logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10022015-112653


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
VISAGGI, LUCIA
URN
etd-10022015-112653
Titolo
La frattura da fragilità nel paziente anziano: sopravvivenza e recupero funzionale ad un anno
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Monzani, Fabio
Parole chiave
  • anziano
  • fragilità ossea
  • frattura
  • recupero funzionale
  • sopravvivenza
Data inizio appello
20/10/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Gli anziani sopra i 70 anni costituiscono un’ampia fetta della popolazione (> 20%), destinata a crescere nei prossimi decenni, in particolar modo gli ultra ottantenni sono destinati a raddoppiarsi entro il 2050. Le cadute rappresentano una delle principali problematiche delle fasce più alte d’età con un rischio di caduta che aumenta proporzionalmente all’aumentare dell’età. La caduta nell’anziano spesso è spia di una condizione patologica generale ben più importante e spesso misconosciuta che è la fragilità (caduta sentinella) e ogni caduta triplica il rischio di cadute successive. La complicanza più importante della caduta nel paziente anziano, e a maggior ragione nel paziente fragile, sono le fratture. Risulta di fondamentale importanza la prevenzione delle cadute in quanto associate ad un aumento della morbidità, mortalità e ad un elevato numero di complicanze che frequentemente richiedono ospedalizzazioni successive e/o ricoveri in strutture protette.
La frattura del paziente anziano è una frattura che avviene anche per traumi a bassa energia ed è favorita da condizioni predisponenti come la sarcopenia (riduzione della massa muscolare) e l’osteoporosi. Solitamente la frattura dell’anziano, soprattutto quella di femore, è una condizione che richiede l’intervento chirurgico per il ripristino della biomeccanica dell’arto e per il recupero funzionale. Solitamente sono più esposti a frattura i soggetti che presentano numerose comorbidità che richiedono una gestione parallela a quella della frattura. Purtroppo sono anche quei soggetti che vanno più facilmente incontro a complicanze come il delirium, le infezioni, lo scompenso cardiaco, le trombosi e le complicanze iatrogene con un incremento del declino funzionale, cognitivo e di morte. Per queste ragioni si è affermato negli ultimi sessant’anni un nuovo modello di assistenza al paziente anziano fratturato che è costituito dall’esperienza ortogeriatrica. L’ortogeriatria ha come obiettivo proprio quello della gestione del quadro sia ortopedico che internistico, sia pre che post operatorio, mirando alla identificazione dei soggetti a maggior rischio di eventi avversi e al miglioramento degli outcome.
Questa esperienza prevede un modello di gestione integrata da non considerare come un intervento multidisciplinare bensì come un approccio totalmente diverso rispetto al modello di cura tradizionale. In effetti è un’alternativa che si basa su tutta una serie di interventi che hanno dimostrato di avere un impatto positivo sugli outcome degli anziani fratturati.
Per il presente studio sono stati arruolati 270 pazienti, ricoverati in regime di urgenza presso la UO Traumatologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana e valutati durante la degenza all’interno del percorso ortogeriatrico nel periodo tra Aprile 2013 e Settembre 2014 e inseriti nel “Database Ortogeriatria” della UO Geriatria Universitaria. I soggetti arruolati, previo consenso, sono stati sottoposti ad una intervista telefonica circa le attuali condizioni di salute e il grado di funzionalità. Lo scopo di questo lavoro di tesi è stato la descrizione dei vantaggi di sopravvivenza e recupero funzionale a medio e lungo termine (1 anno) e il grado di autonomia raggiunto al momento della rivelazione dei dati.Gli outcome sono volti anche alla valutazione della compliance alla terapia riabilitativa e antiosteoporotica, del numero di reaccessi in Pronto Soccorso, di eventuali cadute e di eventuali fratture, traumatiche e non.
File