Tesi etd-10042007-115600 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
GIORDANI, LUCA
URN
etd-10042007-115600
Titolo
Nuova metodica diagnostica nella malattia da reflusso gastroesofageo: pH-impedenziometria multicanale (pH-MII).
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
Relatore Dott. de Bortoli, Nicola
Relatore Prof. Marchi, Santino
Relatore Prof. Marchi, Santino
Parole chiave
- malattia da reflusso gastroesofageo
- pH-impedenziometria multicanale
Data inizio appello
23/10/2007
Consultabilità
Completa
Riassunto
Background: la Malattia da Reflusso Gastroesofageo (MRGE) è l’insieme dei sintomi e/o delle manifestazioni cliniche secondarie al passaggio di contenuto gastrico in esofago. Circa il 60% dei pazienti non presenta lesioni alla prima endoscopia. La pH-metria considerata da tutti il gold-standard è in grado di diagnosticare la presenza di reflusso solo nel 50% dei pazienti con MRGE. Recentemente è stata introdotta una nuova metodica di studio del reflusso gastroesofageo che utilizza la registrazione dell’impedenza, utilizzando 6 canali di registrazione ed uno di pH, e pertanto è in grado di valutare la presenza di qualsiasi tipo di materiale di provenienza gastrica (sia esso gassoso, liquido o misto) e di valutarne il pH.
Scopo della tesi: Lo scopo di questo studio è dimostrare la presenza di un reflusso gastroesofageo in un gruppo di pazienti risultato negativo alla pH-metria ma con sintomi suggestivi di malattia da reflusso gastroesofageo.
Materiali, Pazienti e Metodi: fra gennaio e settembre 2007 sono stati arruolati pazienti con sintomi suggestivi di MRGE ma negativi all’esame pH-metrico delle 24 ore. Tutti i pazienti avevano eseguito EGDS, risultata negativa, manometria esofagea e pH-metria. La pH-impedenziometria intraluminale multicanale (pH-MII) ambulatoriale delle 24 ore - Sleuth® (Sandhill Scientific, Inc.; Highland Ranch, CO) è stata eseguita in tutti i pazienti in seguito ad un wash-out farmacologico di un mese. Il catetere, posizionato per via trans-nasale, possiede un elettrodo di antimonio per la misurazione del pH posto a 5 cm dalla punta e 6 canali di impedenza posti rispettivamente a 3, 5, 7, 9, 15, 17 cm dalla punta (posizionata in corrispondenza del LES). Dopo il posizionamento i pazienti sono stati re-inviati al proprio domicilio, invitati a seguire una dieta (modello mediterraneo) standardizzata e a registrare i seguenti eventi: ora e tipologia dei sintomi avvertiti, orario di inizio e fine di ciascun pasto, orario di cambiamento posturale (orto-clinostatismo e viceversa). Durante il giorno non potevano assumere farmaci per MRGE (inibitori di pompa protonica, antiacidi, magaldrato, sucralfato, alginati). Utilizzando la pH-MII la presenza dell’evento reflusso è definito come una caduta del 50% dell’impedenza, registrata in esofago, a partire dal canale distale (a partire dal LES) e che si propaga in senso retrogrado interessando più di due canali successivi. La tipologia di ogni singolo episodio di reflusso viene valutato mediante il sensore di pH in: reflusso acido (pH<4), reflusso debolmente acido (pH 4-6.5), reflusso non-acido (pH> 6.5). I valori ottenuti sono stati paragonati con i risultati di riferimento dello studio italiano su volontari sani. Lo studio dell’associazione fra sintomi e reflussi è stato valutato sulla base dell’associazione fra i due tipi di eventi mediante: Symptom Index (S.I.) e Symptom Association Probability (S.A.P.).
Risultati: Questo gruppo studiato era composto da un numero complessivo di 79 pazienti (23 M e 56 F) con età media (±ds) di 52±13 anni (range 18-76 anni). Sul numero complessivo di pazienti arruolati 48/79 (60.7%) aveva un numero di reflussi francamente patologico e 31/79 (39.3%) presentava un numero di reflussi nei limiti della norma. Dall’analisi del tracciato i pazienti con esame pH-MII positivo sono stati successivamente stratificati come segue: 9/48 pazienti con prevalente reflusso acido, 27/48 pazienti con reflusso misto (acido/non-acido) e 12/48 pazienti con reflusso prevalente non-acido. Utilizzando pertanto il S.I. ed il S.A.P. sono stati individuati un numero ulteriore di 21/31 (67.7%) pazienti che presentano sintomi associati a reflusso pur avendo un numero di reflussi non patologico (esofago ipersensibile). Questi pazienti presentavano un valore medio di S.I. di 65.2% (positivo se >50%) ed un S.A.P. di 99.4% (positivo se > 95%). I rimanenti 10/31 (32.2%) pazienti non presentavano associazione fra sintomi e reflussi. In 3/10 (33.3%) pazienti con esame negativo abbiamo però osservato degli aumenti di impedenza diretti in senso anterogrado (compatibili con deglutizioni gassose) nei momenti in cui i pazienti segnalavano il sintomo.
Conclusioni: la metodica di valutazione pH-impedenziometrica ha permesso di eseguire diagnosi di malattia da reflusso gastroesofageo nell’87% dei pazienti con pH-metria negativa. Anche se sono necessari studi su casistiche più ampie l’introduzione della metodica di pH-MII potrebbe condurre ad una rivalutazione fisiopatologica della MRGE.
Scopo della tesi: Lo scopo di questo studio è dimostrare la presenza di un reflusso gastroesofageo in un gruppo di pazienti risultato negativo alla pH-metria ma con sintomi suggestivi di malattia da reflusso gastroesofageo.
Materiali, Pazienti e Metodi: fra gennaio e settembre 2007 sono stati arruolati pazienti con sintomi suggestivi di MRGE ma negativi all’esame pH-metrico delle 24 ore. Tutti i pazienti avevano eseguito EGDS, risultata negativa, manometria esofagea e pH-metria. La pH-impedenziometria intraluminale multicanale (pH-MII) ambulatoriale delle 24 ore - Sleuth® (Sandhill Scientific, Inc.; Highland Ranch, CO) è stata eseguita in tutti i pazienti in seguito ad un wash-out farmacologico di un mese. Il catetere, posizionato per via trans-nasale, possiede un elettrodo di antimonio per la misurazione del pH posto a 5 cm dalla punta e 6 canali di impedenza posti rispettivamente a 3, 5, 7, 9, 15, 17 cm dalla punta (posizionata in corrispondenza del LES). Dopo il posizionamento i pazienti sono stati re-inviati al proprio domicilio, invitati a seguire una dieta (modello mediterraneo) standardizzata e a registrare i seguenti eventi: ora e tipologia dei sintomi avvertiti, orario di inizio e fine di ciascun pasto, orario di cambiamento posturale (orto-clinostatismo e viceversa). Durante il giorno non potevano assumere farmaci per MRGE (inibitori di pompa protonica, antiacidi, magaldrato, sucralfato, alginati). Utilizzando la pH-MII la presenza dell’evento reflusso è definito come una caduta del 50% dell’impedenza, registrata in esofago, a partire dal canale distale (a partire dal LES) e che si propaga in senso retrogrado interessando più di due canali successivi. La tipologia di ogni singolo episodio di reflusso viene valutato mediante il sensore di pH in: reflusso acido (pH<4), reflusso debolmente acido (pH 4-6.5), reflusso non-acido (pH> 6.5). I valori ottenuti sono stati paragonati con i risultati di riferimento dello studio italiano su volontari sani. Lo studio dell’associazione fra sintomi e reflussi è stato valutato sulla base dell’associazione fra i due tipi di eventi mediante: Symptom Index (S.I.) e Symptom Association Probability (S.A.P.).
Risultati: Questo gruppo studiato era composto da un numero complessivo di 79 pazienti (23 M e 56 F) con età media (±ds) di 52±13 anni (range 18-76 anni). Sul numero complessivo di pazienti arruolati 48/79 (60.7%) aveva un numero di reflussi francamente patologico e 31/79 (39.3%) presentava un numero di reflussi nei limiti della norma. Dall’analisi del tracciato i pazienti con esame pH-MII positivo sono stati successivamente stratificati come segue: 9/48 pazienti con prevalente reflusso acido, 27/48 pazienti con reflusso misto (acido/non-acido) e 12/48 pazienti con reflusso prevalente non-acido. Utilizzando pertanto il S.I. ed il S.A.P. sono stati individuati un numero ulteriore di 21/31 (67.7%) pazienti che presentano sintomi associati a reflusso pur avendo un numero di reflussi non patologico (esofago ipersensibile). Questi pazienti presentavano un valore medio di S.I. di 65.2% (positivo se >50%) ed un S.A.P. di 99.4% (positivo se > 95%). I rimanenti 10/31 (32.2%) pazienti non presentavano associazione fra sintomi e reflussi. In 3/10 (33.3%) pazienti con esame negativo abbiamo però osservato degli aumenti di impedenza diretti in senso anterogrado (compatibili con deglutizioni gassose) nei momenti in cui i pazienti segnalavano il sintomo.
Conclusioni: la metodica di valutazione pH-impedenziometrica ha permesso di eseguire diagnosi di malattia da reflusso gastroesofageo nell’87% dei pazienti con pH-metria negativa. Anche se sono necessari studi su casistiche più ampie l’introduzione della metodica di pH-MII potrebbe condurre ad una rivalutazione fisiopatologica della MRGE.
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