Tesi etd-10012012-162726 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
MUSUMECI, CLAUDIA
URN
etd-10012012-162726
Titolo
Diversita' e struttura delle comunita' ittiche di fondi strascicabili del Mar Tirreno Settentrionale ed evoluzione temporale dei popolamenti.
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
BIOLOGIA MARINA
Relatori
relatore Prof. De Ranieri, Stefano
relatore Dott. Sartor, Paolo
relatore Dott. Sartor, Paolo
Parole chiave
- Nessuna parola chiave trovata
Data inizio appello
18/10/2012
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
18/10/2052
Riassunto
La pesca, da sempre, costituisce non solo un’importante fonte di cibo per l’uomo, ma anche un fondamentale settore di sviluppo economico e sociale.
La crescita continua dello sforzo di pesca, associata all’applicazione di tecnologie sempre più avanzate, ha notevolmente aumentato negli ultimi decenni la pressione antropica sulle risorse, rendendo indispensabile lo sviluppo di politiche di gestione finalizzate ad uno sfruttamento sostenibile delle popolazioni ittiche e, più in generale, alla salvaguardia degli ecosistemi marini.
Gli approcci tradizionali di gestione delle risorse sono incentrati sulla valutazione dello stato di sfruttamento di singoli stock, trascurando l’effetto che le attività di pesca possono produrre sull’intero ecosistema. Solo recentemente, grazie al decisivo impulso della FAO, è stato introdotto il concetto di approccio ecosistemico per la gestione della pesca; sono state elaborate delle specifiche linee guida, al fine di gestire gli stock ittici non come entità separate, ma come parti di un sistema più ampio e complesso.
Nell’ambito di questa problematica, è stato impostato il presente studio, volto a caratterizzare la struttura dei popolamenti ittici del Mar Tirreno Settentrionale. In particolare, sono state prese in considerazione le risorse demersali, ovvero le specie ittiche che trascorrono gran parte della loro vita in prossimità del fondale marino e sono sfruttate principalmente dalla pesca con reti a strascico.
Sono stati analizzati dati provenienti da campagne annuali di pesca a strascico sperimentale (trawl surveys), realizzate nell’ambito della campagna internazionale MEDITS, nel periodo compreso fra il 1994 e il 2010, nel tratto di mare compreso tra l’Isola d’Elba e l’Isola di Giannutri. Ogni anno sono state effettuate 40 stazioni sperimentali (cale), ad una profondità compresa fra 10 e 750 m, allocate secondo un disegno di campionamento casuale stratificato. La cattura di ogni cala è stata identificata al livello di specie: in questo lavoro sono stati presi in considerazione Pesci (Osteitti ed Elasmobranchi), Crostacei Decapodi e Stomatopodi, Molluschi Cefalopodi. Per ciascuna stazione sono stati annotati numero e peso di ogni specie e la struttura in taglia delle specie più abbondanti. I dati sulle catture sono stati standardizzati secondo indici di densità e di biomassa (numero e peso per km2), utilizzando il metodo dell’area strascicata (swept area).
I dati raccolti sono stati elaborati secondo i seguenti approcci:
1) Compilazione della lista faunistica, studio della frequenza di ritrovamento per specie.
Nei 17 anni in esame è stato riscontrato un totale di 332 specie, appartenenti prevalentemente ai taxa Pesci (soprattutto dell’ordine dei Perciformi), Crostacei (per la maggior parte Decapodi) e Molluschi (principalmente della classe dei Cefalopodi). Le specie ritrovate con maggiore frequenza sono risultate essere i Cefalopodi Eledone cirrhosa (55,1%) e Sepietta oweniana (45,4%), i Crostacei Decapodi Nephrops norvegicus (40,2%) e Parapenaeus longirostris (48,3%) e i Pesci Osteitti Helicolenus dactylopterus dactylopterus (42,0%), Merluccius merluccius (62,3%) e Phycis blennoides (44,0%).
2) Stima, per ciascuna stazione, delle principali componenti della diversità specifica (ricchezza in specie di Margalef, indice di diversità di Shannon, indice di equitabilità di Pielou) e di altri indicatori.
L’andamento della diversità specifica in relazione alla profondità non ha mostrato particolari variazioni negli anni; è comunque visibile una tendenza che mostra valori di diversità più elevati a livello delle stazioni costiere e di quelle profonde, e valori più bassi alle profondità comprese tra i 200 e i 400 m.
3) Evoluzione temporale degli indici di densità e biomassa dei principali taxa e delle specie più rappresentative.
Correlazioni significative tra l’andamento degli indici dei principali taxa e il tempo sono state evidenziate dal test non parametrico Rho di Spearman solamente per i Pesci Osteitti, (sia per i valori di densità che per quelli di biomassa la correlazione è negativa) e per i Cefalopodi (correlazione negativa significativa solo per valori di biomassa). Per quanto riguarda le specie più rappresentative, il test Rho di Spearman ha evidenziato una correlazione positiva significativa, sia in termini di densità che di biomassa, solamente per il Crostaceo Parapenaeus longirostris.
4) Struttura dei popolamenti e species assemblages
I dati sono stati organizzati in matrici specie/stazioni. La similarità nella composizione specifica tra stazioni è stata valutata secondo l’indice di Bray-Curtis, costruendo, per ciascun anno, matrici triangolari di similarità. L’ordinamento delle matrici è stato ottenuto per mezzo di dendrogrammi e di rappresentazioni MDS (non metric Multi Dimensional Scaling).
I raggruppamenti di stazioni risultanti sono stati caratterizzati al fine di selezionare specifiche associazioni di specie (species assemblages), individuati sulla base della frequenza di ritrovamento e dell’abbondanza relativa di ciascuna specie. Attraverso la routine SIMPER sono state individuate le specie caratterizzanti ciascun assemblage, per ogni anno. La differenza significativa nella composizione in specie tra gruppi è stata testata attraverso il test non parametrico ANOSIM. Dai risultati emerge l’esistenza di raggruppamenti di specie ben definiti e stabili nel tempo, ordinati principalmente secondo il gradiente batimetrico. Ciascun gruppo si distingue dagli altri per composizione in specie, abbondanze relative e frequenza di ritrovamento. Il test ANOSIM ha confermato le differenze tra gruppi. I raggruppamenti individuati in ciascun anno hanno mostrato anche un’elevata stabilità spazio-temporale, evidenza suffragata dai test statistici.
A tali associazioni di specie può quindi essere attribuita valenza dal punto di vista gestionale. Le informazioni sull’evoluzione spazio-temporale dello sforzo di pesca evidenziano, infatti, che le flottiglie si dirigono in maniera differenziale verso specifici raggruppamenti faunistici, ciascuno caratterizzato da distinte proprietà in termini di produzione e specie bersaglio. Pertanto, la caratterizzazione di questi raggruppamenti di specie fornisce importanti informazioni per valutare la consistenza e l’evoluzione nel tempo di tali risorse.
La crescita continua dello sforzo di pesca, associata all’applicazione di tecnologie sempre più avanzate, ha notevolmente aumentato negli ultimi decenni la pressione antropica sulle risorse, rendendo indispensabile lo sviluppo di politiche di gestione finalizzate ad uno sfruttamento sostenibile delle popolazioni ittiche e, più in generale, alla salvaguardia degli ecosistemi marini.
Gli approcci tradizionali di gestione delle risorse sono incentrati sulla valutazione dello stato di sfruttamento di singoli stock, trascurando l’effetto che le attività di pesca possono produrre sull’intero ecosistema. Solo recentemente, grazie al decisivo impulso della FAO, è stato introdotto il concetto di approccio ecosistemico per la gestione della pesca; sono state elaborate delle specifiche linee guida, al fine di gestire gli stock ittici non come entità separate, ma come parti di un sistema più ampio e complesso.
Nell’ambito di questa problematica, è stato impostato il presente studio, volto a caratterizzare la struttura dei popolamenti ittici del Mar Tirreno Settentrionale. In particolare, sono state prese in considerazione le risorse demersali, ovvero le specie ittiche che trascorrono gran parte della loro vita in prossimità del fondale marino e sono sfruttate principalmente dalla pesca con reti a strascico.
Sono stati analizzati dati provenienti da campagne annuali di pesca a strascico sperimentale (trawl surveys), realizzate nell’ambito della campagna internazionale MEDITS, nel periodo compreso fra il 1994 e il 2010, nel tratto di mare compreso tra l’Isola d’Elba e l’Isola di Giannutri. Ogni anno sono state effettuate 40 stazioni sperimentali (cale), ad una profondità compresa fra 10 e 750 m, allocate secondo un disegno di campionamento casuale stratificato. La cattura di ogni cala è stata identificata al livello di specie: in questo lavoro sono stati presi in considerazione Pesci (Osteitti ed Elasmobranchi), Crostacei Decapodi e Stomatopodi, Molluschi Cefalopodi. Per ciascuna stazione sono stati annotati numero e peso di ogni specie e la struttura in taglia delle specie più abbondanti. I dati sulle catture sono stati standardizzati secondo indici di densità e di biomassa (numero e peso per km2), utilizzando il metodo dell’area strascicata (swept area).
I dati raccolti sono stati elaborati secondo i seguenti approcci:
1) Compilazione della lista faunistica, studio della frequenza di ritrovamento per specie.
Nei 17 anni in esame è stato riscontrato un totale di 332 specie, appartenenti prevalentemente ai taxa Pesci (soprattutto dell’ordine dei Perciformi), Crostacei (per la maggior parte Decapodi) e Molluschi (principalmente della classe dei Cefalopodi). Le specie ritrovate con maggiore frequenza sono risultate essere i Cefalopodi Eledone cirrhosa (55,1%) e Sepietta oweniana (45,4%), i Crostacei Decapodi Nephrops norvegicus (40,2%) e Parapenaeus longirostris (48,3%) e i Pesci Osteitti Helicolenus dactylopterus dactylopterus (42,0%), Merluccius merluccius (62,3%) e Phycis blennoides (44,0%).
2) Stima, per ciascuna stazione, delle principali componenti della diversità specifica (ricchezza in specie di Margalef, indice di diversità di Shannon, indice di equitabilità di Pielou) e di altri indicatori.
L’andamento della diversità specifica in relazione alla profondità non ha mostrato particolari variazioni negli anni; è comunque visibile una tendenza che mostra valori di diversità più elevati a livello delle stazioni costiere e di quelle profonde, e valori più bassi alle profondità comprese tra i 200 e i 400 m.
3) Evoluzione temporale degli indici di densità e biomassa dei principali taxa e delle specie più rappresentative.
Correlazioni significative tra l’andamento degli indici dei principali taxa e il tempo sono state evidenziate dal test non parametrico Rho di Spearman solamente per i Pesci Osteitti, (sia per i valori di densità che per quelli di biomassa la correlazione è negativa) e per i Cefalopodi (correlazione negativa significativa solo per valori di biomassa). Per quanto riguarda le specie più rappresentative, il test Rho di Spearman ha evidenziato una correlazione positiva significativa, sia in termini di densità che di biomassa, solamente per il Crostaceo Parapenaeus longirostris.
4) Struttura dei popolamenti e species assemblages
I dati sono stati organizzati in matrici specie/stazioni. La similarità nella composizione specifica tra stazioni è stata valutata secondo l’indice di Bray-Curtis, costruendo, per ciascun anno, matrici triangolari di similarità. L’ordinamento delle matrici è stato ottenuto per mezzo di dendrogrammi e di rappresentazioni MDS (non metric Multi Dimensional Scaling).
I raggruppamenti di stazioni risultanti sono stati caratterizzati al fine di selezionare specifiche associazioni di specie (species assemblages), individuati sulla base della frequenza di ritrovamento e dell’abbondanza relativa di ciascuna specie. Attraverso la routine SIMPER sono state individuate le specie caratterizzanti ciascun assemblage, per ogni anno. La differenza significativa nella composizione in specie tra gruppi è stata testata attraverso il test non parametrico ANOSIM. Dai risultati emerge l’esistenza di raggruppamenti di specie ben definiti e stabili nel tempo, ordinati principalmente secondo il gradiente batimetrico. Ciascun gruppo si distingue dagli altri per composizione in specie, abbondanze relative e frequenza di ritrovamento. Il test ANOSIM ha confermato le differenze tra gruppi. I raggruppamenti individuati in ciascun anno hanno mostrato anche un’elevata stabilità spazio-temporale, evidenza suffragata dai test statistici.
A tali associazioni di specie può quindi essere attribuita valenza dal punto di vista gestionale. Le informazioni sull’evoluzione spazio-temporale dello sforzo di pesca evidenziano, infatti, che le flottiglie si dirigono in maniera differenziale verso specifici raggruppamenti faunistici, ciascuno caratterizzato da distinte proprietà in termini di produzione e specie bersaglio. Pertanto, la caratterizzazione di questi raggruppamenti di specie fornisce importanti informazioni per valutare la consistenza e l’evoluzione nel tempo di tali risorse.
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