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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10022020-165927


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
BUONCRISTIANI, DANIELE
URN
etd-10022020-165927
Titolo
Il recesso nelle società di capitali Autonomia statutaria e dialettica tra soci
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Bartalena, Andrea
Parole chiave
  • autonomia
  • azione
  • azioni
  • capitali
  • company
  • exit
  • join-stock
  • liquidazione
  • LTD
  • quota
  • quote
  • recesso
  • S.p.A.
  • S.r.l
  • società
  • statuto
  • valore
Data inizio appello
20/10/2020
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’elaborato si occupa di analizzare l’istituto del recesso a livello interdisciplinare, con particolare attenzione all’ambito delle società di capitali.
Nello specifico, il primo capitolo offre una panoramica del recesso all’interno dei diversi rami del diritto, cercando di coglierne gli aspetti peculiari, le differenze e le somiglianze. Infatti, nonostante il recesso sia un istituto presente in più branche del diritto, in esso si possono individuare alcuni tratti caratteristici comuni a tutte quante le materie. In altre parole, tramite un’analisi multidisciplinare è possibile raggruppare le differenti ipotesi di recesso in base alla loro natura e in base al fondamento giuridico che ne sta alla base. Un tale tipo di analisi ha lo scopo di consentire una più ampia visione e una migliore conoscenza del recesso, sia in ambito societario che a livello generale.
Il secondo capitolo, invece, si occupa del recesso con specifico riferimento alle società di capitali e, in particolare, si concentra sulla possibilità di exit dalle società per azioni (quotate e non) e dalle società a responsabilità limitata. In questa sede si cerca di analizzare le dialettiche tra i soci di società di capitali e come esse siano cambiate a seguito della riforma del 2003. Da essere un istituto “relegato in ultimo piano”, il recesso, dopo la riforma, ha assunto una funzione centrale nella vita societaria e svolge un interessante ruolo nei rapporti tra maggioranza e minoranza societarie. Si cerca di capire, cioè, se il recesso sia uno strumento in mano ai soci di minoranza o se, invece, esso rappresenti primariamente un modo per consentire ai soci di maggioranza un maggior controllo sull’attività societaria, senza rischiare di incorrere nel “veto” della minoranza.
In secondo luogo, sempre all’interno di questo capitolo, si esamina l’ambito di estensione dell’autonomia statutaria in materia di recesso. Posto che, infatti, il legislatore ha attribuito ai soci la possibilità di creare nuove e ulteriori ipotesi di recesso, non ha specificato fin dove tale autonomia si possa spingere. Si cerca di capire, quindi, quali siano i limiti dell’autonomia statutaria e se determinate ipotesi convenzionali di recesso siano ammissibili o meno. Si pensi, ad esempio, al recesso in presenza di una “giusta causa”; oppure al recesso c.d. “ad personam”, ossia un’ipotesi di recesso prevista a favore esclusivo di alcuni soci individuati nello statuto. Anche l’ipotesi di recesso in caso di fusione e scissione crea dei problemi: essa è prevista solo in materia di S.r.l. e non anche, invece, con riferimento alle S.p.A. Ciononostante, è possibile un’estensione analogica di tale disciplina? Si può, in qualche situazione, consentire ai soci di una S.p.A. di recedere in occasione di una fusione o scissione della società? A queste problematiche si cercherà di dare una risposta all’interno di questo secondo capitolo.
Il terzo capitolo, infine, cerca di concludere il percorso iniziato concentrandosi principalmente sulla determinazione del prezzo da rimborsare al socio recedente. Il legislatore ha definito i criteri di determinazione del valore della partecipazione da rimborsare al socio recedente ma, anche qui, ha lasciato una serie di questioni aperte. Sempre con riferimento all’autonomia statutaria ci si domanda, infatti, se, nelle S.p.A., dove è prevista la facoltà di derogare ai criteri legali di calcolo del valore di recesso, si possano prevedere delle deroghe in melius o delle deroghe in peius. In altri termini: fin dove si può estendere l’autonomia statutaria?
Con riferimento alle S.r.l., invece, il legislatore non ha specificato se sia possibile o meno derogare ai criteri legali di calcolo del valore della partecipazione. A questo “silenzio” da parte del legislatore si cerca di dare una risposta così come è stato fatto per le S.p.A.
La cosa più interessante, però, è che i criteri legali di calcolo del valore della partecipazione previsti in caso di recesso sono stati fatti propri da altri istituti e da clausole convenzionali inserite all’interno degli statuti. Detto in altri termini, da più parti, nel codice e fuori da esso, qualora ci sia la necessità di calcolare il valore di una partecipazione, si fa riferimento ai criteri di calcolo previsti in materia di recesso, come se, cioè, questi ultimi consentissero di calcolare il “prezzo giusto”, “effettivo” e “reale” della partecipazione. In tal senso, quindi, il recesso ha assunto un ruolo ancora più centrale nella vita societaria e in futuro potrà nuovamente essere un punto di riferimento ogni qual volta ci sia la necessità di determinare il valore di una partecipazione.
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