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Il lavoro condotto ha valutato in modo quanti-qualitativo le differenze che diversi substrati alimentari possono comportare nell’allevamento di Tenebrio molitor. I substrati utilizzati per la crescita degli insetti sono stati differenziati fin dal principio e mantenuti tali per tutta la durata del lavoro.
È stato effettuato un continuo controllo sui fattori necessari all’allevamento come l’alimentazione, l’abbeveraggio e il mantenimento dell’umidità e delle temperature necessarie monitorando settimanalmente la sopravvivenza degli adulti, l’andamento di crescita delle larve, il loro consumo di acqua e, a partire dalla decima settimana, il loro incremento ponderale.
Dopo circa 150 giorni dalle prime deposizioni di uova da parte degli adulti di T. molitor, sono state effettuate analisi per la valutazione di parametri chimico-nutrizionali quali l’analisi centesimale (sostanza secca, estratto etereo, proteine grezze e ceneri) e analisi microbiologiche al fine di determinare la carica batterica mesofila e quantificare eventuali microrganismi patogeni o alteranti tra cui germi sporigeni, enterobatteri, enterococchi, stafilococchi, batteri lattici, Escherichia coli, Pseudomonas, lieviti e muffe.
Le larve di T. molitor hanno un profilo nutrizionale interessante e adeguato ai fabbisogni alimentari animali e umani. Lo studio ha evidenziato come il contenuto dei principali macronutrienti sia funzione del substrato di crescita utilizzato per l’allevamento delle larve stesse. Si evince infatti che le larve allevate su trebbie di birra (LT) esprimono una percentuale di proteine pari a 49,07% su sostanza secca (SS), significativamente superiore a quelle allevate su solo pane (37,48% SS).
Per quanto riguarda gli acidi grassi, le diete a base di monosubstrato hanno riportato medie più basse (37,20 e 38,96% SS) rispetto ai substrati composti da mix di trebbie di birra e pane mediamente pari a 41,89% SS.
Per quanto riguarda il profilo microbiologico, sebbene le larve di T. molitor siano caratterizzate da cariche microbiche in alcuni casi anche elevate, esse possono tuttavia essere considerate alimenti sicuri dal punto di vista igienico-sanitario e non contaminati dai principali microorganismi patogeni.