e donne.
Il dibattito pubblico attorno a questa questione sociale non è recente. La formazione di organizzazioni che si rivolgono alle lavoratrici domestiche ha segnato un punto di svolta fondamentale nel conseguimento dei diritti storicamente negati. Tuttavia, le disuguaglianze presenti nella normativa e la reticenza della società ad attuare le nuove tutele, derivano in uno scenario nel quale sussistono diverse forme di precarietà lavorativa.
La seguente ricerca analizza questo stato della situazione. Più nello specifico, fornisce spiegazioni plausibili sui motivi della persistenza e della riproduzione di queste condizioni critiche.
La tesi si inquadra come una ricerca sperimentale di tipo qualitativo. L'analisi svolta si basa sui dati ottenuti attraverso la realizzazione di interviste in profondità a lavoratrici domestiche e a datori di lavoro della città di La Paz. A partire dell'uso di metodi di analisi di contenuto, i dati sono stati sistematizzati in codici e categorie che rispecchiano i connotati delle partecipanti.
Per studiare i processi che si trovano all'origine della persistenza di queste condizioni, si è fatto ricorso all'opera di Pierre Bourdieu e di Arlie Hochschild. Si assume, da un lato, che i concetti di campo, capitale habitus e violenza simbolica della teoria buordessiana permettano di mettere in luce le oscurate pratiche di dominazione che sono alla base della particolare situazione in cui vertono le lavoratici. D’altro canto, l'utilizzo della teoria sociologica delle emozioni di Hochschild aiuta a comprendere con maggiore chiarezza alcune delle relazioni che si instaurano fra i membri della famiglia dei datori lavoro e la lavoratrice.
In concreto, i risultati evidenziano che nel corso della vita delle partecipanti operano una serie di meccanismi che mantengono e riproducono le condizioni di inuguaglianza sociale e della precarietà lavorativa. Per rendere più comprensibili questi processi si è deciso di ripartirli in due periodi analitici. La distinzione fra le due tappe si riferisce agli elementi comuni presenti nella progressione temporale dei relati.
Il primo periodo corrisponde agli eventi in relazione ai quali si procedette all'elezione delle partecipanti per questa occupazione e alle prime esperienze di socializzazione con il lavoro. Si evidenzia, per esempio, come la possessione di uno scarso volume globale di capitale (economico, culturale, sociale e simbolico) da parte della lavoratrice e della propria famiglia determina la loro pronta uscita del nucleo familiare e la loro inserzione in un lavoro che riprodurrà questa stessa condizione. Nello stesso senso, l'analisi dell'insegnamento delle faccende domestica alle lavoratrici rivela come dietro a questa pratica apparentemente innocua si nasconde un atto di socializzazione delle differenze simboliche che naturalizzano la divisione sessuale, generazionale e razziale del lavoro produttivo, e con ciò, determinano le posizioni di dominante e dominato all'interno del campo domestico.
Il secondo periodo copre eventi più recenti. Si studia la consolidazione della relazione fra la lavoratrice e il datore di lavoro e, in particolare, si descrive come la costruzione di forti legami emotivi possa comportare effetti positivi o negativi. Si presenta, anche, come la violenza psicologica e fisica, messa in atto attraverso pratiche di discriminazione e disprezzo, si manifestino come la modalità più crudeli della socializzazione simbolica della distinzione. Aldilà di ciò, la stesura include l'analisi di come l'azione dei sindacati e l'incremento delle capacità di agency delle lavoratici provochino mutamenti significativi nelle condizioni lavorative e sociali delle suddette.
I diversi nodi messi a comparazione rendono questo un campo d’indagine complesso. La persistenza di inuguaglianze tra le lavoratici domestiche, nonostante i cambiamenti, avverte della necessità di creare un dibattito pubblico attorno alla formalizzazione delle condizioni lavorative dell’impiego domestico, sul ruolo dello Stato, sul perdurare di una mentalità coloniale e, in generale, sull'inesistente divisione equitativa delle attività di cura fra uomini e donne.
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