Tesi etd-10022008-180103 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
DI NOI, ILARIA
URN
etd-10022008-180103
Titolo
Valutazione del livelli plasmatici del BDNF in pazienti in corso di episodio depressivo maggiore farmaco-resistente, trattati con terapia elettroconvulsivante
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
Relatore Prof.ssa Dell'Osso, Liliana
Parole chiave
- BDNF
- episodio depressivo maggiore
- terapia elettroconvulsivante
Data inizio appello
21/10/2008
Consultabilità
Completa
Riassunto
RIASSUNTO
INTRODUZIONE: La terapia elettroconvulsivante (TEC) è uno dei possibili trattamenti della depressione maggiore resistente ai farmaci, con un’efficacia superiore al 60%. Tuttavia i meccanismi alla base di questa tecnica sfuggono alle conoscenze attuali ed i dati della Letteratura sono insufficienti e derivati solo da modelli di studio su animali. Nell’ultimo decennio, però, un numero sempre crescente di evidenze suggerisce un ruolo chiave per il Brain-Derived Neurotrophic Factor (BDNF), una neurotrofina, nei disturbi dell’umore. Il BDNF è presente anche nel sangue periferico e la sua quota plasmatica sembra riflettere le sue concentrazioni nel SNC. La TEC si è dimostrata in grado di incrementare l’mRNA del BDNF. L’obiettivo del nostro studio è comprendere se in pazienti affetti da depressione maggiore resistente ai farmaci e quindi sottoposti a TEC, il decorso clinico si correla ai livelli plasmatici del BDNF.
PAZIENTI E METODI: 18 pazienti, 9 uomini e 9 donne, di età compresa tra i 28 ed i 62 anni, in corso di episodio depressivo maggiore, con o senza sintomi psicotici (16 con disturbo bipolare e 2 con depressione maggiore), sono stati reclutati presso il Dipartimento di Psichiatria, Neurobiologia, Farmacologia e Biotecnologie dell’Università di Pisa tra il Settembre 2006 ed il Dicembre 2007. Le concentrazioni plasmatiche del BDNF sono state dosate con tecnica enzyme-linked immunosorbent assay (ELISA) prima di iniziare la TEC (t0), una settimana dopo la terza seduta (t1), ed una settimana dopo l’ultima seduta (t2). Contestualmente la gravità del quadro clinico è stata valutata con il Clinical Global Impressions (CGI-S) ed un’intervista di 21 quesiti, la Hamilton Rating Scale for Depression (HRSD21).In base ai punteggi ottenuti nel corso dello studio, i pazienti depressi sono stati suddivisi in remitters e non-remitters. Sono stati inoltre reclutati 15 soggetti di controllo con anamnesi negativa per disturbi mentali; anch’essi sono stati sottoposti al prelievo di sangue venoso per la determinazione dei livelli plasmatici del BDNF.
RISULTATI: I risultati hanno evidenziato a t0 valori medi del BDNF plasmatico significativamente inferiori nei soggetti depressi rispetto ai controlli. Inoltre a t0 i livelli del BDNF plasmatico erano minori nei pazienti non-remitters rispetto ai remitters. A t2 si verificava un incremento delle concentrazioni del BDNF plasmatico in tutti i pazienti depressi. Questi ultimi mostravano una riduzione del punteggio HRSD21 tra t1 e t2. I livelli plasmatici del BDNF dei depressi remitters (n=8) a t2 erano sovrapponibili a quelli dei controlli, mentre quelli dei non-remitters (n=10), sebbene aumentati rispetto a t0, continuavano ad essere significativamente minori rispetto ai controlli.
DISCUSSIONE: Il nostro studio conferma dati recenti della Letteratura secondo cui i pazienti depressi hanno concentrazioni ridotte del BDNF plasmatico rispetto ai soggetti sani. La TEC si è dimostrata capace di determinare un aumento dei livelli del BDNF nei casi di depressione maggiore resistente ai farmaci. Per di più, in circa la metà dei pazienti si è ottenuta una remissione sintomatologica completa, mentre negli altri casi la remissione è stata parziale. Si è inoltre supposto che i cambiamenti dei valori del BDNF siano comunque soggetti ad un periodo di latenza. Infatti si sono ottenuti aumenti significativi della neurotrofina solo dopo la quarta seduta di TEC. In ogni caso, i livelli del BDNF nei non-remitters rimangono, sebbene aumentati, inferiori a quelli dei controlli; si presume che ciò sia dovuto ad una certa resistenza da parte di questi soggetti alla TEC.
CONCLUSIONI: Analogamente a quanto riportato da altri studi sul rapporto tra i livelli del BDNF ed i farmaci antidepressivi, la TEC si è dimostrata capace di incrementare i livelli plasmatici del BDNF in soggetti in corso di episodio depressivo maggiore. Tali dati sembrano suggerire un ruolo importante per il BDNF nel meccanismo d’azione della TEC; inoltre, nella pratica clinica della depressione, la neurotrofina protrebbe essere usata come predittore di risposta alla TEC.
INTRODUZIONE: La terapia elettroconvulsivante (TEC) è uno dei possibili trattamenti della depressione maggiore resistente ai farmaci, con un’efficacia superiore al 60%. Tuttavia i meccanismi alla base di questa tecnica sfuggono alle conoscenze attuali ed i dati della Letteratura sono insufficienti e derivati solo da modelli di studio su animali. Nell’ultimo decennio, però, un numero sempre crescente di evidenze suggerisce un ruolo chiave per il Brain-Derived Neurotrophic Factor (BDNF), una neurotrofina, nei disturbi dell’umore. Il BDNF è presente anche nel sangue periferico e la sua quota plasmatica sembra riflettere le sue concentrazioni nel SNC. La TEC si è dimostrata in grado di incrementare l’mRNA del BDNF. L’obiettivo del nostro studio è comprendere se in pazienti affetti da depressione maggiore resistente ai farmaci e quindi sottoposti a TEC, il decorso clinico si correla ai livelli plasmatici del BDNF.
PAZIENTI E METODI: 18 pazienti, 9 uomini e 9 donne, di età compresa tra i 28 ed i 62 anni, in corso di episodio depressivo maggiore, con o senza sintomi psicotici (16 con disturbo bipolare e 2 con depressione maggiore), sono stati reclutati presso il Dipartimento di Psichiatria, Neurobiologia, Farmacologia e Biotecnologie dell’Università di Pisa tra il Settembre 2006 ed il Dicembre 2007. Le concentrazioni plasmatiche del BDNF sono state dosate con tecnica enzyme-linked immunosorbent assay (ELISA) prima di iniziare la TEC (t0), una settimana dopo la terza seduta (t1), ed una settimana dopo l’ultima seduta (t2). Contestualmente la gravità del quadro clinico è stata valutata con il Clinical Global Impressions (CGI-S) ed un’intervista di 21 quesiti, la Hamilton Rating Scale for Depression (HRSD21).In base ai punteggi ottenuti nel corso dello studio, i pazienti depressi sono stati suddivisi in remitters e non-remitters. Sono stati inoltre reclutati 15 soggetti di controllo con anamnesi negativa per disturbi mentali; anch’essi sono stati sottoposti al prelievo di sangue venoso per la determinazione dei livelli plasmatici del BDNF.
RISULTATI: I risultati hanno evidenziato a t0 valori medi del BDNF plasmatico significativamente inferiori nei soggetti depressi rispetto ai controlli. Inoltre a t0 i livelli del BDNF plasmatico erano minori nei pazienti non-remitters rispetto ai remitters. A t2 si verificava un incremento delle concentrazioni del BDNF plasmatico in tutti i pazienti depressi. Questi ultimi mostravano una riduzione del punteggio HRSD21 tra t1 e t2. I livelli plasmatici del BDNF dei depressi remitters (n=8) a t2 erano sovrapponibili a quelli dei controlli, mentre quelli dei non-remitters (n=10), sebbene aumentati rispetto a t0, continuavano ad essere significativamente minori rispetto ai controlli.
DISCUSSIONE: Il nostro studio conferma dati recenti della Letteratura secondo cui i pazienti depressi hanno concentrazioni ridotte del BDNF plasmatico rispetto ai soggetti sani. La TEC si è dimostrata capace di determinare un aumento dei livelli del BDNF nei casi di depressione maggiore resistente ai farmaci. Per di più, in circa la metà dei pazienti si è ottenuta una remissione sintomatologica completa, mentre negli altri casi la remissione è stata parziale. Si è inoltre supposto che i cambiamenti dei valori del BDNF siano comunque soggetti ad un periodo di latenza. Infatti si sono ottenuti aumenti significativi della neurotrofina solo dopo la quarta seduta di TEC. In ogni caso, i livelli del BDNF nei non-remitters rimangono, sebbene aumentati, inferiori a quelli dei controlli; si presume che ciò sia dovuto ad una certa resistenza da parte di questi soggetti alla TEC.
CONCLUSIONI: Analogamente a quanto riportato da altri studi sul rapporto tra i livelli del BDNF ed i farmaci antidepressivi, la TEC si è dimostrata capace di incrementare i livelli plasmatici del BDNF in soggetti in corso di episodio depressivo maggiore. Tali dati sembrano suggerire un ruolo importante per il BDNF nel meccanismo d’azione della TEC; inoltre, nella pratica clinica della depressione, la neurotrofina protrebbe essere usata come predittore di risposta alla TEC.
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