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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10012016-001147


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GENNARO, ALESSIA
URN
etd-10012016-001147
Titolo
Caratterizzazione ex vivo della placca aterosclerotica carotidea mediante tecniche di microtomografia computerizzata e di istologia/immunoistochimica in pazienti sintomatici ed asintomatici.
Dipartimento
BIOLOGIA
Corso di studi
BIOLOGIA APPLICATA ALLA BIOMEDICINA
Relatori
relatore Dott. Pelosi, Gualtiero
correlatore Dott. Paolicchi, Aldo
correlatore Dott.ssa Franzini, Maria
Parole chiave
  • aterosclerosi carotidea
  • imaging ex vivo
  • immunoistochimica
  • istologia
  • microtomografia computerizzata
  • morfologia di placca
  • morfometria
  • processazione campioni biologici
Data inizio appello
24/10/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il distretto arterioso carotideo è spesso colpito dalla patologia aterosclerotica (l’incidenza è di circa il 10% nei soggetti asintomatici di età ≥80 aa), che è a sua volta alla base di circa il 20% di tutti gli eventi ischemici cerebrali. È ormai chiaro che il solo grado di stenosi non basti a identificare pazienti ad alto rischio di sviluppare un evento cerebrovascolare acuto. La relazione tra composizione di placca e rischio di rottura/erosione è complessa: la vulnerabilità di placca, a parte caratteristiche morfologiche accertate, non è definita in modo univoco. Il riconoscimento di altri fattori morfologici è necessario per stratificare correttamente il rischio di complicanze ischemiche cerebrovascolari in pazienti portatori di aterosclerosi carotidea.
Lo scopo di questa tesi è la caratterizzazione ex vivo di placche aterosclerotiche carotidee asportate durante endoarterectomia carotidea al fine di identificare biomarcatori di vulnerabilità e di complicanza di placca correlati alle caratteristiche morfometriche, mettendo a confronto campioni provenienti da pazienti sintomatici e da asintomatici, utilizzando la Micro-tomografia computerizzata e l’istologia /immunoistochimica come tecniche complemetari di imaging.
Mediante questo approccio sono stati raggiunti i sequenti risultati:
• la percentuale di stenosi misurata istomorfometricamente è risultata significativamente maggiore, e l'area assoluta del lume residuo minore, nel gruppo dei sintomatici; lo spessore minimo del cappuccio fibroso è minore, mentre l’estensione del core lipidico-necrotico espresso come percentuale dell’area di placca è tendenzialmente maggiore; la percentuale di positività al CD68 per l’infiltrato infiammatorio nella regione del cappuccio fibroso sono maggiori ma non raggiungono la significatività.
• è stato possibile tracciare un profilo longitudinale di tutti i parametri morfometrici e delle componenti di placca, partendo dal livello della carotide comune sottostante la biforcazione, fino al bulbo e quindi alla carotide interna. Questo ha permesso di evidenziare la notevole eterogeneità delle caratteristiche della parete aterosclerotica carotidea in senso longitudinale, sia in termini di componenti di placca, che in termini di profilo di parete.
• mediante analisi dei campioni sottoposti a scansione con μCT è stato misurato il volume totale di calcio nell’intero campione: questa misura non è significativamente diverso nei due gruppi, mentre l’indice di frammentazione dei depositi (rapporto Superficie/Volume) è tendenzialmente più alto nei campioni di pazienti sintomatici, suggerendo la presenza di un numero maggiore di microdepositi di forma irregolare (microcalcificazioni). La possibilità di calcolare questo indice ed altri correlati, come quello di forma, ha una particolare utilità clinica per la possibile traslazione di questi risultati all’imaging in vivo con angioTAC carotidea.
In conclusione la μCT ex vivo rappresenta uno strumento pratico e affidabile per l’analisi quantitativa ad alta risoluzione della parete arteriosa, in grado di assistere la morfometria dei vasi aterosclerotici e di fornire un collegamento tra l’istologia e l'imaging in vivo, al fine di facilitare l’identificazione di parametri morfometrici associati in modo significativo alla placca sintomatica. Da un punto di vista clinico, la traslazione dei risultati dell’imaging ex vivo a quello in vivo potrebbero così migliorare la stratificazione del rischio cerebrovascolare, permettendo di attivare misure preventive efficaci nei soggetti ad alto rischio.
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