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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10022022-160210


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
BALDINI, MATTEO
URN
etd-10022022-160210
Titolo
Valutazione multi-imaging della placca carotidea asintomatica: risultati dello studio CAMP (Carotid Artery Multi-modality imaging Prognostic study)
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. De Caterina, Raffaele
correlatore Dott.ssa Gargani, Luna
Parole chiave
  • multi-imaging
  • placca vulnerabile
  • stenosi carotidea asintomatica
Data inizio appello
25/10/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
25/10/2092
Riassunto
Introduzione. L’ictus ischemico è la seconda causa più comune di morte e la terza causa più comune di disabilità a livello mondiale. Almeno 10-20% degli ictus ischemici sono causati da fenomeni di tromboembolismo provocati da una stenosi di grado moderato-severo (50-99%) a livello dell’arteria carotide comune o interna. Sebbene la patologia carotidea sia un noto fattore di rischio per ictus, non tutte le stenosi carotidee hanno lo stesso rischio di complicanze a parità di grado di restringimento del lume vascolare.
Per valutare la gravità della stenosi carotidea aterosclerotica sono raccomandate alcune tecniche di imaging come l’ecocolordoppler dei vasi sovra-aortici, l’angiografia con tomografia computerizzata (angioTC) e l’angio-risonanza magnetica (angioRM). Un’altra metodica che solo più recentemente è stata proposta per lo studio delle placche carotidee è la tomografia a emissione di positroni (PET) con 18F-fluorodeossiglucosio ([18F]FDG), la quale permette di valutare la presenza di infiammazione macrofago-mediata, le micro-calcificazioni e il grado di ipossia, ovvero potenziali fattori causali della rottura di placca aterosclerotica, che caratterizzano la cosiddetta placca vulnerabile.
Scopo. L’obiettivo dello studio CAMP è di valutare, in maniera prospettica e attraverso l’utilizzo di multiple tecniche di imaging, la capacità di alcuni marcatori clinici, bioumorali e di imaging, di caratterizzare le placche aterosclerotiche carotidee vulnerabili e di predire eventi ischemici cerebrali sintomatici e/o silenti.
Metodi. Una popolazione di 184 pazienti con stenosi carotidea asintomatica unilaterale di grado intermedio (stenosi valutata all’ecocolordoppler tra il 40% e il 60%), è stata sottoposta a una completa valutazione cardiovascolare, neurologica e ad esami biochimici. Successivamente sono stati eseguiti i seguenti esami di imaging: ecocolordoppler, angioTC, angioRM e PET. L’ulcerazione di placca è stata definita come un difetto dell’intima più grande di 1mm in larghezza o più di 2mm in profondità rilevata all’angioTC o all’angioRM. L’infiammazione di placca è stata studiata tramite i parametri seguenti: maximum standardized uptake value (SUVmax), target-to-background ratio (TBR), most diseased segment (MDS), che misurano la captazione di [18F]FDG all’esame PET. I pazienti saranno poi sottoposti ad una valutazione neurologica, neuro-cognitiva e di risonanza magnetica di follow-up, a 24 mesi dall’arruolamento, per identificare eventi ischemici cerebrali sintomatici o subclinici.
Risultati. Nella popolazione in studio sono presenti multipli fattori di rischio: 63% sono in sovrappeso o obesi, l’83% sono pazienti con storia di esposizione al fumo, l’84% sono ipertesi, il 33% hanno diabete di tipo 2 e l’82% sono dislipidemici, di cui solo un 16% a target per i valori di colesterolo LDL. All’ecocolordoppler il 25% dei pazienti presenta placca ipoecogena, il 34% ulcerazione di placca all’angioTC e il 32% presenta emorragia intraplacca o core lipidico necrotico. L’ulcerazione di placca all’angioTC risulta correlata al grado di stenosi e alle velocità sisto-diastoliche nell’arteria carotide interna oltre che a valori aumentati di VES. Anche all’angioRM si è osservata un’associazione tra i caratteri di vulnerabilità (emorragia intraplacca o core lipidico necrotico) con il grado di stenosi e valori di velocità sisto-diastolica. Inoltre, sono state evidenziate associazioni tra i valori di TBR alla PET e l’ulcerazione di placca all’angioTC, tra SUVmax e ulcerazione di placca, e la presenza di core lipidico necrotico o emorragia intraplacca all’angioRM. Alle analisi di correlazione bivariata si è osservata una correlazione lineare positiva tra VES e SUVmax e tra PCR e MDS. Infine, circa il 10% della popolazione sottoposta a RM encefalo basale, come base di confronto per una successiva valutazione di follow-up, presentava già esiti ischemici cerebrali di verosimile natura embolica, nel territorio di distribuzione dell’arteria carotide interna dal lato stenotico. I pazienti con esiti ischemici presentano una clearance della creatinina e una frazione di eiezione del ventricolo sinistro ridotta e un valore aumentato di troponina ad alta sensibilità.
Conclusione: Una percentuale significativa di pazienti con placca carotidea intermedia asintomatica continua ad avere fattori di rischio non bene controllati e ha caratteristiche di vulnerabilità alle metodiche di imaging. In particolare, all’esame PET vi è una associazione dei valori di TBR con l’ulcerazione di placca all’angioTC, e del SUVmax con l’emorragia intraplacca, il core necrotico ricco di lipidi e con l’ulcerazione stessa all’angioRM. I parametri PET sono anche in correlazione con marcatori di infiammazione sistemica come la VES e la PCR. La PET rappresenta, quindi, un esame che potrebbe esser utilizzato nella pratica clinica per studiare la vulnerabilità di placca, in pazienti selezionati che non hanno criteri di stenosi o di sintomaticità tali da indicare il trattamento, essendo le alterazioni funzionali che identifica non dipendenti dal grado di stenosi. Infine, i pazienti che presentano esiti ischemici cerebrali di natura embolica già all’arruolamento presentano una funzione renale e una funzione cardiaca ridotta, oltre che indici di danno miocardico più elevati rispetto ai soggetti senza esiti ischemici, sottolineando il ruolo fondamentale della funzione cardiaca e renale in questi pazienti.
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