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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10012015-183312


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
PANATTONI, ANDREA
URN
etd-10012015-183312
Titolo
Chirurgia citoriduttiva primaria versus chirurgia d'intervallo nel carcinoma ovarico avanzato: studio clinico retrospettivo multicentrico
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Gadducci, Angiolo
Parole chiave
  • carcinoma ovarico
  • chemioterapia
  • chirurgia citoriduttiva primaria
  • chirurgia d'intervallo
Data inizio appello
20/10/2015
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
20/10/2085
Riassunto
Il carcinoma ovarico rappresenta la settima causa di morte per tumore nella donna e la prima per patologia oncologica nella sfera ginecologica.
La prognosi è tuttavia sfavorevole e ciò è legato alla malignità intrinseca della malattia, alla frequente diagnosi in stadio avanzato per l'assenza di segni e sintomi specifici e per mancanza di metodiche diagnostiche di screening che possano consentire una diagnosi precoce.
Obiettivo della tesi è valutare la percentuale, la sede e il timing delle recidive in pazienti con carcinoma ovarico in stadio avanzato in risposta completa dopo trattamento primario, e sono state esaminate in dettaglio, separatamente, le pazienti trattate con chirurgia citoriduttiva primaria (PDS) seguita da chemioterapia e quelle trattate con chemioterapia neoadiuvante (NACT) seguita da chirurgia d’intervallo (IDS) e ulteriore chemioterapia.
Nel nostro studio abbiamo messo a confronto mediante test di Fisher le percentuali di recidive totali tra PDS e IDS e il risultato ottenuto è significativo, la percentuale di ricadute complessive è stata maggiore nelle pazienti sottoposte a IDS rispetto a quelle sottoposte a PDS e la distribuzione temporale delle ricadute è diversa nei due gruppi, le pazienti che ricadono entro 6 mesi o tra 6 e 12 mesi è significativamente più alta rispetto alle pazienti PDS.
Le percentuali di risposte complete dopo un trattamento di seconda linea sono strettamente dipendenti dal PFI nelle pazienti in progressione dopo PDS mentre nelle pazienti dopo NACT non vi sono differenze sostanziali fino a un PFI di 24 mesi, quindi la NACT si accompagna a un più alto rischio di ricaduta precoce e sembra ridurre le probabilità di risposta agli ulteriori trattamenti.
In definitiva, la PDS è ancora il trattamento standard nel carcinoma ovarico avanzato, tuttavia quando per la diffusione di malattia massiva all’addome superiore o in sede extra-pelvica o per cattive condizioni è difficile ipotizzare che una chirurgia primaria possa raggiungere una citoriduzione almeno sub-centimetrica, la NACT + IDS rappresenta un opzione terapeutica valida che è in grado di ottenere almeno in termini di sopravvivenza risultati non significativamente inferiori rispetto a quelli del trattamento standard.

Primary debulking surgery [PDS] followed by paclitaxel/platinum - based chemotherapy represents the standard treatment for patients with advanced epithelial ovarian cancer [EOC]. Current regimens are able to obtain a clinical complete response rate of 50% approximately, a pathological complete response rate of 25-30%, a median progression-free survival [PFS]of 15.5–22 months, and a median overall survival [OS] of 31-44 months (1-8). Paclitaxel plus cisplatin and paclitaxel plus carboplatin are equally effective, with the carboplatin combination being well tolerated (2, 6, 7 , 9). Two randomized phase III clinical trials showed that the addition of concomitant and maintenance bevacizumab to paclitaxel/ carboplatin based chemotherapy significantly improved PFS, without any advantage in OS (10,11). Main differences between GOG 210 and ICON-7 trials regarded eligibility criteria, investigational arms, and drug dosing, but both trials met .their primary end-point PFS, and therefore the combination BEV and chemotherapy represents a rational therapeutic option for advanced EOC. However, until biological characterization of EOCs has not identified subsets of tumors with different responsiveness to anti-angiogenic drugs , it will be difficult to accept that the addition of bevacizumab to chemotherapy represents the new standard treatment (13-15).
Although optimal residual disease [RD] after PDS has been variously defined as ranging from tumor lesions ≤ 2cm to no gross RD, more contemporary data suggest that the most favorable survival outcomes are associated with the removal of all macroscopically detectable disease (16-19). A meta-analysis of 18 relevant studies including 13,257 patients treated with platinum-taxane based- chemotherapy showed that each 10% increase in the proportion of patients undergoing complete cytoreduction to no gross RD was associated with a significant and independent 2.3-month increase (95%CI = 0.6-4.0, p = 0.011) in median OS compared to a 1.8-month increase (95%CI = 0.6-3.0, p = 0.004) in median OS for optimal cytoreduction to RD ≤1cm (19).
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