Tesi etd-10012020-174135 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PELLEGRINELLI, BEATRICE
URN
etd-10012020-174135
Titolo
Henry Kissinger a Pechino, tra realismo e creativita: il ruolo dello statista piu controverso del XX secolo agli albori della relazione sino-americana
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
STUDI INTERNAZIONALI
Relatori
relatore Prof. Paoli, Simone
correlatore Prof. Tamburini, Francesco
correlatore Prof. Tamburini, Francesco
Parole chiave
- 1970
- Beijing
- China
- Cina
- cold war
- Henry Kissinger
- Nixon
- secretary of state
- segretario di Stato
- Stati Uniti
- United States
Data inizio appello
26/10/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
26/10/2060
Riassunto
15 luglio 1971. Richard Nixon, dagli studi televisivi NBC a Burbank, California, annunciò che, “per costruire una pace mondiale duratura” il suo Consigliere di Sicurezza Nazionale, Henry Kissinger, aveva compiuto, in totale segretezza, un primo viaggio nella Repubblica Popolare Cinese. Leggendo il comunicato congiunto prodotto proprio nel corso di quella visita, Nixon disse agli Stati Uniti che il suo NSC advisor aveva incontrato il premier Zhou Enlai al fine di porre le basi per l’apertura di un nuovo capitolo delle relazioni sino-americane.
A seguito di ciò, come nei peggiori auspici del Presidente, la popolarità del NSC advisor esplose. Il giorno successivo, quasi tutte le testate giornalistiche nazionali e internazionali dedicarono a quel professore di Harvard, che aveva abbandonato l’insegnamento per entrare alla Casa Bianca, le loro prime pagine, sancendo l’inizio del mito di Henry Kissinger.
Quale fu, però, il reale contributo del Consigliere alla riapertura dei rapporti con la Cina Popolare?
L’obiettivo di questa tesi è proprio quello di rispondere a questo interrogativo. Partendo dagli anni accademici, passando per il National Security Council e il Dipartimento di Stato, fino a giungere ai giorni nostri, essa presenta l’evoluzione del pensiero dell’ex professore in merito a Pechino. Ciò per chiarire con quale forma mentis egli si approcciò alla riapertura, nel momento in cui essa divenne uno dei principali progetti di politica estera di Nixon. Attraverso il lungo processo di sviluppo dei rapporti con la RPC, inoltre, si analizzerà il ruolo che il Consigliere, divenuto poi Segretario di Stato, occupò nell’amministrazione della Casa Bianca. Particolare attenzione verrà data al contesto in cui operò, alla relazione con i due Presidenti che si succedettero nel corso della sua permanenza e alle sue personali capacità. Questi fattori, verrà dimostrato, saranno gli ingredienti principali dei successi che Kissinger riuscì ad ottenere in politica estera, soprattutto in relazione alla Repubblica Popolare, e, allo stesso tempo, quei limiti che, a partire dal 1974, restrinsero il suo margine di azione, producendo un inevitabile stallo nella normalizzazione dei rapporti con Pechino. L’analisi del pensiero e delle azioni di Henry Kissinger in relazione alla Cina, tra il 1969 e il 1977, è dunque volta a comprendere quali furono le condizioni che consentirono il superamento di più di vent’anni di reciproca conflittualità. Contemporaneamente, si vogliono qui evidenziare quelle difficoltà e quegli ostacoli che, allora come oggi, hanno reso particolarmente complesso il rapporto tra Stati Uniti e RPC. Il tutto, al fine di riflettere sui principi che guidavano l’operato dello statista più controverso del XX secolo e guardare attraverso la sua personale lente, fatta di realismo e creatività, alla moderna relazione sino-americana.
A seguito di ciò, come nei peggiori auspici del Presidente, la popolarità del NSC advisor esplose. Il giorno successivo, quasi tutte le testate giornalistiche nazionali e internazionali dedicarono a quel professore di Harvard, che aveva abbandonato l’insegnamento per entrare alla Casa Bianca, le loro prime pagine, sancendo l’inizio del mito di Henry Kissinger.
Quale fu, però, il reale contributo del Consigliere alla riapertura dei rapporti con la Cina Popolare?
L’obiettivo di questa tesi è proprio quello di rispondere a questo interrogativo. Partendo dagli anni accademici, passando per il National Security Council e il Dipartimento di Stato, fino a giungere ai giorni nostri, essa presenta l’evoluzione del pensiero dell’ex professore in merito a Pechino. Ciò per chiarire con quale forma mentis egli si approcciò alla riapertura, nel momento in cui essa divenne uno dei principali progetti di politica estera di Nixon. Attraverso il lungo processo di sviluppo dei rapporti con la RPC, inoltre, si analizzerà il ruolo che il Consigliere, divenuto poi Segretario di Stato, occupò nell’amministrazione della Casa Bianca. Particolare attenzione verrà data al contesto in cui operò, alla relazione con i due Presidenti che si succedettero nel corso della sua permanenza e alle sue personali capacità. Questi fattori, verrà dimostrato, saranno gli ingredienti principali dei successi che Kissinger riuscì ad ottenere in politica estera, soprattutto in relazione alla Repubblica Popolare, e, allo stesso tempo, quei limiti che, a partire dal 1974, restrinsero il suo margine di azione, producendo un inevitabile stallo nella normalizzazione dei rapporti con Pechino. L’analisi del pensiero e delle azioni di Henry Kissinger in relazione alla Cina, tra il 1969 e il 1977, è dunque volta a comprendere quali furono le condizioni che consentirono il superamento di più di vent’anni di reciproca conflittualità. Contemporaneamente, si vogliono qui evidenziare quelle difficoltà e quegli ostacoli che, allora come oggi, hanno reso particolarmente complesso il rapporto tra Stati Uniti e RPC. Il tutto, al fine di riflettere sui principi che guidavano l’operato dello statista più controverso del XX secolo e guardare attraverso la sua personale lente, fatta di realismo e creatività, alla moderna relazione sino-americana.
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