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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-10022022-160211


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
VOLPI, GAIA
URN
etd-10022022-160211
Titolo
La chirurgia robotica nel trattamento del tumore al polmone localmente avanzato dopo terapia di induzione: un confronto tra chemioterapia e chemio-immunoterapia
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Melfi, Franca
correlatore Dott. Romano, Gaetano
Parole chiave
  • terapia neoadiuvante
  • stadio localmente avanzato
  • chirurgia robotica
  • NSCLC
  • immunoterapia
Data inizio appello
25/10/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
25/10/2092
Riassunto
Background
Il carcinoma polmonare rappresenta la principale causa di decesso per cancro a livello mondiale, con una sopravvivenza a 5 anni compresa tra il 10 e il 20%.1 Il tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC) risulta essere la tipologia più comune.
Negli stadi precoci di malattia (stadio I-II) il gold standard di trattamento è univocamente riconosciuto nella chirurgia radicale con linfo-adenectomia ilo-mediastinica.
Al contrario, il trattamento del tumore al polmone in stadio localmente avanzato (stadio III) rimane argomento fortemente dibattuto all’interno della comunità scientifica. L’avvento di nuove terapie oncologiche, target specifiche o immunomodulanti, combinato ad un metodo multidisciplinare, sta modificando l’approccio terapeutico alla malattia in questo stadio, migliorando gli outcomes oncologici.

Obiettivi
Nel presente studio, abbiamo confrontato risultati peri-operatori ed outcomes oncologici di pazienti con diagnosi di NSCLC localmente avanzato candidati a chirurgia robotica dopo chemioterapia o chemio-immunoterapia neoadiuvante.

Materiali e metodi
È stato condotto uno studio mono-centrico retrospettivo, analizzando i dati di 19 pazienti affetti da NSCLC localmente avanzato, candidati a chirurgia robotica e sottoposti a terapia di induzione da Maggio 2018 ad Aprile 2022.
I pazienti sono stati suddivisi a seconda della tipologia di protocollo neoadiuvante effettuato: pazienti sottoposti a chemioterapia neoadiuvante e pazienti sottoposti a chemio-immunoterapia neoadiuvante.
Sono stati raccolti i seguenti dati clinici e anatomopatologici: sesso, età, stadiazione clinica e patologica, istotipo e mutazioni presenti. Abbiamo inoltre valutato il numero di cicli di terapia neoadiuvante effettuati e l’intervallo di tempo tra la somministrazione dell’ultimo ciclo di terapia di induzione e l’intervento chirurgico.
Gli outcomes oncologici valutati sono stati: tasso di recidiva, OS e PFS.
I dati peri-operatori includono: durata dell’intervento comprensivo di docking robotico, tasso di conversione, complicanze post-operatorie, tempo di permanenza del drenaggio e durata della degenza.
Tutti i pazienti sono stati inoltre suddivisi a seconda della percentuale di espressione del PD-L1.

Risultati
Nel presente studio sono stati selezionati 19 pazienti, 3 (16%) donne e 16 (84%) uomini. L’età media del nostro campione risultava essere 65 anni.
8 (42%) pazienti sono stati sottoposti a chemioterapia neoadiuvante (Gruppo 1); 11 (58%) sono stati trattati con chemio-immunoterapia neoadiuvante (Gruppo 2).
Non sono state individuate differenze statisticamente significative tra i due gruppi in merito a complicanze post-operatorie e tasso di conversione. La percentuale di complicanze post-operatorie nel gruppo in studio è stata del 32%.
Il tasso complessivo di conversione in toracotomia è risultato del 26%.
La durata media della degenza è stata di 9 giorni mentre il tempo di permanenza del drenaggio toracico di 8 giorni.
I pazienti sono stati sottoposti a follow-up medio di 24 mesi.
Il tasso di recidiva locale a 24 mesi è stato del 75% nel Gruppo 1 e del 54,5% nel Gruppo 2. Il valore medio di PFS è risultato essere 11 mesi nel Gruppo 1 e 18 mesi nel Gruppo 2. L’OS a 2 anni si è attestata al 42% nel Gruppo 1 e al 78% nel Gruppo 2.
2 (11%) pazienti avevano un tasso di espressione del PD-L1 < 1%; 13 (68%) tra 1 e 49% e 4 (21%) > 50%. L’espressione di PD-L1 era ≥ 1% nella totalità dei pazienti del Gruppo 2.

Conclusioni
Il nostro studio dimostra un OS e una PFS migliore nei pazienti affetti da NSCLC in stadio localmente avanzato trattati con chemio-immunoterapia neoadiuvante rispetto a quelli trattati esclusivamente con chemioterapia di induzione, prima della chirurgia.
L’approccio robotico risulta essere fattibile e sicuro, consentendo di superare le possibili difficoltà tecniche correlate alla terapia di induzione, in particolare all’immunoterapia.
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