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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10032023-180821


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
CINERARI, RACHELE
URN
etd-10032023-180821
Titolo
La metafora della matematica. Il pensiero matematico come strumento gnoseologico in Paul Valéry, Robert Musil, Hermann Broch.
Settore scientifico disciplinare
L-FIL-LET/14
Corso di studi
DISCIPLINE LINGUISTICHE E LETTERATURE STRANIERE
Relatori
tutor Prof. Brugnolo, Stefano
Parole chiave
  • Hermann Broch
  • letteratura francese
  • letteratura tedesca
  • literary criticism
  • Paul Valéry
  • philosophy of literature
  • Robert Musil
  • teoria della letteratura
  • theory of literature
Data inizio appello
13/10/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
13/10/2063
Riassunto
Il tentativo di questo lavoro di ricerca, con una forte impronta teorica e con una prospettiva comparatistica, è quello di collocarsi in un più ampio ambito di studi che si interessano dell’idea di letteratura come strumento gnoseologico e delle relazioni tra letteratura e scienza. L’obiettivo principale è quello di impostarsi non come analisi volta a individuare teoremi e teorie matematiche applicate ai testi letterari – come spesso accade in studi di questo tipo – ma piuttosto all’osservazione di come un certo tipo di letteratura primonovecentesca abbia tentato in alcuni casi di rimodulare la propria forma e il proprio linguaggio anche guardando ad altri domini scientifici rielaborandoli e, in un certo senso, metaforizzandoli, al proprio interno.
La prima parte della tesi propone alcuni spunti per una teoria della letteratura come strumento conoscitivo, sia in quanto atto creativo che in quanto fruizione generativa; un tipo di conoscenza che si oppone al suprematismo della categoria dell’oggettività, capace di mantenere tensioni dialettiche e di non cedere a dogmi e binarismi conoscitivi.
La parte centrale della tesi si concentra prevalentemente sull’analisi di tre testi: i "Cahiers" di Paul Valéry, "Der Mann ohne Eigenschaften" di Robert Musil, "Die unbekannte Größe" di Hermann Broch, che sono però accostati e analizzati parallelamente ad altri testi coevi. L'analisi è condotta a partire da alcuni interrogativi: in che modo la matematica viene assimilata nella letteratura? I risultati della ricerca scientifica vengono tematizzati e applicati o l’interesse degli autori si rivolge più al tipo di percorso di pensiero e conoscitivo? Quali sono le conseguenze sulla struttura e sulla forma dell’opera? L’uso traslato e ambiguo che della matematica viene fatto in questi testi testimonia la volontà di provare, guardando anche ad altri domini di pensiero, ad aspirare a una conoscenza che possa non cedere al dualismo tra ratio e mistica, ma collocarsi in uno spazio “altro.”
La matematica è stata utilizzata da scrittori e artisti visivi in modi numerosi e multiformi; come strumento di calcolo, come strumento generativo alla ricerca dell’automatismo della scrittura, si pensi alla Computerdichtung , strumento esclusivamente combinatorio, ne sono esempio le esperienze del gruppo OuLiPo, fino ad arrivare all’utilizzo del calcolo numerico combinato alla somministrazione di dati linguistici, per l’elaborazione di testi generati da intelligenze artificiali o più recenti esperienze di arte visiva che si serve del calcolo per l’elaborazione di immagini. I testi che si prendono qui in esame fanno un utilizzo meno “purista” e applicativo della matematica. Questi infatti, come già ripetuto, non hanno come obiettivo l’applicazione della matematica, ma più una sua rielaborazione e metaforizzazione.
La terza e ultima parte della tesi si propone di estrapolare dall’analisi dei testi alcune questioni rilevanti a livello di teoria della letteratura, operando una sorta di meta-riflessione sui metodi adatti ad analizzare un certo tipo di testo e osservando come molti teorici della letteratura primo-novecenteschi, e non solo, hanno insistito sulla necessità di distinguere il metodo dell’interpretazione letteraria dai metodi conoscitivi delle scienze positive.
Ciò che emerge in maniera evidente è che nello spostamento tra domini di pensieri differenti, e specificamente nel “passaggio” tra pensiero matematico e letteratura la matematica è attraversata da un processo di metaforizzazione, laddove il suo complesso discorsivo subentra nel testo non soltanto come motif, come tema, come figura, ma attraverso un procedimento di trasfigurazione.

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English version:

This research has a strong theoretical imprint and a comparative perspective, and tries to place itself in a broader field of studies concerned with the idea of literature as a gnoseological instrument and the relations between literature and science.
The main aim was not to set out as an analysis aimed at identifying mathematical theorems and theories applied to literary texts - as is often the case in studies of this kind - but rather to observe how a certain type of early 20th Century literature attempted in some cases to remodel its own form and language by also looking at other scientific domains, reworking them and, in a certain sense, metaphorising them.
The first part of the thesis proposes some ideas for a theory of literature as a cognitive tool, both as a creative act and as generative fruition; a type of knowledge that opposes the suprematism of the category of objectivity, capable of maintaining dialectical tensions and not yielding to dogmas and epistemologic binarisms.
The central part of the thesis concentrates mainly on the analysis of three texts: Paul Valéry's Cahiers, Robert Musil's Der Mann ohne Eigenschaften and Hermann Broch's Die unbekannte Größe, which are, however, compared and analysed alongside other contemporary texts. The analysis is conducted on the basis of certain questions: how is mathematics assimilated in literature? Are the results of scientific research thematised and applied, or does the interest of the authors turn more to the type of thinking and cognitive path? What are the consequences for the structure and form of the work? The translational and ambiguous use of mathematics in these texts testifies to a desire to try, by looking at other domains of thought as well, to aspire to a knowledge that may not yield to the dualism between ratio and mysticism, but place itself in an "other" space.
Mathematics has been used by writers and visual artists in numerous and multiform ways; as an instrument of calculation, as a generative tool in the search for the automatism of writing, one thinks of Computerdichtung , an exclusively combinatory instrument - the experiences of the OuLiPo group are an example of this - up to the use of numerical calculation, combined with the administration of linguistic data, for the processing of texts generated by artificial intelligences or more recent experiences of visual art that uses calculation for the processing of images. The texts under consideration make a less 'purist' and applied use of mathematics. These in fact, as already mentioned, do not aim to apply mathematics, but rather to metaphorise it.The third and final part of the thesis sets out to extrapolate from the analysis of texts some important issues at the level of literary theory, operating a sort of meta-reflection on the methods suitable for analysing a certain type of text and observing how many early 20th-century literary theorists, and others, have insisted on the need to distinguish the method of literary interpretation from the cognitive methods of the positive sciences.
What emerges clearly is that in the shift between different domains of thought, and specifically in the 'passage' between mathematical thought and literature, mathematics is traversed by a process of metaphorisation, whereby its discursive complex takes over in the text not only as motif, as theme, as figure, but through a process of transfiguration.
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