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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-10012021-081303


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
MATTIUSSI TOME, DILETTA
URN
etd-10012021-081303
Titolo
Stato mutazionale dei geni BRCA1 e BRCA2 nel carcinoma ovarico di alto grado e sua possibile correlazione con l'attivazione dei fibroblasti nel microambiente tumorale
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Simoncini, Tommaso
correlatore Dott.ssa Pistolesi, Sabina
Parole chiave
  • α-SMA
  • CAFs
  • p16
  • BRCA
  • VUS
  • SET
Data inizio appello
26/10/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
26/10/2091
Riassunto
Vista l’emergente importanza biologica del microambiente tumorale, in questa ricerca abbiamo selezionato due biomarcatori (p16, α-SMA) al fine di valutare il comportamento dei fibroblasti stromali nei carcinomi ovarici di alto grado di istotipo sieroso, endometrioide e a cellule chiare. Analizzando lo stroma tramite le colorazioni immunoistochimiche suddette è stato possibile associare le variazioni nei CAFs in relazione a istotipo, a stato mutazionale di BRCA, a diffusione peritoneale e allo stadio. Lo studio ha evidenziato una prevalente espressione di α-SMA rispetto a p16 nei carcinomi di alto grado, maggiormente espressa negli stadi iniziali a suggerire una attivazione precoce dei fibroblasti stromali, che appaiono svolgere un’azione pro-tumorigenica. L’espressione di p16 sembrerebbe indicare diversamente una azione protettiva. Infatti, risulta una percentuale maggiore negli stadi iniziali rispetto agli avanzati. Il comportamento diametralmente opposto e mutuamente esclusivo di α-SMA e p16 è supportato dalla significatività statistica dei nostri risultati. Inoltre, i CAFs sembrerebbero attivarsi maggiormente nei tumori mutati per BRCA, confermando la loro maggiore aggressività. Inoltre i nostri dati osservazionali confermano la letteratura rispetto allo stato mutazionale di BRCA; enfatizzano l’incidenza delle mutazioni nei carcinomi non sierosi con inversione della prevalenza a favore di BRCA2 e aprono il dibattito sull’effettivo ruolo delle alterazioni VUS.
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