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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-10012019-143806


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SPINELLO, CLAUDIA
URN
etd-10012019-143806
Titolo
L'affido familiare: il ruolo dell'assistente sociale e la continuità affettiva
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SOCIOLOGIA E MANAGEMENT DEI SERVIZI SOCIALI
Relatori
relatore Prof.ssa Bargelli, Elena
Parole chiave
  • minore
  • famiglia
  • continuità affettiva
  • affidamento familiare
Data inizio appello
21/10/2019
Consultabilità
Completa
Riassunto
L'affido familiare: il ruolo dell'assistente sociale e la continuità affettiva
Con l’entrata in vigore della legge 184/1983 successivamente modificata dalla legge 149/2001 viene sancito il principio secondo cui per il minore è indispensabile un’ambiente familiare per un corretto sviluppo della personalità individuale e sociale. Quando ne è “temporaneamente privo” nonostante gli interventi di sostegno attuati dai servizi e la protezione del bambino diventa inevitabile, si ricorre all’istituto dell’affido.
La funzione dell’istituto delineato dalla legge 149/2001 è quella di assicurare al bambino un altro ambiente che gli possa garantire con modalità familiari adeguate il mantenimento, l’istruzione e l’educazione. È anche un’opportunità per la famiglia naturale che attraversa un momento di difficoltà, durante il quale può essere aiutata a maturare una consapevolezza o la scelta di strumenti e supporti idonei per ridefinire o costruire una relazione con il figlio.
Ciò che viene enfatizzato dalla legge è l’elemento della temporaneità. Ma nella realtà concreta non mancano incongruenze e contraddizioni: se da una parte la legge concettualizza l’affidamento familiare come uno strumento temporaneo (art. 4, comma 4, l. 149/2001), dall’altra, quando si è in presenza di incapacità genitoriali irrecuperabili, ci sono numerosi casi in cui questo si protrae, a volte anche fino alla maggiore età del soggetto.
È grazie all’entrata in vigore della legge 173/2015 che vengono riconosciuti gli affidamenti a lungo termine e di conseguenza, il legame che si stabilisce fra la famiglia affidataria e il minore viene considerato importante e vitale per quest’ultimo.
All’interno del presente lavoro ho messo in luce le principali novità introdotte dalla legge sulla continuità affettiva, concentrandomi sull’importanza per il minore, protagonista del progetto di affido, di mantenere i legami significativi sia con la famiglia d’origine, sia con la famiglia affidataria. Gli operatori sociali dell’area minori sanno quanto sia pericolosa e traumatica la lacerazione dei legami di attaccamento e quanto sia perciò doveroso sostenere le relazioni familiari, al fine di evitare fratture.
Prendendo in considerazione i Servizi Sociali di Viareggio in cui ho svolto l’esperienza di tirocinio, ho analizzato l’istituto dell’affidamento familiare dal punto di vista giuridico e sociale per poi esaminare il ruolo dell’assistente sociale nel progetto di affido e tutto ciò che ne consegue: organizzazione, ambiti di competenza e d’intervento, rapporti con la Magistratura, rete di attori e servizi con cui collabora.
A questo proposito ho somministrato un’intervista ad un’assistente sociale del comune di Viareggio che si occupa di tutela minorile, cercando di capire quali sono le criticità che si riscontrano nell’attuare il provvedimento di affido e quali sono stati gli effetti nei servizi sociali della legge 173/2015.
Tale indagine ha contribuito a delineare con maggiore precisione il ruolo dell’assistente sociale, che a fronte della complessità dell’affido deve essere pronta a mettere in discussione il proprio agire e a confrontarsi con le famiglie, i minori e i servizi, perché si raggiunga l’obiettivo sperato: la tutela e il benessere del minore.
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