Tesi etd-10022023-185622 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CHIRCO, GIUSEPPE ALESSANDRO
URN
etd-10022023-185622
Titolo
“Disuguaglianze di Salute e Povertà educativa” Come la povertà educativa influenza lo stato di salute e viceversa
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SOCIOLOGIA E MANAGEMENT DEI SERVIZI SOCIALI
Relatori
relatore Prof. Tomei, Gabriele
Parole chiave
- educational poverty
- health inequalities
- Povertà educativa
- Salute
Data inizio appello
23/10/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
23/10/2093
Riassunto
Questo lavoro di tesi è stato sviluppato dalla profonda convinzione che la salute non è solo quella che viene prodotta all’interno degli ospedali, ma che sia frutto dei molteplici punti di vista che vi sono in essa. La salute è intesa come pilastro fondamentale del benessere bio-psico-sociale, definita sulla base non solo delle caratteristiche biologiche, ma prende in considerazione anche i fattori sociali, culturali ed ambientali. Per far sì che questo “pilastro” si possa applicare anche nella nostra vita quotidiana abbiamo bisogno di norme che ci aiutano ad affermare ciò, infatti, possiamo trovare un intero articolo costituzionale dedicato ad esso, ovvero l’(art.32 della Carta Costituzionale).
Partendo dal presupposto sopra affermato, quindi, la salute acquisisce una visione più ordinaria e non viene concepita solamente come un modello da raggiungere a qualunque costo bensì come un concetto positivo, che insiste sulle risorse sociali e personali, oltre che sulle capacità fisiche. Conseguentemente, si può ben intuire che la funzione di “cura” non spetta soltanto al settore sanitario ma necessita di interventi connessi con gli altri ambiti sociali.
L’obiettivo di questo studio è quello di analizzare i determinanti di salute dei più giovani e la povertà educativa, incrociando questi due temi per capire quale dei due influenzi l’altro, per arrivare a comprendere quali politiche si stanno adottando per contrastare, o quantomeno mitigare, i suddetti temi. In questo contesto, la povertà educativa può accomunare le persone nello stesso contesto sociale creando un gruppo stigmatizzato dalla società a causa delle loro condizioni di salute. Questo “problematicità” da parte degli individui porta a sviluppare altre difficoltà di tipo economico e strutturale che li pone in una condizione di svantaggio che si perpetua per tutta la vita e verrà trasmessa, a loro volta, ai figli. A questo proposito, la domanda della ricerca è la seguente: Come posso osservare se i due fenomeni da me studiati hanno una correlazione ma soprattutto attraverso quali meccanismi si sta contrastando il fenomeno della povertà educativa e se effettivamente vi è un esito positivo nella realtà in cui viviamo.
Per rispondere alla domanda della ricerca ho analizzato il tema della salute ed una volta scelto il target “giovani”, ho ricercato le problematiche di salute che si riscontrano maggiormente negli stessi e la dimensione del fenomeno aiutandomi con le statistiche fornite dall’ISTAT, ricavandomi i “determinati di salute”. Dopo di che ho analizzato il fenomeno della povertà educativa giovanile, inizialmente attraverso uno studio approfondito sulla distribuzione territoriale, attingendo dagli studi di docenti universitari Unipi come quelli di “Monica Pratesi”, per fornire una visione più minuziosa a livello territoriale. Una volta aver esplorato per bene i due fenomeni sono passato ad analizzarli tra loro per capire se ci fosse una correlazione e quali politiche pubbliche insistono nel territorio che possono contrastare o per lo meno diminuire il disagio causato.
Concludendo l’analisi dello studio penso, a mio parere, il meccanismo più logico sia quello di insistere sulle politiche attive delle pubbliche amministrazioni e sul fare rete tra le diverse istituzioni che sono presenti nel territorio, rivolgendosi principalmente ai nuclei familiari in modo da arginare il fenomeno della povertà educativa e migliorare di conseguenza anche le condizioni di salute dei più giovani ma ovviamente per permettere che ciò accada deve essere continuato nel tempo affinché nel medio-lungo periodo possa dare i risultati sperati.
Partendo dal presupposto sopra affermato, quindi, la salute acquisisce una visione più ordinaria e non viene concepita solamente come un modello da raggiungere a qualunque costo bensì come un concetto positivo, che insiste sulle risorse sociali e personali, oltre che sulle capacità fisiche. Conseguentemente, si può ben intuire che la funzione di “cura” non spetta soltanto al settore sanitario ma necessita di interventi connessi con gli altri ambiti sociali.
L’obiettivo di questo studio è quello di analizzare i determinanti di salute dei più giovani e la povertà educativa, incrociando questi due temi per capire quale dei due influenzi l’altro, per arrivare a comprendere quali politiche si stanno adottando per contrastare, o quantomeno mitigare, i suddetti temi. In questo contesto, la povertà educativa può accomunare le persone nello stesso contesto sociale creando un gruppo stigmatizzato dalla società a causa delle loro condizioni di salute. Questo “problematicità” da parte degli individui porta a sviluppare altre difficoltà di tipo economico e strutturale che li pone in una condizione di svantaggio che si perpetua per tutta la vita e verrà trasmessa, a loro volta, ai figli. A questo proposito, la domanda della ricerca è la seguente: Come posso osservare se i due fenomeni da me studiati hanno una correlazione ma soprattutto attraverso quali meccanismi si sta contrastando il fenomeno della povertà educativa e se effettivamente vi è un esito positivo nella realtà in cui viviamo.
Per rispondere alla domanda della ricerca ho analizzato il tema della salute ed una volta scelto il target “giovani”, ho ricercato le problematiche di salute che si riscontrano maggiormente negli stessi e la dimensione del fenomeno aiutandomi con le statistiche fornite dall’ISTAT, ricavandomi i “determinati di salute”. Dopo di che ho analizzato il fenomeno della povertà educativa giovanile, inizialmente attraverso uno studio approfondito sulla distribuzione territoriale, attingendo dagli studi di docenti universitari Unipi come quelli di “Monica Pratesi”, per fornire una visione più minuziosa a livello territoriale. Una volta aver esplorato per bene i due fenomeni sono passato ad analizzarli tra loro per capire se ci fosse una correlazione e quali politiche pubbliche insistono nel territorio che possono contrastare o per lo meno diminuire il disagio causato.
Concludendo l’analisi dello studio penso, a mio parere, il meccanismo più logico sia quello di insistere sulle politiche attive delle pubbliche amministrazioni e sul fare rete tra le diverse istituzioni che sono presenti nel territorio, rivolgendosi principalmente ai nuclei familiari in modo da arginare il fenomeno della povertà educativa e migliorare di conseguenza anche le condizioni di salute dei più giovani ma ovviamente per permettere che ciò accada deve essere continuato nel tempo affinché nel medio-lungo periodo possa dare i risultati sperati.
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