Tesi etd-10022006-113003 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
DAVINI, Daniele
URN
etd-10022006-113003
Titolo
Valutazione dell'impatto ambientale e del rischio di desertificazione dovuto alla pressione zoogena in ambiente mediterraneo
Dipartimento
AGRARIA
Corso di studi
GESTIONE E TUTELA DELL'AMBIENTE AGRO-FORESTALE
Relatori
Relatore Prof. Pistoia, Alessandro
Relatore Dott.ssa Masciandaro, Grazia
Relatore Dott.ssa Masciandaro, Grazia
Parole chiave
- degradazione del suolo
- Pascolamento
- desertificazione
- fauna selvatica
Data inizio appello
11/12/2006
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
11/12/2046
Riassunto
Il suolo, a causa di disturbi esterni, può subire un processo di degradazione che provoca la regressione da uno stato di qualità più elevato ad uno inferiore e può portare, nel caso estremo della desertificazione, al completo annullamento del potenziale biologico e della capacità di resilienza. Un terreno “desertificato”, in altri termini, è un terreno che ha perso la sua capacità di recuperare la propria configurazione in seguito ad una azione di disturbo, se non nei lunghissimi tempi propri della pedogenesi. È per questo che anche il suolo è considerato un risorsa naturale non rinnovabile e necessita di una tutela al parità di altre risorse come l’acqua o l’aria. Nel bacino mediterraneo risultano presenti molte zone ad elevato rischio di desertificazione e ciò ha portato nel 1997 alla definizione della Convenzione delle Nazioni Unite per la Lotta alla Desertificazione.
Un serio approccio al problema della desertificazione ci ha imposto di svolgere una ulteriore analisi rispetto ai processi di degradazione che, per quanto riguarda i terreni studiati in questo elaborato, sono rappresentati in primo luogo dalla progressiva perdita di copertura vegetale. La perdita di vegetazione, infatti, rende il terreno più esposto a fenomeni di erosione, compattamento e perdita di sostanza organica e può costituire l’inizio del processo di degradazione.
Tra le varie cause responsabili del processo di desertificazione, una delle maggiori è l’eccessiva pressione zoogena, che provoca sul terreno un impatto sia diretto (rooting e calpestamento) che indiretto (danni nei confronti della fitocenosi). In particolare in questo studio è stato affrontato il ruolo della fauna selvatica, che può rappresentare un problema ecologico di difficile risoluzione nell’ambiente agro-forestale, soprattutto nel caso di introduzioni irrazionali di razze alloctone con caratteristiche non adatte al territorio.
Per la valutazione dell’importanza del fattore zoogeno all’interno dei processi di degradazione del suolo sono stati selezionati 6 diversi siti: 3 sul Monte Pisano (PI) e 2 a Castelfalfi (FI) caratterizzati da una presenza più o meno rilevante di cinghiali selvatici non autoctoni, ed un sito in Val di Vara (SP) appositamente predisposto per questa ricerca dove, in un recinto di 5000 m2, è stato effettuato un allevamento brado di 6 suini per 12 mesi. In ciascun sito sono stati effettuati rilevamenti fitoecologici per valutare il tipo di danni su alberi, sottobosco, cotico erboso e suolo e sono state raccolte e analizzate chimicamente alcune essenze presenti per verificare la relazione tra l’appetibilità delle stesse essenze ed il contenuto di particolari sostanze. Sono stati inoltre raccolti campioni di terreno per esaminare alcuni parametri indicatori del livello di degrado dei suoli disturbati.
I risultati ottenuti hanno messo in evidenza come i danni sulla vegetazione (in particolar modo sul cotico erboso) e sul suolo (rimozione del terreno dovuta a rooting e calpestamento) sia strettamente correlato con i parametri analitici a piccola scala riguardanti le caratteristiche chimiche, biochimiche, fisiche e fisico-strutturali del terreno. In definitiva questo studio mette in rilievo come la fauna selvatica, se mal gestita, possa essere la causa scatenante di notevoli fenomeni di degradazione del suolo, creando i presupposti per una perdita irreversibile delle sue proprie funzioni.
Un serio approccio al problema della desertificazione ci ha imposto di svolgere una ulteriore analisi rispetto ai processi di degradazione che, per quanto riguarda i terreni studiati in questo elaborato, sono rappresentati in primo luogo dalla progressiva perdita di copertura vegetale. La perdita di vegetazione, infatti, rende il terreno più esposto a fenomeni di erosione, compattamento e perdita di sostanza organica e può costituire l’inizio del processo di degradazione.
Tra le varie cause responsabili del processo di desertificazione, una delle maggiori è l’eccessiva pressione zoogena, che provoca sul terreno un impatto sia diretto (rooting e calpestamento) che indiretto (danni nei confronti della fitocenosi). In particolare in questo studio è stato affrontato il ruolo della fauna selvatica, che può rappresentare un problema ecologico di difficile risoluzione nell’ambiente agro-forestale, soprattutto nel caso di introduzioni irrazionali di razze alloctone con caratteristiche non adatte al territorio.
Per la valutazione dell’importanza del fattore zoogeno all’interno dei processi di degradazione del suolo sono stati selezionati 6 diversi siti: 3 sul Monte Pisano (PI) e 2 a Castelfalfi (FI) caratterizzati da una presenza più o meno rilevante di cinghiali selvatici non autoctoni, ed un sito in Val di Vara (SP) appositamente predisposto per questa ricerca dove, in un recinto di 5000 m2, è stato effettuato un allevamento brado di 6 suini per 12 mesi. In ciascun sito sono stati effettuati rilevamenti fitoecologici per valutare il tipo di danni su alberi, sottobosco, cotico erboso e suolo e sono state raccolte e analizzate chimicamente alcune essenze presenti per verificare la relazione tra l’appetibilità delle stesse essenze ed il contenuto di particolari sostanze. Sono stati inoltre raccolti campioni di terreno per esaminare alcuni parametri indicatori del livello di degrado dei suoli disturbati.
I risultati ottenuti hanno messo in evidenza come i danni sulla vegetazione (in particolar modo sul cotico erboso) e sul suolo (rimozione del terreno dovuta a rooting e calpestamento) sia strettamente correlato con i parametri analitici a piccola scala riguardanti le caratteristiche chimiche, biochimiche, fisiche e fisico-strutturali del terreno. In definitiva questo studio mette in rilievo come la fauna selvatica, se mal gestita, possa essere la causa scatenante di notevoli fenomeni di degradazione del suolo, creando i presupposti per una perdita irreversibile delle sue proprie funzioni.
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