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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10032023-182008


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BONGIORNO, MARIAPIA
Indirizzo email
m.bongiorno3@studenti.unipi.it, mariapiabongiorno_97@libero.it
URN
etd-10032023-182008
Titolo
La sostenibilità sociale e ambientale del Fast Fashion: Zara e H&M alla prova di questa sfida globale
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SOCIOLOGIA E MANAGEMENT DEI SERVIZI SOCIALI
Relatori
relatore Prof. Pastore, Gerardo
Parole chiave
  • ZARA
  • sustainable fashion
  • human rights
  • sostenibilità ambientale
  • fast fashion
  • H&M
Data inizio appello
23/10/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
23/10/2093
Riassunto
L’oggetto di indagine del presente lavoro di tesi è la sostenibilità ambientale e sociale all’interno del modello di produzione tessile “Fast fashion” prendendo in esame due aziende famose come Zara e H&M che utilizzano questo tipo di produzione. Verranno analizzate le pratiche sociali e ambientali che queste applicano per essere sostenibili e come si impegnano per esserlo sempre di più.
È evidente che l’industria della moda sia diventata insostenibile, l’utilizzo del ciclo produttivo lineare non fa altro che aggravare la situazione ed è ad alto impatto sociale e ambientale.
La domanda di ricerca che ispira il percorso conoscitivo è la seguente: i due noti marchi citati sopra si sono adoperati per essere sostenibili? Per rispondere a questo interrogativo si propone un percorso analitico volto a comprendere il modello di produzione Fast Fashion che adotta un’economia lineare di produzione, andando a indagare nello specifico quali danni ha arrecato all’ambiente ma anche alla società e come oggi le regole di questo meccanismo per alcuni stiano cambiando.

Più esattamente nel primo capitolo viene fatta un’analisi storico economica della globalizzazione, focalizzando l’attenzione sull’aspetto economico, sociale e culturale di questo fenomeno, perché è proprio a causa di questa se a oggi si sono create diverse situazioni di danno sociale e ambientale, pensiamo alla delocalizzazione della produzione che ha abbattuto tutte le barriere che vi erano un tempo e ha permesso alle aziende di produrre i capi nei paesi in via di sviluppo, con un uso spropositato delle materie prime e senza tutele per chi vi lavora all’interno.

Nel secondo capitolo viene inquadrato il termine sviluppo sostenibile, termine di cui si sente parlare ovunque nella nostra quotidianità, ma vedremo nello specifico il suo ruolo nel settore tessile, analizzando in particolare che tipo di danni sono stati arrecati all’ambiente e perché è giusto parlare dei diritti umani in questa circostanza.
Verrà fatto cenno all’Agenda dello sviluppo sostenibile e vedremo che tanti degli obiettivi che si pone hanno a che fare con l’industria della moda.

Nel terzo capitolo vengono descritte le caratteristiche del modello di produzione Fast fashion, nato negli anni 90 del secolo scorso e diventato insostenibile oggi, basato su un nuovo modo di percepire la moda e il consumo dei suoi capi, perché si basa sulla produzione veloce, ispirandosi ai capi dei grandi stilisti ma allo stesso tempo più economici, fino ad arrivare ad analizzare qual è il comportamento oggi del consumatore Fast fashion e quali sono le pratiche green da mettere in atto.

Infine nel quarto e ultimo capitolo verranno analizzati i due casi studio che utilizzano il modello produttivo di business Fast Fashion di Zara e H&M, concentrando l’attenzione sulle loro pratiche sostenibili, cosa fanno oggi per ridurre i loro impatti sull’ambiente, in che modo cercano di tutelare i loro lavoratori e come agiscono a livelli di trasparenza e comunicazione con i clienti.
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